LA DDA ha chiesto la condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione nei confronti dell’ex governatore della Calabria, imputato per corruzione e abuso d’ufficio, nel processo con rito abbreviato
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CATANZARO – Nel processo con rito abbreviato che vede imputato l’ex governatore della Calabria Mario Oliverio, la DDA ha chiesto la condanna a quattro anni e otto mesi di reclusioni. Corruzione e abuso d’ufficio, sono questi i capi d’imputazione nei confronti di Oliverio nel processo “Lande desolate” che prende il nome dall’operazione che cerca di fare luce sulle anomalie riscontrate nella realizzazione di tre opere pubbliche: l’aviosupercie di Scalea e l’ovovia di Lorica, mai completate, e il restyling di Piazza Bilotti a Cosenza. Mario Oliverio è difeso dagli avvocati Armando Veneto e Vincenzo Belvedere a cui spetta ora l’ultima parola. La sentenza dovrebbe essere emessa il 7 dicembre. Per questa vicenda, a dicembre del 2018 l’ex governatore venne colpito dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora confermata dal Tribunale della Libertà di Catanzaro e annullata invece dalla Corte di Cassazione. Secondo la Procura Oliverio, Nicola Adamo e la Bossio ci sarebbe stato un accordo illecito per rallentare nel 2016 i lavori di Piazza Bilotti in concorso con il direttore dei lavori Francesco Tucci e all’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri. Proprio a quest’ultimo sarebbe stato avvantaggiato nel ricevere con una sua società i lavori dei nuovi impianti sciistici di Lorica. Nel processo sono imputati anche l’ex consigliere regionale Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio deputata del Pd. Gli indagati che hanno scelto il rito ordinario sono Giorgio Ottavio Barbieri, Carlo Cittadini, Vincenzo De Caro, Ettore Della Fazia, Gianbattista Falvo, Gianluca Guarnaccia, Carmine Guido, Rosaria Guzzo, Pasquale Latella, Damiano Francesco Mele, Gerardo Mario Oliverio, Marco, Oliverio, Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio, Marco Trozzo, Francesco Tucci, Arturo Veltri, Luigi Giuseppe Zinno.