Area Urbana
Rosa Vespa ai domiciliari: i legali dei genitori della piccola Sofia impugnano la decisione
COSENZA – È uscita dal carcere Rosa Vespa, la donna accusata del rapimento della piccola Sofia Cavoto, sottratta lo scorso 21 gennaio dalla Clinica Sacro Cuore di Cosenza e ritrovata poche ore dopo nell’abitazione dell’indagata. Dopo sei mesi nella casa circondariale di Castrovillari, Vespa ha ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari, in attesa dell’installazione del braccialetto elettronico.
“Abbiamo proposto istanza al pubblico ministero al fine di sollecitare l’impugnazione di un provvedimento che per noi è inammissibile perché non ci è mai stato notificato nulla. Nè la prima istanza con la quale si chiedevano i domiciliari con braccialetto elettronico, nè la seconda, con la quale si chiedevano i domiciliari senza braccialetto elettronico, non essendo al momento lo stesso disponibile”. Questo quanto affermano i due legali, gli avv.ti Paolo Pisani e Chiara Penna: “questa seconda istanza tra l’altro, non vede neanche il parere del pubblico ministero. Quindi al di là del merito della questione, per noi c’è un problema tecnico procedurale perché siamo stati estromessi dal contraddittorio, che invece è previsto per i reati con violenza sulla persona”.
“Che non incroci più la strada della famiglia di Sofia”
“Detto ciò non ci interessa dove si trovi la signora Vespa. Ci interessa che non incroci mai più la strada dei signori Chiappetta e Cavoto e dei loro bambini. Ma sopratutto ci interessa che effettivamente le esigenze cautelari siano tutelate. E non nei confronti di Sofia, sia chiaro: escludiamo totalmente possa accadere qualcosa alla piccola. Mi riferisco ad un pericolo di reiterazione in generale considerato il quadro che emerge dagli atti. Il CT della procura ha ritenuto l’imputata pienamente capace e di media pericolosità psichiatrica. Per il resto aspettiamo di conoscere come si determinerà il GIP e se accoglierà la richiesta di rito abbreviato condizionato alla perizia. Noi speriamo proprio di sì, perché dopo essersi sottoposta ai test ed ai colloqui con gli altri ct, ha rifiutato di sottoporsi ai colloqui solo con le nostre consulenti dimostrando così piena capacità di autodeterminazione e discernimento. Finalmente avremo modo di dire la nostra su diversi aspetti”.
“Incredibile che nessuno dei familiari di Vespa fosse al corrente di nulla”
L’avvocato Chiara Penna aggiunge: “più stupefacente di questo provvedimento ci appare solo l’idea che gli inquirenti pare credano davvero, che nessuno dei familiari di Vespa fosse al corrente di nulla. Che il marito e tutti i familiari abbiano creduto alla storia che una donna di 51 anni, con utero fibromatoso ed un’operazione delicata che ha messo – cito proprio gli atti difensivi che prima non conoscevamo, ma oggi sì – in discussione il fatto di poter rimanere incinta, sia riuscita non solo a concepire, ma a partorire naturalmente ed a tornare a casa in sole 24 ore, tutto da sola, senza che nessuno le sia mai stato accanto è singolare. Proprio in considerazione del miracolo in corso e del livello socio culturale della famiglia, nonché di Moses, è davvero un racconto incredibile”.
Dunque i legali dei genitori della neonata, Valeria Chiappetta e Federico Leo Cavoto, hanno impugnato il provvedimento denunciando una “situazione lesiva del diritto di difesa e del diritto al contraddittorio”, ritenendo che la parte offesa sia stata esclusa ingiustamente dal procedimento. «Non sono stati presentati elementi nuovi e il parere del PM è stato aggirato» parlando di una procedura “gravemente viziata” che potrebbe incidere sull’intero impianto accusatorio.
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