COSENZA – Incredibile ma vero: Corso Vittorio Emanuele deve essere nuovamente chiuso al transito perché la messa in sicurezza non è stata completata con l’istallazione dei sistemi e strumenti di monitoraggio del movimenti franosi. Il 12 giugno scorso, con tanto di rappresentanza comunale guidata dal Sindaco Caruso, assessori e membri della maggioranza, era stato riaperto al traffico, dopo quasi sei anni di chiusura a causa di una frana, Corso Vittorio Emanuele nel quartiere di Portapiana. Lavori ultimati, hanno più volte assicurato dal Comune, con la messa in sicurezza del tratto di strada e che rientravano tra quelli programmati dall’Amministrazione per la mitigazione del rischio frane nel centro storico e nelle frazioni.
Tutto bene quel che finisce bene? Sembrerebbe invece di no, visto che quella strada senza i sistemi di allertamento non poteva essere riaperta: “non sussistendo a tutt’oggi, le condizioni per l’apertura di via Vittorio Emanuele II, in assenza di dispositivi e strumentazione di preannuncio dei fenomeni franosi che non garantiscono la tutela pubblica incolumità e in assenza di Collaudo tecnico amministrativo ovvero Relazione di fine lavori e conformità che ne attesti la regolare installazione secondo il progetto”. È quanto scritto nero su bianco in un’ordinanza firmata dalla dirigente del Settore 11 Antonella Rino (tra l’altro anche RUP dell’intervento fino al 02 maggio) che di fatto ha annullato l’ordinanza del 12 giugno scorso che permetteva la riapertura della strada.
Manca la Relazione di fine lavori e conformità
Tutto ruota intorno alla richiesta di revoca dell’ordinanza dirigenziale del settore Protezione civile del 2019 chi di fatto chiudeva la via di Portapiana a seguito del noto crollo. Revocata quell’ordinanza la strada poteva essere riaperta. Ma in riscontro a tale richiesta, la dirigente del Settore 11, il 10 giugno, aveva motivato tecnicamente “l’impossibilità di procedere alla richiesta revoca“, in quanto l’intervento di messa in sicurezza non risulta completato, “mancando ancora l’istallazione della strumentazione, pure prevista in progetto, per il controllo da remoto mediante appositi sensori, elementi imprescindibili della messa in sicurezza e, dunque, prodromica all’apertura della strada, esposta a caduta massi dal versante del Colle Pancrazio.
Circostanza che, peraltro, impedisce il Collaudo Tecnico amministrativo (ovvero Relazione di fine lavori e conformità) per la mancanza della strumentazione per il preannuncio e il monitoraggio prevista in progetto, a completamento dell’intervento di mitigazione del rischio idrogeologico. La stessa dirigente, avendo dovuto assentarsi per qualche giorno per motivi personali, aveva lasciato espressa consegna in tal senso “ribadendo la necessità della strumentazione per il preannuncio e il monitoraggio del fenomeno franoso classificabile come crollo, quindi con caratteristiche repentine di innesco ed evoluzione, in assenza della quale non si sarebbe conseguita la tutela della pubblica incolumità, pure espressamente invocata nella nota a firma del Segretario Generale”.
“Necessità del completamento del sistema di allertamento previsto in progetto allo stato mancante”
In più, la stessa dirigente, “a seguito di interlocuzione telefonica, avendo appreso che, contrariamente alle determinazioni dalla stessa comunicate con la nota del 10.06.2024, in qualità di sostituto della scrivente, assente per ferie, stava predisponendo ordinanza dirigenziale di revoca dell’ordinanza n. 45/2019” intimava con un vero e proprio Ordine di Servizio, di “non procedere alla formalizzazione della stessa per le motivazioni contenute nella richiamata nota del 10.06.24. In sostanza si continua a ribadire la necessità del completamento del sistema di allertamento previsto in progetto allo stato mancante, prima di procedere alla riapertura della viabilità, essendo il sistema di preannuncio parte integrante della messa in sicurezza stradale che si intende conseguire, non sostituibile da qualsivoglia misura di controllo periodico a vista da parte di addetti o da altra misura”.
Ed invece, disattendendo quanto stabilito, l’ordinanza del 2019 è stata revocata permettendo così la riapertura al traffico e ai pedoni di Corso Vittorio Emanuele “delegando il Comando di Polizia Municipale ad eseguire quotidianamente i controlli prescritti nell’Ordinanza, in assenza del previsto controllo strumentale di progetto”. Ma lo stesso Comando della Polizia Municipale aveva rilevato “l’incompetenza tecnica e l’impossibilità ad eseguire quotidianamente i controlli prescritti nell’Ordinanza a carico del comando P.M., circostanziando, inoltre, “la prevedibile difficoltà operativa del controllo visivo richiesto ed evidenziando la necessità di modifica dell’Ordinanza nella parte delle predette prescrizioni dirette al Comando P.M.”
“Permane il pericolo crolli”
L’ordinanza di chiusura della dirigente evidenzia che “il sistema di monitoraggio previsto in progetto giochi un ruolo fondamentale per la messa in sicurezza e la mitigazione del rischio per la particolare tipologia dei fenomeni franosi da classificare come Crolli che, diversamente dagli smottamenti, per la repentinità che li contraddistinguono, non forniscono alcun segno premonitore registrabile a vista”.
“Il grave evento verificatosi nella giornata del 16.12.2019 lascia ancora presagire la possibilità di ulteriori distacchi di materiale lapideo posto in fondazione del muro di cinta del Castello, già disgregatosi, e dal torrino di epoca medievale con materiale lapideo incoerente e in equilibrio instabile, manufatti tutti sottoposti a vincolo archeologico”. Ed ancora che “allo stato, l’interesse preminente alla tutela della pubblica incolumità non appare adeguatamente tutelato, tenuto conto della mancanza del collaudo tecnico amministrativo per l’assenza degli apprestamenti e forniture previsti in progetto, quali il sistema di preannuncio di eventi repentini e improvvisi come il crollo di materiale lapideo dal versante del Colle Pancrazio aggettante sulla via Vittorio Emanuele II, in grado appunto di preannunciare le cadute di materiale più significative e pericolose”.
“Non sussistendo, al momento dell’emanazione della predetta Ordinanza e a tutt’oggi, le condizioni per l’apertura della strada via Vittorio Emanuele II, in assenza di dispositivi e strumentazione di preannuncio dei fenomeni franosi che non garantiscono la tutela pubblica incolumità e in assenza di Collaudo tecnico amministrativo ovvero Relazione di fine lavori e conformità che ne attesti la regolare installazione secondo il progetto, precisando che continuano a rimanere valide le condizioni, le circostanze e gli ordini già impartiti con le Ordinanze dirigenziali n. 45/2019 e n. 46/2019″.