Caso Caccia: dopo 32 anni arrestato il panettiere calabrese che uccise il procuratore

“Ti sei fatto 30 anni tranquillo, fattene altri 30 tranquillo”.

 

MILANO – Questa la frase captata in un’intercettazione ambientale del 27 novembre 2015, in cui Placido Barresi sembrerebbe rassicurare, questa e’ l’interpretazione degli investigatori, Rocco Schirripa di Gioiosa Jonica rispetto alla possibilità di venire arrestato per l’omicidio del magistrato Bruno Caccia, avvenuto nel 1982. Placido Barresi è il cognato di Domenico Belfiore, il mandante del crimine così come riconosciuto in via definitiva dalla Cassazione. “Con tale espressione, Barresi – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare a carico del panettiere torinese – intende chiaramente riferirsi al fatto che Schirripa si e’ ‘fatto 30 anni tranquillo’ perche’ non ha mai ricevuto alcuna contestazione da parte degli investigatori per la sua partecipazione all’omicidio, e lo invita a star tranquillo anche in futuro, ritenendo che il reato sia ormai prescritto”. Una frase che “non appare una semplice battuta rivolta a un innocente che teme di poter essere vittima di un errore giudiziario, ma una frase rivolta a uno dei responsabili del delitto, che per oltre 30 anni non è stato perseguito.

 

Ad avvalorare questa interpretazione c’è il fatto che “Placido Barresi è perfettamente a conoscenza di ogni particolare dell’omicidio Caccia, tra cui l’identita’ degli esecutori materiali del delitto e proprio a uno di essi si rivolge”. E “tale interpretazione trova conferma nel fatto che Schirripa, di fronte alla battuta rivoltagli da Barresi, non replica affermando la sua innocenza, ma si limita a dire: “Si ma infatti io non ne ho parlato piu’ con nessuno”. Nel motivare le ragioni della custodia cautelare a carico di Rocco Schirripa, il gip di Milano evidenzia l'”elevatisisma e attualissima probabilita’ di reiterazione del reato” da parte dell’indagato. Una “probabilita’” che si puo’ dedurre da alcuni passaggi di un dialogo tra Schirripa e Placido Barresi nel quale quest’ultimo “manifesta preoccupazione per la presenza di persone a cui Schirripa ha confidato di aver partecipato all’omicidio Caccia e ipotizza la possibilita’ di eliminare tali potenziali fonti di pericolo”. “L’indagato – osserva il gip – manifesta chiaramente un analogo proposito criminoso, rispondendo a Barresi: ‘Ma tu vedi di individuarlo che poi…non ti preoccupare'”.

 

“D’altro canto – prosegue il gip – Schirripa finora non ha manifestato alcuna resipiscenza, alcun rimorso per un omicidio cosi’ efferato, e anzi, tali stati d’animo sembrano estranei all’indagato, il quale, come emerso dalle intercettazioni, quando Barresi commenta che, a causa della prescrizione (ndr, che nel caso di un reato come questo non esiste), l’ha ‘fatta franca per 30 anni’, e continuera’ a farla franca nei 30 anni successivi, si limita a ridere, piuttosto che esprimere rimorso per il gravissimo atto commesso”. “Ringrazio i magistrati della Dda di Milano, la dottoressa Boccassini e gli uomini della squadra mobile di Torino per la tenacia con cui hanno condotto le indagini e fermato il presunto killer del procuratore Bruno Caccia”. Lo afferma in una nota la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, che aggiunge: “Fu il primo delitto di mafia al Nord che colpiva un magistrato, un uomo integerrimo che aveva cominciato a scoprire la presenza della ‘ndrangheta in Piemonte, troppo a lungo sottovalutata”.

 

Intanto è stato ascoltato per sei ore dalla Sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile di Torino, Rocco Schirripa, il 62enne arrestato stamattina a Torino e accusato dell’omicidio di Bruno Caccia, il procuratore capo di Torino assassinato a colpi di pistola nel 1983. Schirripa, che indossava un giaccone e un cappellino bianco, è stato tradotto presso il carcere di Milano. “Da cittadino e magistrato sono contento: piu’ verita viene fuori piu’ soddisfazione c’e’. Caccia ha lasciato un segno indelebile in tutti i magistrati, soprattutto torinesi”. Lo ha detto il procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, dopo l’arresto di Schirripa. “Sicuramente non sono soltanto due le persone che hanno delle responsabilita’ – ha aggiunto Maddalena – adesso vedremo se ci saranno sviluppi processuali. Di certo la persona arrestata e’ un soggetto conosciuto, appartenente al clan Belfiore e al giro della criminalita’ siculo-calabrese”. Maddalena, prossimo alla pensione, ha poi ricordato Caccia, con cui ha condiviso tre anni di lavoro. “Ha rappresntato l’impegno della citta’ di Torino nella lotta alla criminalita’ organizzata, lasciando un segno indelebile, in particolare a chi come me ha avuto la fortuna di lavorare al suo fianco”.

 

L’inchiesta e’ stata condotta per competenza territoriale dalla Procura di Milano non potendo indagare la Procura di Torino di cui Caccia aveva fatto parte. “L’omicidio Caccia – ha ricordato Ilda Boccassini – e’ stato effettuato dalla ‘ndrangheta senza muovere grossi apparati, ma sfruttando l’umana debolezza di un uomo integerrimo che aveva portato il suo cane, come tutte le sere, a fare i bisogni”. Quando Rocco Schirripa ha capito di essere nel mirino della magistratura, avrebbe pensato alla fuga. Il dettaglio sull’indagine che ha portato all’arresto del panettiere-killer e’ emerso durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato il procuratore facente funzione di Milano, Pietro Forno, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, il pm Marcello Tatangelo e il capo della Squadra Mobile di Torino, Marco Martino. Nelle intercettazioni, ha spiegato Forno, “Schirripa viene indotto a dire che con qualcuno aveva fatto dei cenni della sua partecipazione all’omicidio. Questo e’ il fulcro della sua confessione extragiudiziale. Il secondo passaggio da sottolineare riguardo alle intercettazioni e’ che Schirripa prende in considerazione la possibilita’ di scappare”.

 

Rocco Schirripa e’ stato individuato come uno dei presunti autori dell’omicidio del magistrato Bruno Caccia attraverso un inedito espediente utilizzato dagli investigatori. “Dopo che Domenico Belfiore, il mandante del crimine, è stato messo ai domiciliari per gravi ragioni di salute – ha spiegato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini in conferenza stampa – la Questura di Milano ha fatto girare una serie di lettere anonime dirette ad alcune persone della cerchia di Belfiore. Nelle missive c’era la fotocopia dell’articolo uscito sulla ‘Stampa’ quando Caccia venne ucciso e dietro c’era scritto a penna il nome di Rocco Schirripa“. “Sapevamo che Schirripa era uno degli uomini di Belfiore – hanno sottolineato la Boccassini e il pm Marcello Tantangelo – dopo l’invio delle lettere anonime abbiamo captato, grazie a una tecnologia molto avanzata, delle intercettazioni fortemente indizianti a suo carico”. Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino, aveva 64 anni, quando fu ucciso, sotto casa, in una via della precollina torinese, la sera del 26 giugno 1983, con quattordici colpi di pistola.

 

Erano gli ‘anni di piombo’, Caccia era arrivato a Torino dopo essere stato alla procura generale e alla procura di Aosta. Si era occupato di diverse indagini, dal terrorismo al traffico di droga, alle mafie: tra le altre quella sul sequestro del sostituto procuratore di Genova Mario Sossi, tenuto prigioniero dalle Brigate rosse. Caccia aveva firmato la requisitoria d’accusa chiedendo il rinvio a giudizio contro gli imputati di ‘Controinformazione’. Per la sua morte nel 1993 era stato arrestato Domenico Belfiore, legato alla ‘ndrangheta e considerato il mandante dell’omicidio, ma non gli escutori materiali del delitto, che freddarono il magistrato. Lo scorso giugno la figlia del procuratore, Paola, insieme al legale della famiglia, Fabio Repici, dinanzi alla Commissione Antimafia del Comune di Torino, aveva auspicato la riapertura del processo “per fare definitivamente chiarezza su una delle pagine più buie della storia torinese e nazionale e per individuare gli esecutori e svelare gli intrecci tra “ndrangheta, economia e gioco d’azzardo” su cui stava indagando il procuratore.

- Pubblicità sky-

Ultimi Articoli

Ospedale-santa-barbara-di-Rogliano - sit in

Rogliano: l’area del Savuto in piazza per difendere l’ospedale ‘Santa Barbara’

ROGLIANO (CS) - Domani, sabato 27 aprile, dalle ore 10:00, in piazza Buffone a Rogliano, l'associazione 'Sulla strada di Melissa', con la partecipazione del...
Roberto Occhiuto

Sanità, lavoro, ambiente: Occhiuto «in Calabria tutto da rifare, e noi lo stiamo rifacendo»

CATANZARO - "Parliamoci chiaro: qui c'è da rifare tutto, e tutto stiamo rifacendo". Così il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto in un post...
cammino san francesco paola rai riprese

Il Cammino di San Francesco di Paola su “Linea Verde Sentieri”

PAOLA (CS) - Sono state avviate nelle scorse settimane le riprese per la trasmissione di Rai 1 “Linea Verde Sentieri” su input del Comune...
comune di rende - parklife

Parklife 2024: le precisazioni del Comune di Rende sulla pulizia del Parco

RENDE - Arrivano alcune precisazioni dal Comune di Rende in vista dell'8^ edizione dell'evento Parklife in programma il prossimo 1 maggio. "L’evento ParkLife è...
coltivazione del broccolo di rapa di Bisignano

Bisignano: si lavora per il riconoscimento IGP del ‘broccolo di rapa’

BISIGNANO (CS) - È tutto pronto per la seconda edizione del Festival della Rapa, evento organizzato dall’Assessorato allo Sviluppo Agricolo del Comune di Bisignano,...

Social

80,052FansMi piace
3,585FollowerSegui
2,768FollowerSegui
2,040IscrittiIscriviti

Correlati

Categorie

Leggi ancora

Cosenza, per la strage di Via Popilia in appello confermati due...

La Corte d’Assise d’Appello ha parzialmente riformato la sentenza della Corte di Assise ai presunti autori del duplice omicidio Tucci-Chiodo

Cosenza, all’Annunziata l’obesità “si cura” con i robot

Il commissario Filippelli: "Da PNRR forte aggiornamento tecnologico per l'Azienda sanitaria"

Baby rapinatori, minorenne affidato a comunità

Assicurato alla giustizia l'ultimo componente del gruppo di minorenni, accusati di rapina, violenza e lesioni

Deteneva 15 cani in pessime condizioni, denunciata

Cani tenuti in pessime condizioni e alcuni anche malati. I carabinieri hanno denunciato una donna e sequestrato gli animali

“Povero Parco Robinson, come sei ridotto. Le ultime paperelle agonizzanti in...

La Federazione Riformista di Rende all'attacco sulla situazione di degrado in cui versa soprattutto il laghetto del Parco Robinson

Città unica Cosenza-Rende-Montalto: Strazzulli (FdI) “va realizzata al più presto”

"I passaggi importanti sono: un referendum consultivo, delibere dei consigli comunali e una legge che prepari a questa procedura"