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Manna dopo Malarintha e Reset «oggi verrebbe da chiedersi: quindi? Siamo stati sciolti per cosa?»

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Manna dopo Malarintha e Reset «oggi verrebbe da chiedersi: quindi? Siamo stati sciolti per cosa?»

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Marcello Manna

RENDE – A circa un’ora dalla pronuncia della sentenza del maxiprocesso Reset, scaturito dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, tra le 63 assoluzioni spicca quella dell’ex sindaco di Rende, Marcello Manna (per il quale erano stati chiesti, dall’accusa 10 anni di reclusione) e di altri ex amministratori e imprenditori collegati alla precedente amministrazione comunale, tra cui Pino Munno, Ariosto Artese e Vittorio Toscano, anche loro assolti.

L’inchiesta, come è noto, portò anche allo scioglimento del Comune e l’affidamento della gestione del Comune, ad una Commissione straordinaria. Marcello Manna affida alla nostra redazione il suo commento, sottolineando anche l’esito di un altro procedimento, Malarintha.

«La consapevolezza che tutto fosse basato su un teorema, è qualcosa che ci ha accompagnato da sempre. Oggi ne abbiamo la certezza, sia per questo processo e il dispositivo (ovviamente poi leggeremo le motivazioni ma già viene detto tutto con la formula “il fatto non sussiste”), sia per il precedente, il processo Malarintha».

«E’ stata offesa una comunità»

«Oggi dunque verrebbe da chiedersi “e quindi? Siamo stati sciolti per che cosa?”. Il vero guaio è che, chi doveva controllare prima, non lo ha fatto. La Prefettura che doveva fare le verifiche purtroppo non le ha fatte. E’ un fatto grave, è stata offesa una comunità, una città, un’amministrazione colpita».

«Siamo stati colpiti non solo sul piano personale, ma devastati anche sul piano istituzionale, e questo è di una gravità senza precedenti. Cosa che, secondo me, non può passare inosservata. Se passa inosservato tutto questo nella nostra terra, vuol dire che non abbiamo futuro. Dobbiamo fare una riflessione tutti».

L’avvocato Manna ci racconta infine, di avere ricevuto un messaggio da parte dell’ex  assessore Marta Petrusewicz che in questo momento si trova negli Stati Uniti, a New York nel quale ha scritto: “grandissimo sollievo ma l’uso spregiudicato della giustizia ai fini politici rimane forte”. «Ed è vero – conclude Manna – a questo punto: c’è stato un uso spregiudicato delle indagini».

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