Provincia
A San Giovanni in Fiore abbattuto l’ecomostro, Legambiente «sono oltre 500 gli abusi edilizi»
 
																								
												
												
											SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – “E’ sicuramente una buona notizia l’abbattimento a Rovale di un vecchio rudere da parte del comune di San Giovanni in Fiore, ma sono ancora più importanti le parole della sindaca Rosaria Succurro quando afferma che le opere abusive devono essere eliminate e dichiara guerra alla cementificazione selvaggia. Ci sono voluti 50 anni, e una sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la legittimità della deliberazione dell’amministrazione comunale, per vedere finalmente abbattuto un vecchio rudere in località Rovale nel Parco nazionale della Sila, ma la nostra speranza che non ci si limiti a questo abbattimento spot ma si rispristini la legalità nell’intero territorio comunale dove sono presenti innumerevoli abusi e utilizzi illegittimi di proprietà pubbliche”.
Sono le parole del presidente del Circolo Legambiente Sila, Antonio Nicoletti, che comunque da “atto alla sindaca Succurro di aver operato una scelta di legalità e, a differenza dei suoi predecessori, non ha ignorato le norme che impongono di procedere all’abbattimento di una struttura abusiva che deturpava il territorio. Per questa ragione incoraggiamo la Sindaca a continuare su questa strada e approfittiamo di questa occasione per chiederle di conoscere lo stato delle oltre 500 ordinanze di demolizione di manufatti abusivi realizzati nel territorio comunale dopo il 2002 e dichiarati esecutivi dalla Procura della Repubblica di Cosenza già da alcuni anni”.
“Anche per gli oltre 500 abusi edilizi, un vero e proprio ecomostro diffuso nel territorio urbano ed extraurbano – dichiara Nicoletti – è necessario che l’amministrazione intervenga con decisione e renda pubblici gli elenchi e la consistenza degli abusi che sono passati in giudicato e possono essere resi esecutivi ed essere abbattuti, perché non ci sono esigenze di privacy che possono ancora tutelare chi ci ha rubato il futuro ed ha deturpato il nostro territorio. La sindaca dichiari la tempistica delle demolizioni e lo stato di ogni singolo procedimento anche per capire dove verranno reperite le risorse necessarie per sanare gli abusi e, su come rigenerare il territorio da questi abusi, siamo disponibili a dare un contributo”.
“Infine, siamo ancora in attesa dal 2008 che si completi l’iter per l’approvazione del Piano strutturale comunale (PSC) attraverso il quale si è dichiarato di voler abbattere del 70% le previsioni del vecchio Piano regolatore generale redatto nel 1999 che conteneva la previsione di realizzare case per 114mila abitanti. Un Piano regolatore generale che solo Legambiente Sila contestò perché proponeva nuove e inutili edificazioni e consumo di suolo in un Comune che, secondo gli ultimi dati ISPRA disponibili, oggi ammonta a 514 ettari complessivi di territorio comunale consumato con una crescita di 25 ettari tra il 2006 e il 2022″.
“Aspettiamo chiarimenti sullo stato degli abusi edilizi dichiarati esecutivi dalla Procura e fin qui non ancora eseguiti, e chiediamo che si intensifichi il recupero degli spazi pubblici indebitamente occupati da privati come avviene, ad esempio, all’ingresso nord della Città dove da decenni si consuma sotto gli occhi di tutti l’affronto dell’occupazione abusiva di uno spazio comune. Un esempio come tanti altri di usurpazione di terre pubbliche che i sangiovannesi conoscono bene”.
 
                        
 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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