Area Urbana
“Si scrive autonomia, si chiama secessione”, protesta a Cosenza contro il Ddl Calderoli
 
																								
												
												
											COSENZA – Cosenza scende in piazza contro l’autonomia differenziata. Si terrà mercoledì 20 marzo alle ore 10.30 nella Camera del Lavoro di Cosenza, la conferenza stampa di presentazione della manifestazione contro l’Autonomia Differenziata in programma poi il sabato successivo, 23 marzo nella città dei Bruzi.
Parteciperanno Massimiliano Ianni, Segretario Generale Cgil Cosenza, Gianmaria Milicchio, Segretario Provinciale Partito Rifondazione Comunista, Emilio Cozza per Città & Futuro, Salvatore Giorno, Partito Democratico Cosenza, Rosa Principe, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Bianca Rende, WWW What Women Want_La Calabria vista dalle donne, Nicola Arcuri, Potere al Popolo, Veronica Buffone, Movimento 5 Stelle, Andrea Bevacqua per l’area Cattolica.
L’appello
“Si scrive autonomia e si legge secessione: i diritti differenziati non sono diritti. Sta procedendo l’iter di approvazione del regionalismo differenziato firmato Calderoli, che, se definitivamente approvato, segnerà un passaggio storico e irreversibile da un sistema di unità nazionale e di diritti universali a un sistema di diseguaglianza sancita per legge, in cui le regioni ricche saranno più ricche e quelle povere saranno più povere, non solo di risorse economiche ma soprattutto di diritti di cittadinanza.
Si scrive autonomia e si legge secessione; e non c’è niente di più eversivo che far passare la disuguaglianza come equità e l’abbandono del Mezzogiorno come opportunità di crescita. La difesa della Costituzione e dello spirito di solidarietà su cui si fonda, richiede una reazione sociale compatta contro il provvedimento “spacca Italia” che altro non è che l’atto finale di un grande processo di privatizzazione e di smantellamento dei servizi pubblici sul territorio. Ma il progressivo impoverimento che già la modifica del Titolo V ha prodotto nei territori più fragili, deve vederci impegnati in un’azione ancora più ambiziosa, volta a restituire alla legislazione esclusiva dello Stato la sanità, l’istruzione, il welfare e tutte le materie legate ai diritti primari, sulla cui eguale fruizione si misura la tenuta dell’unità nazionale.
Tale azione deve essere operativa e vigile contro ogni forma di autonomia differenziata affinché anche le pre-intese firmate nel 2017 da Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia siano ritirate. E invece la legge Calderoli va in senso esattamente contrario: a fronte del divario già notevole, rompe definitivamente i vincoli di solidarietà, consentendo alle regioni più ricche di scappare via con la cassa. Il freno alla deriva previsto dalla legge, i Livelli Essenziali di Prestazione, ci preoccupano più della deriva stessa. Stabilirli significa sancire i reali diritti sociali esigibili da ogni cittadino.
Si tratta quindi di una scelta cruciale, che, in quanto tale, deve competere esclusivamente al Parlamento e non a Commissioni tecniche di nomina politica, che non consentono alcun controllo democratico su una questione così determinate. Inoltre, affinché le prestazioni essenziali siano effettive, è necessario che siano finanziate e invece il provvedimento non prevede oneri per lo Stato e quindi non investe sulle prestazioni che rimarranno essenziali solo per la tenuta formale della legge, ma non certo per la vita quotidiana dei cittadini. Eppure, nonostante la mancata definizione dei Lep, il procedimento non si arresta ed ha anzi incassato l’appoggio di parlamentari e governatori del Sud, e in particolare della Calabria, che si sono assunti la responsabilità storica di un colpo fatale al nostro territorio. Vogliamo il rafforzamento del servizio sanitario pubblico universale, vogliamo che il diritto alla salute e alla cura sia uguale in tutto il paese e che si intervenga per eliminare le liste di attesa e non per allungarle. Vogliamo che non ci siano 20 sistemi scolastici differenti, dove ogni regione decide come e cosa insegnare, quanto retribuire un docente e quando assumerlo, bandendo concorsi autonomi e territorialmente separati.
Vogliamo che ci siano Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e che gli insegnanti e i sanitari del sud siano retribuiti come quelli del Nord, invece di assistere all’intollerabile ritorno delle gabbie salariali. Vogliamo che trasporti, welfare, ambiente, sicurezza sul lavoro abbiano la stessa qualità in tutto il territorio. E lo vogliamo perché sull’uguaglianza dei diritti si fonda il senso di appartenenza alla nazione e la tenuta dei principi costituzionali diversamente compromessi. Condividiamo le parole di Mons. Checchinato e la sua amarezza per i troppi sostenitori della secessione, che “hanno dimenticato la scrittura e stanno dalla parte dei ricchi”.
Rilanciamo quindi l’importante mobilitazione di Cosenza, che lo scorso 10 giugno, grazie all’impegno di associazioni sindacati, comitati, sindaci e organizzazioni politiche ha portato in piazza migliaia di cittadini per dire con chiarezza che sui diritti non ci si differenzia. Auspichiamo la più ampia partecipazione ad una battaglia che è soltanto all’inizio e per la quale siamo pronti ad intraprendere tutte le strade percorribili e democratiche, dal conflitto sociale al referendum, ai ricorsi giudiziari, al coinvolgimento delle Istituzioni, prime tra tutte il Presidente della Repubblica, al quale sin da ora chiediamo che si faccia garante effettivo del diritto di uguaglianza che impegna lo Stato a rimuovere, e non ad alimentare, “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
 
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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