Post violento contro la Boldrini, Spagnuolo: “sulla rete non si può fare ciò che si vuole” (AUDIO)

E’ stato denunciato per ‘minaccia aggravata’ Gianfranco Corsi, l’artigiano di 58 anni della provincia di Cosenza che ha pubblicato sul suo profilo un fotomontaggio che mostrava la presidente della Camera, Laura Boldrini, sgozzata da un nigeriano.

 

COSENZA – Conferenza stampa in Procura a Cosenza, convocata dal Procuratore Mario Spagnuolo alla presenza del procuratore aggiunto Marisa Manzini, di Pietro Gerace, dirigente della Digos di Cosenza, del Questore di Cosenza Giancarlo Conticchio, del dirigente della postale di Cosenza Tiziana Scarpelli e di Vincenzo Cimino, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Calabria. Il caso riguarda il 58enne identificato in Gianfranco Corsi, denunciato per ‘minacce aggravate’ dopo che gli agenti del Centro anticrimine informatico della Polizia grazie anche alla collaborazione di Facebook hanno recuperato i dati necessari per identificarlo. Si sarebbe trattato del gesto di un uomo che sul suo profilo era solito ‘lamentarsi’ anche con post discutibili di ciò che secondo lui, non va bene in Italia.

“Internet, un luogo non luogo dove si crede di poter fare qualsiasi cosa”

Il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo ha spiegato che al 58enne è stato contestato il reato “di minaccia aggravata ed è perseguibile d’ufficio” e che tutta la vicenda sia nata dalla segnalazione di un gruppo facebook di Milano, che ha allertato subito la polizia postale di Roma. “Nell’arco di 10-12 ore si è arrivati all’identificazione, alla chiusura del profilo ed è stata data la possibilità alla Procura di procedere penalmente nei confronti dell’autore. E’ una persona incensurata, che ha fatto questa cosa: qui c’è tutto un discorso che spetterebbe agli esperti di comunicazione sull’utilizzazione della rete che viene fatta con una certa disinvoltura come se sulla rete si possa fare qualsiasi cosa, si può delinquere e commettere reati dai più banali ai più complicati perchè è un ‘luogo non luogo’ dove si può fate tutto. Questo non è e finisce per diventare questa serie di comportamenti, un problema sociale, grave e importante”. Questo non è più un problema di carattere penale, ma sociale. Occorre  a mio parere una disciplina normativa che sappia coniugare il diritto di espressione del cittadino  penalmente garantito con il rispetto di altri  valori. Noi svolgiamo un ruolo marginale. Alla fine, quando chiudiamo un procedimento penale si conclude con una condanna a poche centinaia di euro di multa che il condannato, tra l’altro, nemmeno paga. C’è un problema di fondo, è un problema del legislatore . Prendo atto che il Ministro degli Interni ha recentemente creato questa sorta di task  Force per l’individuazione del fake news ma è insufficiente. Ritengo che sia uno dei primi compiti del legislatore dopo le elezioni del nuovo Parlamento affrontare questo problema».

L’uomo accusato di minacce aggravate, e comunque sarà aperta un’indagine: “Le indagini sulla rete sono complicatissime – ha spiegato il procuratore Spagnuolo – per il fatto che in rete si annulla il rapporto spazio temporale, e questo crea problemi sull’individuazione, sul luogo e sul tempo del commesso reato. Con le nostre rigide regole sulla competenza ciò diventa un problema. Perchè molto spesso la condotta sulla rete viene filtrata da intermediari, provider, gestori dei siti che hanno i loro server non in Italia ma altrove. Ci sono problemi tecnici complessi ma il problema di fondo è quello sociale, perchè c’è un aumento esponenziale di questi reati da parte di chi pensa che sulla rete sia tutto possibile”.

ASCOLTA le dichiarazioni del procuratore Spagnuolo

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Giancarlo Conticchio, il questore di Cosenza sottolinea la pronta reazione da parte della polizia di Stato. «Per il tramite del servizio della polizia postale  e delle comunicazioni e per l’ufficio che si occupa delle frodi informatiche, si è attivato subito il meccanismo dell’identificazione della persona che aveva messo in rete questa notizia tramite Facebook. La mia  vuole essere solo una conferma delle professionalità della polizia postale  del Cnaipic e della polizia postale di Reggio Calabria, perché tramite software e ricerche informatiche si era addivenuti già nella giornata di sabato pomeriggio all’identificazione della persona». Il questore racconta le fasi antecedenti il blitz «Poi c’è stato un breve consulto con la Digos della questura di Cosenza e con il procuratore Spagnuolo per capire i movimenti da fare, si è deciso poi  ieri mattina di entrare in azione. Voglio lanciare un messaggio: molto probabilmente abbiamo bisogno che la gente sia educata all’uso consapevole del web perché non ci si rende conto del danno che può fare uno strumento informatico che è appunto internet».

 

Vincenzo Cimino, dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Calabria ha spiegato che la foto, secondo i primi accertamenti, sarebbe stata condivisa: “Corsi Gianfranco era l’utilizzatore di questa utenza che corrispondeva alla persona segnalata sulla pagina che ha allertato la polizia postale. Gli strumenti che abbiamo sequestrato sono ancora al vaglio. La foto sarebbe presumibilmente stata acquisita e poi riutilizzata per essere reimmessa in rete attraverso Facebook; sul contenuto è in corso un accertamento per verificare se sia stato aggiunto dopo”.  La polizia postale è presente nelle scuole per sensibilizzare all’uso corretto di internet, dei social network, gli strumenti a cui siamo connessi h 24 al web ma non è soltanto un problema di sensibilizzare i ragazzi, i minori, gli adolescenti. In questo caso c’è da dire che gli adulti dovrebbero essere più attenti nell’utilizzo di piattaforme che, di fatto, consentano sì l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, che è la libertà di espressione del proprio pensiero della comunicazione che come polizia di Stato e postale  siamo tenuti a garantire nella sicurezza delle comunicazioni, ma certamente bisogna stare attenti a prendere iniziative che di fatto sulla piazza virtuale conta milioni di spettatori»

procura foto boldrini 02“Questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici” recitava il post apparso su Facebook e denunciato dal gruppo Sentinelli di Milano. Corsi non apparterrebbe a movimenti radicali o estremisti e ieri in sua difesa era intervenuto anche il fratello, Roberto Corsi: “Non siamo né di destra né di sinistra ma per una giustizia giusta. Mio fratello ha tanta rabbia in corpo contro l’illegalità perché è illegale stare da clandestini”.

Roberto Corsi, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Università della Calabria. Ma l’imprenditore di Montalto Uffugo, fratello dell’autore della pubblicazione del post, non è nuovo a proteste eclatanti, contro il sistema tasse e contro Equitalia e l’Agenzia delle Entrate.

 

 

 

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