Impennata contagi e decessi In Italia, ‘città fuori controllo’. Conte “limitare gli spostamenti”

Superati i 15mila contagi in un giorno con oltre 120 vittime. L’Allarme degli esperti mentre le Regioni vanno in coprifuoco, anche il Lazio. Da lunedì didattica a distanza nelle scuole superiori in Lombardia, Liguria e Piemonte. Scoppia il caso del concorso per i professori in programma domani. I sindacati “una follia con questi numeri’

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COSENZA – La seconda ondata del coronavirus non si ferma, aumentano casi, pressione sugli ospedali e regioni che “chiudono”, ultimo arrivato il Lazio, seguendo un “protocollo” nazionale e con il ritorno delle “autocertificazioni”: il tutto causato da una vera e propria impennata di contagi, con 15.199 casi di positività, quasi 4.500 in più in 24 ore, e 127 morti, un dato che fa tornare indietro al 22 maggio, quando i decessi furono 130. I numeri elaborati dal ministero della Salute non lasciano dubbi: se i dati del fine settimana avevano fatto pensare ad un rallentamento, il record di tamponi (oltre 177 mila) registra una incidenza rispetto ai nuovi casi pari all’8,5%, minore di altri Paesi, ma in crescita rispetto alla scorsa settimana. Situazione che il governo sta affrontando con gli enti locali, regioni e comuni in particolare, grazie ad un protocollo di iniziative mirate, come già avvenuto con Lombardia e Campania che hanno messo in campo i primi coprifuoco, seguite anche da Piemonte, Liguria e dal Lazio.

Città fuori controllo

Quello che preoccupa gli esperti, infatti, sono “alcune aree metropolitane come Milano, Napoli e probabilmente Roma – ha detto Walter Ricciardi – già fuori controllo“, hanno “numeri troppo alti per essere contenuti con il metodo tradizionale del testing e tracciamento”. In questi casi “devi bloccare la mobilità. Ci troviamo come nel 1400 a Venezia, nonostante le tecnologie di cui disponiamo”. Una situazione che fa crescere, di conseguenza, la pressione sul sistema sanitario, testimoniata dall’aumento degli interventi Covid del 118: sono 56 le terapie intensive in più rispetto a lunedì (quando però erano aumentate di 73), con un incremento generale degli attualmente positivi pari a +12.703, per un totale di 155.442. I guariti sono 2.369 che portano ad un complessivo di 257.374. Oltre al record della Lombardia con oltre 4 mila nuovi casi, sono 4 le regioni con oltre mille contagiati in 24 ore: Piemonte e Campania (ambedue oltre i 1.700), poi Veneto e Lazio.

Conte “limitare gli spostamenti”

“Voglio sottolineare che nei mesi successivi alla fase più acuta della pandemia non abbiamo mai abbassato la guardia: l’Italia è stata la nazione che per prima con coraggio e determinazione ha deciso di chiudere e il paese più prudente anche nelle riaperture. Nonostante i tanti passi in avanti fatti non potevamo e non dovevamo considerarci in un porto sicuro, mentre il contagio nel mondo si moltiplicava” ha detto oggi il premier Giuseppe Conte in Senato. “Siamo consapevoli che ai cittadini chiediamo sacrifici” ha aggiunto e “ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione. Bisogna sforzarci tutti a limitare il contagio, limitare gli spostamenti non necessari: se faremo questi sacrifici eviteremo interventi più gravosi. Sono fiducioso che avremo la serenità e impegno necessaria per superare questo momento”.

La situazione negli ospedali

Tutte le regioni stanno aumentando i posti letto covid e le terapie intensive: in Lombardia, in particolare, stanno riaprendo le strutture temporanee delle Fiera di Milano e di Bergamo, con 200 posti di cure intensive in più. Nelle Marche, poi, ritorna “l’ospedale di Bertolaso”, con 14 posti di terapie semintensiva a Civitanova Marche. L’impegno è ora di “non perdere più tempo”, come ha rimarcato Agostino Miozzo, presidente del Comitato Tecnico Scientifico: “Stiamo entrando in una seconda fase della pandemia. Abbiamo avuto tanto tempo per preparaci adeguatamente e mi chiedo se il sistema abbia utilizzato il tempo disponibile. Quando vedo le immagini di persone 8-10 ore in coda al drive-in per fare il tampone ho la sensazione che la risposta alla domanda sia drammaticamente negativa. Non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare”.

Dopo il Dpcm di domenica 18 ottobre, con le polemiche poi rientrate con i sindaci per le ‘mini zone rosse’, il governo è al lavoro ad un protocollo sulle linee guida che fissino le regole comuni da seguire per le misure contenute nelle varie strette anti-contagio decise da ogni Regione. Documento per stabilire i criteri generali che servono a coordinare i territori, in accordo con il governo stesso. Proprio per questo la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese ha riunito i sindaci delle Città Metropolitane, dando la collaborazione del Viminale: “Sono convinta che la consueta stretta collaborazione tra il ministero dell’Interno e i sindaci, come è già successo con grande senso di responsabilità all’inizio dell’emergenza sanitaria, consentirà di affrontare tutte le problematiche legate ai controlli e alle possibili chiusure di aree urbane”.

Domani il concorso prof. Sindacati sul piede di guerra

Intanto domani alle ore 8 iniziano le prove del concorso straordinario riservato agli insegnanti che hanno già almeno 36 mesi di servizio. Una procedura che mette a bando 32.000 posti e alla quale si sono iscritti 64.563 candidati. Non tutti i partecipanti svolgeranno la prova domani: i candidati sono suddivisi per classi di concorso e su più giornate: le prove andranno avanti fino al prossimo 16 novembre, garantendo, così – assicura il ministero dell’Istruzione – un numero di partecipanti limitato al giorno e la massima sicurezza. Solo nella giornata di domani sono attesi i primi 1.645 candidati, suddivisi in 171 aule distribuite su tutto il territorio nazionale. Ai candidati verrà misurata la temperatura all’ingresso, vi sarà l’obbligo di indossare sempre la mascherina, e sarà rispettata la distanza di sicurezza. Il concorso è da mesi al centro di forti polemiche acutizzatesi in queste ore essendo salito il numero dei contagi. “Chi si prende la responsabilità di voler fare a tutti i costi questo concorso per la scuola, ne pagherà le conseguenze fino alla fine. Questo concorso è una follia fatto in questo momento di pandemia e il rischio è che ci siano enormi contenziosi. Nel 2017 venne sospeso il concorso per i dirigenti scolastici a causa di una emergenza maltempo: ci aspettiamo lo stesso buonsenso”, hanno tuonato oggi Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, che hanno indetto una conferenza stampa e denunciato che “la scuola è al capolinea e la ministra deve scendere e confrontarsi”. “Non voler rinviare il concorso, ed ostinarsi a tenerlo in una situazione di escalation della pandemia è gravissimo. La Ministra si assume una responsabilità enorme”, ha attaccato il senatore Pd Francesco Verducci, vice presidente Commissione Cultura e Istruzione.

Il Ministero “rigide misure di sicurezza”

Richieste di fermare il concorso sono arrivate da giorni dalla Lega. Per il sistema delle aggregazioni territoriali, per cui una regione gestisce le procedure concorsuali di più regioni, si registrano effettivamente casi limite di candidati che dalla Campania, la Basilicata, la Calabria, la Puglia e addirittura il Molise dovranno recarsi nelle prossime settimane in Sicilia a Gela a Caltanissetta ma anche in piccole cittadine come Mussumeli, San Cataldo o Mazzarino. Persone che dovranno organizzarsi con aerei, auto a noleggio e lunghi viaggi. Nel Marche sono state presentate 1814 domande: 861 candidati svolgeranno le prove nella regione, 953 dovranno spostarsi quasi tutti nel Lazio, alcuni in Toscana. In Sardegna, da settimane, si tengono presìdi dei docenti davanti alle prefetture: i circa 3000 mila prof che dovranno spostarsi per effettuare le prove, temono di doverlo fare in questo momento di forte rialzo dei contagi. Nella regione Lazio Cgil, Cisl e Uil del Lazio parlano di 9.600 candidati distribuiti su 70 scuole, in un momento in cui nella regione ci sono 848 positivi tra gli studenti, 149 tra i docenti e 47 collaboratori scolastici. Ad Arzano, in provincia di Napoli, dove scatterà a breve la zona rossa, e che era sede d’esame, l’Ufficio scolastico regionale della Campania ha disposto che i candidati andranno a Napoli. Il ministero dell’Istruzione, dal canto suo, ricorda che è previsto un preciso e rigido Protocollo di sicurezza, gli spazi utilizzati saranno tutti igienizzati prima e dopo le prove. e la media sarà di 10 candidati per aula. La prova sarà computer based con una durata di 150 minuti. .

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