Area Urbana
Vi racconto Sandro Principe. La storia umana e politica di un leader pronto a far rinascere Rende
RENDE (CS) – Siamo andati nella sede elettorale di Sandro Principe dove abbiamo incontrato e intervistato il leader socialista. Una bella e informale chiacchierata per abbracciare quelli che sono i temi caldi della sua campagna elettorale ma, soprattutto, per farci raccontare, prima che quella di un candidato a sindaco e innamorato della sua città, la storia umana e politica di una persona che ha vissuto sempre in prima linea per la città di Rende, uno dei comuni più importanti della Calabria che, dopo due anni e mezzo di pesantissimo commissariamento, ha la necessità di tornare ad essere trainante non solo per Cosenza e l’area urbana, ma per tutta la regione.
Sandro principe: il ritorno in campo del leader socialista
Quando alcuni mesi fa, gli è stato chiesto di tornare in campo per Rende e farlo da “allenatore e attaccante”, Principe non ci ha pensato due volte. Più volte ha ripetuto «voltarmi dall’altra parte mi sembrerebbe un atto di vigliaccheria anche nei confronti di tanti dirigenti, uomini e donne, che hanno contribuito a fare grande questa città». E lo ha fatto con rinnovato slancio, accompagnato da una squadra giovane e ambiziosa. Il nostro faccia a faccia è stato intenso e autentico. L’inizio è quello tipico tra due figli della stessa terra. Due rendesi che si riconoscono e si salutano con il rispetto e la complicità di chi ha condiviso storie e luoghi comuni. Le prime battute, leggere e sorridenti, sono bastate a rompere il ghiaccio.
Poi l’intervista entra nel vivo e iniziamo a parlare di Sandro Principe che, da sempre, rappresenta una delle figure centrali della storia politica di Rende e che oggi, si ripresenta con una veste del tutto nuova, affiancato da una coalizione composta in larga parte da under 36. Giovani professionisti, studenti, attivisti e cittadini motivati: una generazione che guarda avanti e che vede in Sandro Principe, una guida capace di unire esperienza e rinnovamento. Non da solo, circondato da quelli che lui chiama affettuosamente i suoi “giovanotti”, condivide la convinzione che la politica possa ancora essere un progetto collettivo, fatto di passione, idee e ascolto. E se il passato lo conosciamo già, sarà interessante vedere come questa inedita alleanza tra generazioni, potrà ridisegnare il futuro di Rende.
Il rilancio di Rende, il centro storico e i progetti e lo sviluppo economico
Proposte concrete di rilancio di una città in sofferenza: dalla pulizia e dalle strade alle infrastrutture. Dal policlinico universitario al centro storico, dallo svincolo di Settimo alla zona industriale; ancora dal terzo settore e dagli anziani fino al tema cruciale del referendum sulla città unica. Un referendum che ha visto la vittoria del “no”, risultato che ha di fatto acceso i motori della campagna elettorale attuale, restituendo centralità al dibattito sul futuro amministrativo e identitario di Rende, che dovrà fare sinergia anche con gli altri comuni. Non sono mancate nel corso della chiacchierata, le proposte e gli spunti legati allo sviluppo economico e al commercio locale: settori che per Sandro Principe necessitano di un sostegno strutturale, in particolare le piccole attività e l’artigianato. Tutto questo, però, con uno sguardo costante al centro storico.
Tra passato e futuro: la visione di un sindaco riformista
Il suo discorso si muove su due assi principali: il valore della memoria storica e l’urgenza di uno sguardo proiettato verso il futuro. L’esperienza familiare diventa testimonianza concreta di un impegno duraturo nel tempo e di un passato che ha fatto la storia: il nonno, il padre e ora lui, che dopo aver già amministrato la città, contribuendo in maniera incisiva a dare un volto e una identità al territorio, ritorna in campo per riottenere la fascia tricolore e proseguire nel lavoro di rinascita. «Io faccio un distinguo tra passato, presente e futuro – spiega Principe. – Il passato per me significa storia e nostalgia. Una cosa da un lato molto dolce, ma a volte anche amara. La storia che è una cosa diversa: va conosciuta, studiata e se è positiva, va anche apprezzata. E quando in questa storia sei stato un protagonista, diventa anche un vissuto, un’esperienza che serve per leggere il presente e quindi programmare anche il futuro».
I giovani che guardano al futuro ma anche al passato
Farlo con i giovani? «Certo, ce ne sono tanti nelle mie liste, ed è normale e caratteristico di una società pulita. Se vogliamo fare una battuta, anche simpatica, vanno più d’accordo i nonni con i nipoti che non i figli con i genitori. Quindi io ho tanti nipoti nella lista. Giovani ma anche storia. Quella che fa leggere un vissuto e ti fa vedere a che punto siamo arrivati, come oggi in questo caso, nella nostra città e quindi il tessuto urbano la società rendese, deve essere una base di partenza per fare il salto verso il futuro».
La storia di Rende: le infrastrutture nelle frazioni rurali
Parliamo di Rende e dei suoi cicli: «ne ha vissuti due. Il primo, è stato quello di dare alla città le infrastrutture. Rende è territorio molto articolato e se torniamo indietro nel tempo dobbiamo partire dagli anni ’50 con il centro storico, Arcavacata e poi il quartiere Roges, la stazione ferroviaria a Quattromiglia. Il primo impegno del comune socialista sono state le infrastrutture primarie in tutte le frazioni che erano rurali. L’acquedotto è stato realizzato da mio nonno e ancora ad oggi c’è una targa a ricordalo. Io ne sono molto orgoglioso. Questo vuol dire che la mia famiglia ha servito e dato stimolo sociale per la collettività».
La pianificazione urbanistica e la trasformazione in città
«Il secondo ciclo è stata la fase della pianificazione urbanistica voluta fortemente da mio padre con il primo piano regolatore. Con l’avvio di questa seconda fase Rende è diventato un territorio di arrivo per tante persone. Qui è iniziato il mio lavoro, quello di realizzare una e vera propria città con un punto fermo: ci siamo rifiutati di essere la periferia di Cosenza. Non mi è mai piaciuto il concetto di Rende periferica. Anzi, abbiamo anticipato le teorie di Renzo Piano sulle periferie – afferma con orgoglio Principe ricordando gli investimenti in scuole, piazze, biblioteche e chiese: «strumenti fondamentali per creare coesione sociale. A ciò si sono aggiunti i grandi progetti realizzati: la zona industriale, dove oggi operano 400 aziende, e l’Università della Calabria, che non è stata cosa di poco conto: abbiamo accolto 35.000 studenti con l’esproprio degli ettari di terreni per costruire un Campus per i rendesi”. Un miracolo economico e sociale per il candidato a sindaco.
Il riformismo come ideologia e il welfare familiare per Sandro Principe
«Quando io parlo di riformismo parlo di un’ideologia: fare sempre cose positive nel momento storico in cui si vive». E si torna a parlare dei giovani «guardare al futuro con la presenza giovanile al mio fianco è molto importante. Perchè il primo punto sarà aiutare i ragazzi e le famiglie, avere uno sbocco lavorativo ed essere sostenuti in una società che invecchia. Lo stop demografico è una delle debolezze che sta attraversando l’intera Italia. Rende come città del mezzogiorno, deve crescere anche dal punto di vista della natalità che, ricordo, segue il progresso e deve guardare alle donne. Non ci dovranno essere mai più conflitti sulla scelte se essere lavoratrice o mamme. Il municipio si dovrà far carico di questo: oltre dalla crescita economica e lavorativa, serve la costruzione di asili nido, scuole materne, oltre potenziare quelle esistenti, creando un vero e proprio welfare familiare».
Gli avversari politici di Sandro Principe
«Questa intervista – spiega il leader socialista – può essere argomento di ricerca e di spunto per i vari candidati a sindaco e su ciò che si deve fare nella città. Magari saranno pronti a confrontarsi in consiglio comunale e realizzare le cose che ci siamo detti». Ironicamente, fa emergere come qualcuno dei candidati spesso si “riallacci” anche ad episodi del passato: «a volte c’è qualche ironia. Ma mi fa molto piacere che la loro propaganda elettorale viene fatta con video e foto che immortalano le opere realizzate da Sandro Principe e dai riformisti».
Il Referendum sulla città unica e il no e la forza alla coalizione
L’intervista, intensa e articolata, non può che toccare il tema del referendum consultivo che ha bocciato la città unica. Un segnale chiaro da parte della popolazione, che ha deciso di mantenere la sua identità. «La gran parte dei rendesi che hanno votato per il no, si possono riconoscere non solo nella mia figura come sindaco, ma anche la nostra coalizione». Principe sottolinea come questa battaglia per l’autonomia «non sia una chiusura ma, al contrario, un’apertura verso una cooperazione più ampia. È in questo contesto che si riafferma la necessità di una politica riformista e concreta, fondata sulla giustizia sociale e sul sostegno all’impresa».
«Per redistribuire la ricchezza, bisogna prima crearla» ribadendo il suo impegno verso uno sviluppo economico sostenibile e innovativo. «Riformisti e socialisti, uniti dalla comune volontà di valorizzare le potenzialità di Rende. L’obiettivo è una crescita territoriale che non rinunci alla propria identità ma che sappia dialogare con le realtà limitrofe e fare sinergia, in primis con Cosenza. Difendere l’autonomia si, ma non come un arroccarsi retrogrado. La comunità rendese deve essere protagonista del suo futuro con un rapporto ampio con i comuni limitrofi e, mi auguro, non ci siano più pericoli di annessione anche se questa invalsa scelta».
Il nuovo policlinico universitario e le infrastrutture
«Abbiamo pensato al Policlinico ancora prima che lo immaginassero. Abbiamo espropriato oltre 250 ettari e i terreni sono già pubblici» spiega Principe evidenziando come il Comune abbia già predisposto le basi per la sua realizzazione all’Università. Per questo, ribadisce la necessità di potenziare le infrastrutture:
«ci batteremo per portare a termine il nuovo svincolo autostradale a Settimo di Rende e ci batteremo per la stazione ferroviaria a Santa Maria». In attesa del nuovo ospedale Principe ricorda come sia fondamentale anche l’ammodernamento dell’Annunziata, affinché i cittadini abbiano accesso a cure di qualità nei prossimi anni, in vista dell’inizio dei lavori che si prospettano lunghi e duraturi.
Il commissariamento e l’amministrazione Manna
Principe sorride mentre mi spiega che «Rende non ha i servizi base come prima. Le strade sono piene di buche e mal tenute, la pulizia lascia a desiderare, i giardini sono abbandonati, i marciapiedi pieni di erbacce e l’illuminazione è quella che è… insomma, lasciamo perdere i giudizi, ma i servizi essenziali per i cittadini vanno immediatamente potenziati».
«Quindi questi primi interventi li vedo come un impegno che durerà circa un anno, per riportare quello splendore visivo, di modernità e pulizia che sembra perso. E poi guarderemo avanti. Certamente, il danno maggiore che ha fatto la vecchia amministrazione è stato arrivare al commissariamento del Comune. È li che abbiamo perso il PNRR o meglio; con il PNRR l’ente ha fatto ha fatto solo manutenzione. Abbiamo qui vicino questa piazza (il riferimento è alla piazzetta a Commenda in via Ungaretti, nei pressi dell’hotel San Francesco) dove una volta c’erano dei pini trentennali. Hanno abbattuto i piniper mettere questi alberelli. Non a caso si chiama “albero di Giuda”, perché evidentemente qualche Giuda avrà lavorato per fare un danno alla città, installando panchine invasive e di cemento. Forse è stato fatto per poter dimostrare a Bruxelles che i soldi si spendevano. Ma i soldi si devono spendere bene».
«L’intervento straordinario, qual è il PNRR e anche l’agenda urbana, devono indirizzarsi verso iniziative straordinarie che un Comune non può fare con le sue risorse. Quando noi abbiamo gestito questa città, abbiamo utilizzato due agende urbane per fare un solo intervento: il Viale Principe e il Parco Acquatico gestito malissimo».
“PNRR e agenda urbana? Per fare manutenzioni”
«Si è pensato a fare manutenzione con il PNRR. E il centro per l’autismo è fallito. E i Commissari hanno fatto di peggio: non solo hanno mantenuto gli interventi manutentivi della vecchia amministrazione ma hanno continuato su questa strada anche con la nuova agenda urbana. E qui c’è anche una responsabilità grave della Regione. Quando gestivamo Cosenza – Giacomo Mancini in primis – e si arrivava a Rende, avevamo fatto una accordo con la Regione per cui le agende urbane (prima si chiamava PSU, dopo PISU) prevedevano 35 milioni per Rende e Cosenza in ogni programma regionale. E così è stato. Poi è arrivato chi lo ha portato da 35 a 21. Quindi già Rende avrà sei milioni in meno rispetto a prima. E che hanno fatto? Manutenzioni».
«Quindi, uno dei miei primi atti se diventerò sindaco di Rende – aggiunge Sandro Principe, sarà quello di smontare l’agenda urbana dei Commissari e riportare l’intervento straordinario alla sua funzione: fare cose che i Comuni, con l’intervento “ordinario”, non riescono a fare». E il PNNR? «Non so se riusciremo a recuperare qualcosa con il PNRR; lì si sarebbe potuto fare tantissimo ed invece… Mi auguro che ci sia qualche proroga, perché Rende ha delle infrastrutture, nel campo delle energie e dei rifiuti, che possono essere valorizzate con una serie di interventi strategici».
Il centro storico per Sandro Principe: una Ferrari ferma
In chiusura della nostra chiacchierata non possiamo non parlare con Sandro Principe del cuore di Rende: il centro storico. «Mi fa piacere che ci sia un rendese autentico voglia parlare di centro storico e discutere sulla tematica». Come ogni tornata elettorale la chiusura della campagna come di consueto e per abitudine, vedrà un comizio a Piazza degli Eroi.
«Noi rendesi del centro storico, noi comunità, abbiamo dato una grande dimostrazione di attivismo nel corso degli anni. Abbiamo una Ferrari che è ferma in un’autorimessa: dobbiamo farle fare una bella revisione e farla camminare. Come? Dobbiamo incentivare certamente l’artigianato, coinvolgendo l’impresa, oltre al suo aspetto primario di accoglienza e di turismo. Devono esserci una serie di piccole iniziative, favorire l’apertura di negozi di nicchia, di prodotti tipici e il ritorno. Parlerò sicuramente con il rettore dell’UINICAL per la consegna delle lauree a Rende paese. Anche ampliare le linee dei mezzi pubblici, parlando con il Consorzio, per potenziare i collegamenti».
«Quando abbiamo scelto di cambiare la sede comunale è iniziata una parte dello spopolamento e della perdita di vitalità del centro storico. Ma all’epoca è stata una scelta purtroppo dovuta; Non c’erano più le condizioni per poter lavorare all’interno del castello che ospitava il vecchio municipio. C’era questa esigenza».
«Crediamo, per concludere, in un patto tra i comuni, una rete di collaborazione per ridare vita ai nostri borghi partendo da Rende. Ecco, se parliamo di unione dei comuni, una cosa che dovremmo curare è la creazione del circuito dei centri storici, che farà bene al centro storico di Cosenza ed anche al nostro. La riapertura delle scale mobili: faremo il possibile per riattivarle». Sandro Principe beve un sorso d’acqua e ci saluta dopo una lunga chiacchierata.
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