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Inchieste giudiziarie, incidenti e vittime. Lorica e non ha pace e ripiomba nell’incubo
La crisi economica, l’agognato rilancio e le inchieste giudiziarie. Lorica ripiomba nell’incubo dopo il tragico incidente mortale di ieri
COSENZA – Doveva essere una giornata di divertimento, all’insegna del sole e della neve. Invece si è trasformata in una giornata di lutto per l’ennesimo tragico incidente sul lavoro. A perdere la vita l’ingegnere 58enne Alessandro Marcelli, direttore delle infrastrutture e patrimonio delle Ferrovie della Calabria, nonché direttore di esercizio degli impianti di risalita di Lorica e Camigliatello, sul rilievo della Sila. E proprio l’impianto di Lorica gli è stato fatale. Una cabina lo ha colpito mentre stava effettuando le ultime verifiche prima dell’apertura al pubblico dell’impianto. L’uomo, descritto dalla società per cui lavorava e dai colleghi come un “professionista amato e stimato anche per le sue doti umane riconosciute da tutti” e “dedito al lavoro”, stava eseguendo i consueti controlli preapertura nella stazione di arrivo e partenza a valle dell’impianto, un capannone coperto ed aperto sui lati. Tanta la gente in attesa dell’avvio della cabinovia per trascorrere una giornata sulla neve. Qualcosa però è andato storto. Marcelli, secondo una prima ricostruzione basata sul racconto dei colleghi, è stato colpito ad una spalla da una cabina. Caduto violentemente a terra avrebbe battuto la testa, ma la dinamica è al vaglio degli inquirenti.
Chi era sul posto ha subito bloccato l’impianto, ma i soccorsi sono risultati vani. In conseguenza del fermo, sei operai impegnati a loro volta nelle operazioni di verifica, sono rimasti bloccati in due cabine ad alcune decine di metri dal suolo. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco del nucleo Saf (Speleo alpino fluviale) che con le funi sono riusciti a farli scendere a terra, incolumi. “Era dedito al lavoro. Era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare”, il ricordo di un collega. “E’ stata una fatalità, era un gesto che ripeteva quotidianamente” ha detto un altro. Se veramente sia stata solo una tragica fatalità lo dovrà accertare la Procura della Repubblica di Cosenza che ha avviato un’indagine disponendo il sequestro dell’impianto per permettere di svolgere tutti i rilievi tecnici che saranno necessari per ricostruire la dinamica esatta di quanto accaduto. I carabinieri della Compagnia di Cosenza e della Stazione di Casali del Manco, intanto, hanno iniziato a visionare i filmati del sistema di videosorveglianza per accertare se l’incidente sia stato ripreso dalle telecamere. Intanto l’impianto è stato chiuso fino a data da destinarsi con le cabine poste sotto sequestro. E Il comprensorio sciistico di Lorica ripiomba nell’incubo.
Nel 2016 la morte dell’operaio Enzo Bloise
Lorca era già stato teatro di un altro incidente mortale sul lavoro il primo dicembre 2016. Allora due operai, impegnati nei lavori della nuova seggiovia Valle Cavaliere/Codecola di Coppo, che porta le cabine fino in prossimità della cima del monte Botte Donato, erano precipitati da una ventina di metri dopo che il cestello su cui si trovavano si era staccato dai cavi schiantandosi violentemente sul terreno. Uno dei due, Enzo Bloise, di 31 anni, originario di Laino Borgo ma residente da tempo a Savona morì, mentre il collega Stefano Sassone, giovanissimo ragazzo di 25 anni, rimase gravemente ferito.
Anni di crisi e il rilancio con i nuovi impianti
Travolto per anni dalla crisi economica, abbandonato al proprio destino e perennemente in cerca del definitivo rilancio turistico, il comprensorio sciistico di Lorica era tornato a vedere la luce nel 2015. Dopo anni di promesse mai mantenute arriva una seconda vita con il progetto della Regione Calabria “Lorica Hamata in Sila Amena” che prevedeva un impianto a fune nuovo di zecca con una cabinovia super moderna, un’innovativa seggiovia biposto e un sistema di innevamento artificiale per un investimento complessivo di sedici milioni e mezzo di euro quasi tutti di finanziamenti pubblici (circa 13 e mezzo di fondi Pisl – progetti integrati di sviluppo locale del Por Calabria Fesr 2007-2013, più un finanziamento aggiuntivo regionale per 2,340 milioni) e con oltre 3 milioni di risorse private. Lorica era pronta a diventare un polo di riferimento regionale e nazionale per la pratica degli sport invernali e all’aria aperta. L’11 marzo del 2018 l’allora presidente Oliverio inaugura i nuovi impianti di risalita “metterà le ali” a tutto l’altopiano silano.
L’inchiesta Lande Desolate e il nuovo stop
Sei mesi di luce prima di un nuovo pesantissimo colpo. A dicembre del 2018 scatta l’operazione Lande Desolate della DDA. Pubblici ufficiali infedeli usati per avvantaggiare l’imprenditore Barbieri e il clan Muto nella realizzazione degli impianti di risalita di Lorica, dell’albergo diffuso in Sila, del collegamento sciistico fra Lorica e Camigliatello Silano, dell’aeroporto di Scalea e di piazza Bilotti a Cosenza. L’obiettivo è accaparrarsi tutti i finanziamenti pubblici esistenti realizzando le opere con la minore spesa possibile. Su oltre 16 milioni di euro la Barbieri investe solo 28mila euro di tasca propria, soldi serviti per una trasferta in Svizzera nell’azienda che produce i battipista. Denaro a cui si aggiungono, secondo l’accusa, 4 milioni e 200mila euro per un albergo-rifugio che fa parte delle ‘allegre’ incompiute calabresi. il gruppo Barbieri non ha il denaro per mandare avanti i lavori. Serve rendicontare opere non realizzate per avere il pagamento dello stato di avanzamento dei lavori. Con qualche acrobazia Barbieri riuscirà a farsi ‘regalare’ dalla Regione Calabria prima altri 6 milioni 690mila euro e poi una tranche da 2 milioni e 900 mila euro.
Nell’inchiesta finisce indagato anche il governatore della Calabria, Mario Oliverio, sottoposto all’obbligo di dimora. Le indagini, basate su una copiosa attività di riscontro documentale e sui luoghi di cantiere, fanno emergere “il completo asservimento – scrivono gli inquirenti – di pubblici ufficiali anche titolari di importanti e strategici uffici presso la Regione Calabria attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti”. “Emblematica – affermano i magistrati – la spregiudicatezza che caratterizzava l’agire dell’imprenditore romano spinta al punto da porre in essere condotte corruttive nei confronti di pubblici funzionari finalizzate al compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio consistente in una compiacente attività di controllo sui lavori in corso”.
La pandemia e la nuova ripartenza. Poi il tragico incidente di ieri
Inchiesta che si abbatte come una mannaia sulle speranze di un comprensorio che, complice anche la pandemia, una governo regionale provvisorio dopo la tragica scomparsa della Santelli, vive altri due anni di chiusure e silenzi. Gli impianti, nel frattempo, vengono affidati a Ferrovie della Calabria e ad ARSAC in virtù di un Protocollo stipulato l’11 novembre 2019 e sottoscritto fra il Comune capofila Unione P.i.s.l. (Piano Integrativo di Sviluppo Locale) Casali del Manco, l’amministratore giudiziario di Lorica Ski srl e la Regione Calabria che deposita un’Istanza all’Autorità Giudiziaria competente, per la revoca della confisca degli impianti e la loro restituzione alla pubblica utilità.
La nuova giunta Occhiuto si attivata da subito per la riapertura e riesce ad assolvere in tempi relativamente brevi tutti gli adempimenti necessari per rimettere in funzione gli impianti sciistici e dopo avere ottenuto le autorizzazioni necessarie da parte del ministro delle Infrastrutture in seguito ai lavori di collaudo, Il 29 dicembre gli impianti tornano nuovamente in funzione con l’apertura della e stazione di risalita, che comprende 1 cabinovia a 8 posti, 1 seggiovia a 4 posti, 1 skilift. Tutto sembra procedere finalmente per il verso giusto prima della nuova ennesima tragedia di ieri pomeriggio, che fa rimpiombare nell’incubo Lorica con un nuovo stop a termo indeterminato.

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