RENDE – Dalla diffida a ripulire (non eseguita) all’ordinanza urgente dei commissari del Comune di Rende per l’immediata bonifica entro 5 giorni della discarica a cielo aperto ed il ripristino dei luoghi. Sabato avevamo scritto e documentato la situazione non più sostenibile, relativamente a quella montagna di rifiuti abbandonati (dati in parte anche alle fiamme) che oltre un mese sono accumulati nei pressi di Viale Principe, non distante del supermercato Conad.
Si tratta di rifiuti abbandonati in modo indiscriminato su un’area adibita a parcheggio, lunga 100 metri e larga 5, a ridosso del Torrente Surdo in via Edmondo De Amicis alle spalle di un grosso condominio. Emerge che già nel 2022 la stessa area venne già interessata dall’abbandono di rifiuti e successivamente bonificata dal proprietario, a seguito di un’ordinanza sindacale. L’8 maggio scorso, dopo un sopralluogo, la Polizia Municipale di Rende aveva denunciato la discarica abusiva ed il relativo reato alla Procura della Repubblica.
La relazione dell’Asp sulla discarica “possibile infestazione”
Il 4 giugno, a seguito di un’ispezione, l’Asp di Cosenza, nella sua relazione, aveva evidenziato anche il pericolo per la salute pubblica per la presenza di “rifiuti di varia natura”. In particolare, si leggeva nella relazione “nella predetta area di deposito abusivo, oltre ad una notevole quantità di rifiuti di tipo differenziato, si è constatato – si legge nella relazione – l‘abbandono di prodotti di combustione di rifiuti di natura domestica, materiale vario di risulta, nonché carcasse di elettrodomestici ed in parte, vicino a tre grandi contenitori di plastica, grosse buste contenenti rifiuti organici.
Considerata la vicinanza di un corso d’acqua e di una folta vegetazione selvatica che potrebbe essere all’origine di una “possibile infestazione dell’area” in oggetto, nonché le prevedibili emissioni in atmosfera derivanti dal reiterarsi della combustione di materiali abbondandoti ed infine la collocazione della discarica a breve distanza da insediamenti urbani l’Asp si raccomandava di “provvedere in tempi brevi alla rimozione ed alla bonifica di tutta l’area interessata”.
“L’area versa in condizioni di precarietà ambientale”
Nonostante la diffida di una settimana nulla è cambiato. Non solo la discarica è sempre la, ma i rifiuti abbandonati aumentano giorno dopo giorno. La triade di Commissari che guida il Comune di Rende ha così emesso un’ordinanza nella quale evidenzia che “l’intera area versa in condizioni di elevata precarietà ambientale, sicuramente non più procrastinabile nel tempo, e rappresenta un elevato rischio di inquinamento per il suolo, il sottosuolo, aria e acqua”. Ad oggi “non è stato posto in essere alcun atto finalizzato alla rimozione dei rifiuti”. È dunque “necessario, in tempi ristretti – si legge nell’ordinanza – provvedere alle operazioni di rimozione e smaltimento o recupero di tutti i rifiuti, al fine di ripristinare lo stato deli luoghi e le condizioni di sicurezza sanitaria ed ambientale del sito“.
“Bonificare entro 5 giorni ed evitare che si ripeta”
Anche se in molti incivili, sfruttando la presenza di una discarica abusiva ne approfittano per continuare a buttare rifiuti, per i commissari il condominio in cui si trova la discarica “non è esimenti da colpa” stante “l’omessa vigilanza dell’area in questione, interessata da tempo dall’abbandono continuativo e incontrollato dei rifiuti, già oggetto di Ordinanza Sindacale del 2022, con la conseguente rimozione dei rifiuti da parte della stessa proprietà”.
Viene dunque ordinato all’amministratore del Condominio nel quale sono depositati i rifiuti di “provvedere con la massima urgenza e comunque entro e non oltre 5 giorni, alla rimozione al successivo recupero o smaltimento dei rifiuti, di ripristinare lo stato dei luoghi, porre in essere le misure necessarie per impedire l’abbandono incontrollato dei rifiuti e comunicare al Comune l’avvenuta bonifica al fine di consentire di effettuare le opportune verifiche”. Copia dell’ordinanza è stata inviata anche ai Carabinieri Forestali, alla polizia locale di Rende e alla Procura della Repubblica.