Area Urbana
Guardia medica in provincia di Cosenza, turni da 48 ore e presìdi scoperti nel weekend
COSENZA – La carenza di personale pesa sulle guardie mediche del Cosentino. Sul territorio sono numerose le postazioni che restano spesso vacanti lasciando i pazienti in balia di se stessi. Gli utenti si riversano quindi in massa nei Pronto Soccorso, primo tra tutti quello d’Ospedale dell’Annunziata. Un fenomeno diffuso nell’intera regione, nonostante la Calabria sia in Italia seconda solo alla Sicilia per postazioni di guardia medica presenti sul territorio. Sono 327, ben 171 solo nella provincia di Cosenza. Per avere un’idea dell’elevato numero di presidi sanitari calabresi dedicati alle urgenze nelle ore notturne, nei giorni prefestivi e festivi, basta pensare che in Lazio se ne contano solo 117, in Emilia-Romagna 156, in Piemonte 126.
Guardie mediche fantasma, un problema creato dalla politica
Il fenomeno delle guardie mediche fantasma in Calabria causato dalla difficoltà nel reclutare personale sufficiente sembrerebbe abbia origini ben definite. «Per troppi anni la sanità è stata frutto di scambio politico in Calabria. Il mettere la guardia medica ovunque e comunque ha creato squilibri». Ad affermarlo è Francesco Esposito segretario nazionale della Federazione Medici Territoriali. «Oggi siamo costretti ad interrompere il servizio perché non si hanno colleghi a sufficienza per coprire i turni. Parecchie postazioni vengono chiuse saltuariamente, i pazienti restano vengono quindi presi in carico dalle guardie mediche più vicine. Questa dinamica provoca disservizi soprattutto nella tempestività dell’intervento perché i medici devono percorrere diversi chilometri per raggiungere l’ammalato. Negli obiettivi del PNRR rientra la riorganizzazione del servizio con l’attivazione del numero unico di emergenza/urgenza che deciderà se mandare sul posto un’ambulanza o una guardia medica. Le postazioni saranno ridotte in maniera drastica per sopperire alla carenza di medici. È un po’ come chiudere i piccoli ospedali: o garantiamo assistenza adeguata o diventa pericoloso farsi curare. Sono scelte politiche difficili perché impopolari a livello elettorale».
Guardia medica nell’area urbana di Cosenza – Unical privilegiata, ma affollata
Nel presidio di Arcavacata – Università della Calabria i medici che si turnano sono 4. Si tratta della postazione più privilegiata dell’area urbana in quanto, per tutelare l’ampio bacino di utenza costituito dalle migliaia di studenti che vivono sul territorio, si tenta di non lasciare mai scoperto il servizio. Tale scelta comporta che i pazienti di Commenda, Rende centro storico e Taverna di Montalto (dove per mesi ha operato un solo medico con turni da 48 ore consecutive) si riversino in massa sulla guardia medica dell’Unical. Tra i medici in forze c’è già chi è pronto a far le valige ed emigrare fuori regione: «A breve andrò via, ho studiato all’estero, ma qui in Calabria per me non ci sono opportunità professionali che mi consentano di restare. Spero di tornare in futuro, mi piacerebbe lavorare nella mia terra».
Guardia medica sul Tirreno – Cetraro, turni da 48 ore
Nel popoloso Comune di Cetraro, sul Tirreno cosentino, lavorano solo due medici. Se uno di loro si ammala la guardia medica cessa il servizio. Gli operatori in forze cercano di coprire tutti i turni anche per ben 48 ore di fila «di più – ammette il medico di turno – non si riesce a fare, fisicamente è impossibile. Eppure a me piace tanto curare il paziente in completa autonomia. È stimolante, dà soddisfazioni». Nonostante ciò nel weekend si fatica a garantire sempre l’apertura della postazione. Il problema per i pazienti è che la maggior parte dei presidi notturni sul territorio sono chiusi, ovviamente per carenza di personale. A volte è aperta la guardia medica di Acquappesa, a volte quella di Fuscaldo, quindi gli utenti tendono a rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cetraro e al 118. Su tutto il Tirreno non si registrano carenze di farmaci.
Guardia medica sullo Jonio – Cassano, solo due medici in forze
Da Cariati a Rocca Imperiale sono diverse le postazioni di guardia medica perennemente chiuse per carenza di medici. Entrambi i distretti sanitari (Jonio Nord e Jonio Sud) soffrono l’assenza di personale. La fascia d’età dei medici è variegata: alcuni sono molto giovani, altri quasi prossimi al pensionamento. A Cassano – Lauropoli sono in forze solo due medici, nel weekend iniziano il turno alle 10:00 del mattino di sabato e smontano alle 8:00 di lunedì. «Teoricamente non sarebbe legale, ma nell’emergenza si può fare per garantire assistenza ai pazienti» spiega un medico che opera sullo Jonio. A ciò si aggiunge il problema delle ambulanze non medicalizzate che durante gli interventi attingono alle guardie mediche presenti sul territorio. Le postazioni di San Cosmo Albanese, Vaccarizzo e San Giorgio Albanese sono già state accorpate per la carenza di medici. Vivono momenti difficili i presidi di Corigliano Scalo, Villapiana e Cassano – Doria che restano spesso chiuse nonostante l’ampio bacino di utenza.
Guardia medica in Sila – Camigliatello, postazione affollata da turisti e anziani
In teoria nella postazione di Camigliatello sono 4 i medici in forze e dovrebbero riuscire a coprire tutti i turni. In pratica però alcuni si ritrovano a lavorare anche per 36 ore consecutive. La situazione si aggrava nei periodi di grande affluenza turistica e nei weekend quando la guardia medica viene presa d’assalto ed opera come se fosse un Pronto Soccorso. Ciò succede sia perché l’ospedale più vicino, quello di San Giovanni in Fiore, ha diverse carenze e la popolazione residente è troppo anziana per spostarsi autonomamente. In Presila invece ci sono postazioni come Celico che, pur essendo quasi sempre attiva, è competente per un vasto territorio che va da Spezzano Sila a Zumpano e l’operatore per l’intera notte corre avanti e indietro sulla statale 107. «Credo sia un lavoro che non si possa fare per tutta la vita» afferma un medico di turno.
Guardia medica sul Pollino – Castrovillari, un faro nel buio
Castrovillari ha una postazione di guardia medica che pare non presenti particolari disservizi. I medici in forze sono 4 e riescono a turnarsi garantendo sempre il servizio e prendere in carico i pazienti dei Comuni limitrofi come Morano dove restano scoperte. L’ambulatorio è ubicato in un edificio di nuova costruzione ed essendo estremamente pulito gli operatori si sentono sicuri nel fare punture, ma anche nel suturare ferite con dei punti senza il timore di incorrere nel rischio di infezioni. Non si segnalano casi di aggressioni ed i doppi turni sono un’eccezione. L’operatore di turno, pur dichiarandosi “di passaggio” in attesa di entrare nella medicina di base, lavora con entusiasmo: «L’ideale sarebbe poter eseguire le analisi del sangue, ma qui se si ha voglia si può fare tanto per i pazienti. Nel resto della provincia di Cosenza siamo consapevoli che la situazione sia completamente diversa».

Social