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“U Pascune” dei cosentini. Al mare, in Sila o a casa: basta che sia in compagnia

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“U Pascune” dei cosentini. Al mare, in Sila o a casa: basta che sia in compagnia

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Pasqune Cosenza

COSENZA – Dopo la solennità della Pasqua, il lunedì dell’Angelo è il tradizionale giorno dedicato alle gite fuori porta. Complice anche la bella giornata calda e di sole, per tutti i cosentini è l’immancabile momento di riunirsi con gli amici e i parenti, per celebrare quello che a Cosenza ma anche in provincia e in molti luoghi della Calabria chiamiamo tradizionalmente “U Pascune”, da pascolo. Perchè un tempo ci si riuniva nel giorni di Pasquetta nei campi e dove bastava una coperta da stendere sui prati per essere felici.

U Pascuni: al mare, in montagna ma anche a casa

Dopo i mesi invernali tornano a riaprirsi le seconde case: quelle al mare, in campagna o in montagna. C’è l’amico che mette a disposizione il suo giardino dove ci sarà sempre una persona che si occuperà della griglia; in genere quello che poi non mangerà mai e che, a fine giornata, sarà stravolto.

C’è chi invece, come al solito, si occupa del vino: “questo lo fa mio zio, è casarulo: nu zuccaro” e per non rischiare riempie il cofano con almeno 10 fiaschi da 2 litri “un si sa mai rimaniamo senza”. L’allegra compagnia che ha invece deciso di passare la giornata in Sila fa affidamento all’amico “che si sacrifica”. Quello che già all’alba è salito alla Fossiata, al Lago Cecita o a Camigliatello per “prenotare il posto migliore”, ed attende da solo, ore e ore l’arrivo della comitiva.

Cin Cin Vino

C’è poi l’immancabile musicista: chitarra a tracolla per cantare i grandi classici di Vasco Rossi e Lucio Battisti. E gli sportivi? Il pallone, rigorosamente Super Santos, non deve mancare mai per una partita a pallavolo sulla spiaggia, dove si inizia almeno in dieci e si finisce per giocare da soli dopo pochi minuti. C’è quello che porta 80 plaid da stendere sull’erba o sulla spiaggia, quello che dà buca all’ultimo momento e quello che da giorni ha detto che non sarebbe venuto: “guagliù c’è u Cusenza, vi raggiungo dopo“.

L’atmosfera è pervasa da un senso di leggerezza e spensieratezza. Almeno per oggi ci si libera dalle preoccupazioni quotidiane. Anche perché poi arriva il momento di mangiare, l’evento più atteso del “Pascune”. Tra un bicchiere di vino e l’altro, non possono mancare le immancabili polpette fatte in tutti modi (di carne, melanzane o riso), le pizze rustiche e le frittate.

Pasquetta

Ed ancora salsiccia e soppressate, capicollo e affettati vari. Sul tavolo si aprono boccacci di olive, verdure e funghi rigorosamente fatti in casa, patate ‘mpacchiuse e formaggi. Po tocca a sua maestà a “pasta china”. Nel frattempo l’addetto al barbecue, più sudato che mai, ci delizia con carne cotta al punto giusto. E si finisce con gli immancabili dolci che ci portiamo dietro dal giorno di Pasqua: zeppole e pastiere, cuculi, uova di pasqua e babà. Pennichella, gelato, passeggiata ed è già sera. Anche per questa volta è stata pienamente rispettata le tradizione du “Pasqune”. Domani si torna al lavoro e tutto sarà dimenticato, almeno fino al prossimo anno.

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