CARIATI (CS) – La Polizia di Stato ha eseguito 4 misure cautelari nei confronti di 3 persone di nazionalità cinese e di un soggetto rossanese nell’ambito di un’operazione contro lo spaccio di droga. Sequestrati nell’ambito del blitz 250 chili di stupefacenti, in particolare marijuana, tra Rossano e Cariati.
Secondo quanto emerso i tre cinesi operavano nella zona di Cariati e il blitz è scattato a seguito di mirate indagini che hanno portato alla scoperta del consistente quantitativo di droga che veniva spacciata lungo l’asse Rossano-Cariati. Le indagini proseguiranno per individuare eventuali complici e i responsabili di questa rete di traffico di droga, al fine di smantellare completamente l’organizzazione criminale coinvolta.
Il capannone pieno di marijuana
A fine giugno la polizia aveva individuato un capannone nella zona industriale di Santa Sofia D’Epiro utilizzato per la coltivazione di marijuana e all’interno dello stesso era stata rinvenuta una vera e propria “centrale della droga” oltre che un’ingente quantità di sostanza stupefacente. Scattato il sequestro sono state avviate mirate indagini e disposto il monitoraggio del posto per quasi una settimana, con l’ausilio anche della squadra mobile di Cosenza.
Ieri mattina, alle prime luci dell’alba, il personale impiegato nel servizio di appostamento, ha notato un movimento “anomalo” di automezzi (un’auto ed un furgone) e l’arrivo di tre persone (due donne di nazionalità cinese ed un italiano) . Il conducente del furgone, entrato all’interno del capannone,dopo circa mezz’ora ha lasciato repentinamente la zona.
Immediatamente è stato predisposto un servizio di pedinamento del furgone che è terminato dopo circa 40 km, nella zona industriale di Corigliano Rossano con il fermo dell’uomo e la sua identificazione. In quegli stessi frangenti, le due donne di nazionalità cinese, dopo avere richiuso il portone del capannone, erano pronte a lasciare la zona a bordo della loro auto.
Gli agenti sono intervenuti e le hanno bloccate. Perquisito il capannone, all’interno è stato trovato anche il quarto indagato, un uomo cinese che si era nascosto sotto alcuni materassi per sfuggire alla cattura.
In particolare all’interno del capannone vi erano vere e proprie serre adibite alla coltivazione e produzione di marijuana, complete di tubi di aspirazione, bidoni di fertilizzanti, materiale elettrico, pompe di aspirazione. Vi erano anche termometri per il controllo costante della temperatura, lampade alogene ed altro, nonchè una macchina finalizzata alla triturazione del materiale erbaceo prodotto, per poterne favorire il confezionamento. Inoltre, è stato accertato che il filtraggio dell’aria veniva controllato attraverso l’applicazione ed il ricambio di filtri a carbone attivo per il controllo degli odori sprigionati dalla lavorazione dello stupefacente.
Una vera e propria “organizzazione ingegneristica” ha permesso la produzione di numerosi cicli annuali e un giro d’affari milionario, considerato che il capannone era nella disponibilità di uno degli indagati già dal 2022. Ultimata la perquisizione sono stati sequestrati ben 241 chili di marijuana all’interno di decine di sacchi di plastica. Sono stati sottoposti a sequestro gli automezzi utilizzati dagli indagati. Le quattro persone sono state arrestate e portate nel carcere di Castrovillari.
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