RENDE – Continua la protesta, al centro residenziale dell’Università della Calabria, a causa dei lavori che dovevano prevedere la costruzione di 700 alloggi studenteschi, lavori che – secondo gli studenti – non sono mai stati ultimati per il fallimento dell’azienda.
“Abbiamo iniziato le lezioni il 27 settembre – dice durante la manifestazione uno studente – ma ancora non abbiamo ricevuto l’alloggio. Viviamo una situazione di forte disagio è umiliante. Ci troviamo a combattere tra il senso del dovere, che ci spinge a dover seguire le lezioni, e a una situazione di precarietà abitativa. Alcuni studenti hanno trovato una soluzione provvisoria da amici e colleghi. Altri sono costretti ad affrontare lunghi viaggi, anche di 100 chilometri al giorno andata e ritorno, per proseguire gli studi. Alcuni hanno rinunciato lasciando l’università. Non è giusto – incalza il giovane – la saturazione della carenza di alloggi non è un nostro problema e soprattutto non è una nostra colpa anzi, è un nostro diritto. La colpa è di qualcun altro che, dopo mesi d’attesa, ha comunicato a 168 alunni aventi diritto di essere rimasti fuori perché: “i posti sono finiti. Così oltre il danno la beffa e la rabbia – conclude lo studente – si è trasformata in disperazione”.
“Dagli organi dell’Ateneo e dalla Regione Calabria – fa sapere il coordinamento studentesco – pretendiamo spiegazioni e soluzioni immediate per tutte le studentesse e gli studenti che ad oggi non hanno una casa e, allo stesso tempo, pretendiamo soluzioni strutturali e di lungo periodo per garantire il diritto all’abitare e quindi il diritto allo studio a tutti gli studenti e le studentesse, senza sprechi di denaro pubblico e occasioni di speculazione, nel solo ed unico interesse della comunità studentesca!”.