Area Urbana
LA PROTESTA
“Acqua, pretendiamo risposte”: la protesta a Rende contro Sorical
Questa mattina, cittadini e attivisti si sono riuniti, in piazza Matteotti per denunciare la crisi idrica che va avanti da settimane tra Cosenza e Rende
RENDE – Questa mattina, cittadini e attivisti si sono riuniti, in piazza Matteotti per denunciare la crisi idrica. «Situazione inaccettabile, serve chiarezza e rispetto dei diritti essenziali.» Da settimane, in tutta l’area urbana di Cosenza e Rende, viviamo con una costante assenza di acqua corrente. Una situazione insostenibile che sta rendendo la vita impossibile a famiglie, studenti e commercianti, costretti a fare salti mortali e a riorganizzare le proprie giornate in base alla mala-comunicazione della Sorical, la società che gestisce il servizio idrico regionale. Proprio ieri un consiglio comunale a Rende per affrontare la crisi idrica e in cui Sorical punta su gestione integrata, ingegnerizzazione delle reti e maggiore responsabilità di cittadini e amministratori di condominio.
Come tutti sanno, la cattiva gestione del sistema idrico non è una novità. Nel 2025, nella maggior parte dei quartieri, l’acqua è garantita solo fino al pomeriggio. Se molti riescono a far fronte a questo disagio è solo grazie ai sistemi di accumulo dei condomini, che però non tutti possiedono. Una condizione definita dai cittadini “una vergogna inaudita”, che gli amministratori sembrano voler far passare come normalità o come frutto di cause imprevedibili. La verità, dicono i manifestanti, è un’altra: «La politica, nei decenni, è stata incapace di investire nella rete idrica, incapace di battere i pugni per ottenere i fondi necessari. E quando i fondi c’erano, è stata incapace di spenderli adeguatamente.» Come spesso accade, ora si assiste al solito scaricabarile tra Comuni, Regione e Sorical. Ma è un dato di fatto che i vertici dell’azienda sono nominati direttamente dalla politica regionale.
Nel frattempo, chi difende i cittadini privati del diritto all’acqua corrente?
Oltre ai disagi quotidiani, a molti è arrivata una lettera di Sorical che minaccia il taglio dell’utenza per morosità, mentre continuano ad arrivare bollette salatissime giustificate da una presunta “erogazione del servizio”. «Ma da decenni — si chiedono i cittadini — i soldi delle bollette a cosa sono serviti? Qual è il servizio offerto?» La misura è colma: «La situazione non è più sostenibile. Gli amministratori non possono girarsi dall’altra parte né lavarsi le mani scaricando le responsabilità. Pretendiamo chiarezza.»
Manifestazione a Rende: “Acqua, pretendiamo risposte”
Questa mattina, davanti alla sede provinciale di Sorical in piazza Matteotti a Rende, si è tenuta la manifestazione annunciata nei giorni scorsi.
Uno striscione con un messaggio chiaro: “Acqua: pretendiamo risposte.” A prendere la parola, tra i tanti, Stefano Catanzariti dell’Unione Sindacale di Base (USB), che ha ribadito il senso della protesta: «Stamattina siamo qui davanti alla sede della Sorical per chiedere risposte. Non chiediamo più acqua, perché è un diritto. Pretendiamo che sia garantita. La situazione è diventata inaccettabile.»
Un centinaio di persone si sono riunite in piazza per denunciare una crisi che colpisce tutti, indipendentemente dal reddito, dal quartiere o dal fatto di essere in regola con i pagamenti. «È impensabile che nel 2025 ci siano persone costrette a stare tutto il giorno senza acqua — spiega Catanzariti —. Senza poter garantire l’igiene personale, cucinare, lavare. È una condizione indegna per una città che si definisce civile.»
Continua Catanzariti – «Come gestore unico del servizio, Sorical deve garantire l’acqua a tutti, a prescindere dalla questione della riscossione. L’acqua è un diritto universale, sancito per legge. Né la morosità né la siccità possono essere usate come scuse. La siccità non nasce oggi e non finirà domani: serve una gestione intelligente e strutturata.»
Responsabilità politiche: i sindaci: “Siano loro a chiamare le piazze”
Servono risposte immediate per tamponare l’emergenza e un piano serio per il futuro. «Non possiamo pensare di rifare tutto il sistema idrico da zero senza risolvere intanto i problemi quotidiani. Serve una gestione digitale e trasparente del ciclo dell’acqua, dal monte alla valle. Nel frattempo, occorre garantire un minimo vitale di fornitura costante.» Ma il problema, sottolineano, non è solo tecnico. È anche politico. «I sindaci si attivano quando si parla di costruire ospedali o stadi, ma sull’acqua — che è il primo servizio essenziale e già unificato — nessuno fa fronte comune. Parlano di “città unica” e di servizi integrati, ma sul servizio idrico regna il silenzio.» conclude Stefano Catanzariti USB – «Il sindaco Caruso e il sindaco Principe dovrebbero essere in prima linea . Dovrebbero essere loro a chiamare le piazze, a mettersi davanti ai cittadini, e imporre alla Regione di risolvere questa emergenza.» Il messaggio finale è chiaro: l’acqua è un diritto, non un privilegio, e i cittadini dell’area urbana non intendono più accettare il silenzio e l’inerzia delle istituzioni.
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