Da Cosenza a Firenze fino al Regno Unito. Una storia di passione, sapore e successi a tavola per Antonio Gambaro, l’Executive Chef cosentino che ora volerà a Norwich per una cerimonia indimenticabile al gusto, anche, di ‘Calabria’.
COSENZA – Un menù prettamente italiano, con un tocco di cosentinità sulla tavola di una cerimonia da sogno nell’Anglia orientale. Lo chef Antonio Gambaro volerà nella regione dell‘East Inghilterra nella county town del Norfolk, per un matrimonio da sogno. Dopo aver letteralmente stregato gli ospiti che hanno preso parte alle due cerimonie in Bretagna, nel 2017 ad Oxford University e a Wendover nel Buckinghamshire contea dell’Inghilterra sud-orientale, stavolta l’executive chef cosentino Antonio Gambaro sarà chiamato a preparare un gustoso ed eccellente menù in una delle bellissime cattedrali dell’East Anglia.
Antonio dunque, partito da Cosenza e approdato a Firenze, è diventato un volto noto in Bretagna per i suoi matrimoni da favola. La sua cucina infatti, è curata nei minimi dettagli ed è ricca di sapori che vedono insieme l’innovazione e la tradizione, soprattutto quella che fa parte della terra; al primo posto infatti, ci sono le ‘superbe’ polpette di melanzane, che hanno già conquistato gli sposi e i loro parenti, in un tasting effettuato in cima ad un grattacielo di Londra lo scorso 28 ottobre. Ed ora è pronto per la data del 1° giugno, per strabiliare i palati degli ospiti che assisteranno al matrimonio che sarà celebrato nella Chiesa parrocchiale Thorpe St. Andrew e poi saranno deliziati dalle prelibatezze dello chef e del suo staff al Spixworth Hall di Norwich.
Un successo dopo l’altro per Antonio Gambaro, che con gusto, talento, creatività e tanta ironia, fa volare la sua cucina, made in Italy ma ‘contaminata’ da una forte appartenenza alla sua città, Cosenza, fuori dai confini nazionali. E di strada ne ha fatta davvero tanta se si pensa che una decina di anni fa, era un semplice venditore di aspirapolvere con la passione per la cucina. Una passione che ha saputo alimentare fino all’approdo a Firenze e in tutta la Toscana. Nella capitale del Rinascimento, ha permesso di assaggiare la “calabresità” e di farla conoscere attraverso laboratori, lezioni, partecipazioni televisive. Il tutto condito dalla sua simpatia e da tanta competenza.
La passione di Antonio è nata seguendo grandi chef del calibro di Alex Colangeli, e viaggiando in tutta Italia e anche all’estero per scoprire, conoscere, assaggiare e poi inglobare il tutto nella ‘sua’ cucina, tra gli insegnamenti dei maestri di cucina e la tradizione di nonne e cuoche provette. Diventa così, primo chef presso Lagnolo di Firenze e Lo Zenigata di Scandicci, approdando poi come executive chef presso La Fattoria Il Santo di Monticiano di Siena. Docente presso l’Accademia di Arte culinaria Cordon Blue di Firenze e chef patron de Il Gambaro Rosso di Montespertoli, e poi realizza cene a domicilio catering e cooking class per la prestigiosa IFWA, scuola di cucina internazionale per stranieri di Lastra a Signa.
In oltre dieci anni ha reso concreta una passione che era dentro di lui, imparando la cucina toscana e poi quella internazionale ed esportando la cucina calabrese e cosentina in Italia e anche oltre. Le sue specialità calabresi in Toscana, sono richiestissime e il suo servizio di catering specializzato “Il Gambaro Rosso”, è diventato nel tempo una sicurezza di gusto e professionalità, capace di soddisfare qualsiasi richiesta, bisogno, palato. Il suo modo di fare cucina è diventato anche un libro. Un volume ironico e gustoso “Anamnesi di un cuoco” che non è il solito libro di ricette ma una sorta di percorso nel quale lo Chef, parte da se stesso per rapportarsi ad ogni tipologia di ‘commensale’ attraversando anni di esperienze in Italia e all’estero, tra maestri di alta cucina e grandi cuoche dei piccoli borghi.
Prossimo progetto? L’Università della Cucina Italiana
“Non rilasciamo attestati, noi creiamo cuochi”; sarà questo lo slogan che muoverà l’Università della Cucina Italiana sulla quale Antonio Gambaro sta lavorando: un luogo nel quale valorizzare le nozioni e avviare al lavoro insegnando come ci si muove nel mondo della cucina. “Piuttosto che rilasciare attestati costosissimi che non servono a nulla – spiega Antonio – l’idea è quella di fondare un’Università che operi nel settore enogastronomico ma soprattutto insegni agli alunni i passi più importanti che sono fare la spesa e riconoscere quali sono le regole fondamentali per lavorare in perfetta igiene e sicurezza per poi passare ai gradi di rischio in una cucina. Solo alla fine si inizia a cucinare e si arriva alla creazione di un prodotto di qualità ed eccellenza”. L’obiettivo è di accogliere gli studenti in un vero e proprio percorso di formazione con lezioni da seguire, esami da sostenere… proprio come in un Ateneo. La differenza è che a fine corso, si rilascia un mestiere, un’arte, una professione.