Area Urbana
«Randagismo intollerabile». Stop Animal Crimes chiede incontro al Prefetto di Cosenza
 
																								
												
												
											CORIGLIANO ROSSANO (CS) – L’associazione animalista Stop Animal Crimes Italia ha reso noto di avere chiesto un incontro con il Prefetto di Cosenza per affrontare il tema del randagismo che “a Corigliano Rossano ha raggiunto da tempo livelli fuori controllo, così come in tutta la Calabria, in tutto il sud Italia”. Tutto nasce dal caso di una cagnetta randagia che, per sfuggire alle intemperie, è entrata nell’androne di un palazzo dove ha partorito dieci cuccioli.
“Abbiamo allertato le autorità – scrive l’associazione in una nota – ossia la Asp e la Polizia Locale e costretti a rivolgerci ai carabinieri per sollecitare l’accalappio. La cagnetta, battezzata Biondina, ha rinunciato alle sue necessità etologiche, alla sua elusività e ‘privacy’, per la disperazione di trovare un luogo sicuro dove dare alla luce la sua prole e così ha partorito dinnanzi alle persone, intimorita e spaesata ma fiera della sua dignità. Solo per le nostre insistenze durate 36 ore il Comune ha garantito il prelievo dell’animale e dei suoi 10 cuccioli ancora una volta rendendo uno spazio libero in canile fino a poche ore prima inesistente“. ”
Abbiamo deciso di notiziare il prefetto di Cosenza – prosegue la nota – per indire un tavolo tecnico con i Comuni interessati, poiché il randagismo ha assunto un livello intollerabile e non da oggi; randagi presenti ovunque, costretti a ripararsi nelle case dei cittadini, vaganti pericolosamente per la vie di comunicazione stradale e spesso vittime di avvelenamenti quale deterrente fai da te di criminali. Un problema dai connotati sanitari, ambientali, politici e giudiziari che ha saturato non solo il territorio ma anche i canili e non solo quelli convenzionati di Rossano e Cassano allo Jonio.
La totale assenza di prevenzione da parte dei Sindaci e delle Asp è la causa alla base della drammatica situazione, che pensano di affrontare il problema esclusivamente guardando ai canili come unica soluzione e spendendo così milioni di euro per il mantenimento dei cani in canili perennemente colmi, indifferenti al concetto cardine della L. 281/91 della prevenzione ossia ad attività volte a reprimere alla nascita il fenomeno, censimenti, controlli sulla corretta custodia dei cani di proprietà, sterilizzazioni e reimmissioni, lotta all’abusivismo delle numerose strutture abusive che gestiscono randagi fuori dalle leggi, alimentandolo, ecc.”
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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