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AV: si al raddoppio della Santomarco, lotto Praia-Tarsia verso la cancellazione «logica senza senso»

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AV: si al raddoppio della Santomarco, lotto Praia-Tarsia verso la cancellazione «logica senza senso»

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COSENZA  – Durante la presentazione del progetto industriale di Ferrovie dello Stato, parando degli investimento sull’alta velocità Salerno Reggio Calabria (opera finanziata con con i fondi dell PNRR, irrealizzabile entro il 30 giugno 2026, ma con i fondi nazionali e coesione), in molti aspettavano notizie sul ‘lotto della discordia’ Praia-Tarsia che ha acceso un vero e proprio contro politico, istituzionale e territoriale. La sua (sempre più probabile) cancellazione e la scelta di perseguire la linea Tirrenica, di fatto taglierebbe fuori dall’alta velocità la zona jonica con la terza città della Calabria e buona parte della provincia di Cosenza e della Valle del Crati.

Alla fine, né l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, né tantomeno il presidente Occhiuto sono entrati nel merito, spiegando quale sarà la scelta del tracciato, anche se due indizi fanno una prova. L’unica certezza di Ferrovie dello Stato è il raddoppio della Galleria Santomarco tra Paola e Cosenza che consentirà di collegare la città Bruzia alla rete AV “a prescindere – spiega FS – dal tracciato che verrà seguito, nonché il completamento dell’iter autorizzativo, o della progettazione a seconda dei casi, dei diversi lotti della AV fino a Reggio Calabria”. Il presidente Occhiuto, a specifica domanda da parte di alcuni giornalisti, ha glissato con un “sono di Cosenza, ma la mia preoccupazione é quella che l’opera venga completata, qualunque sia la scelta. La Calabria non può più aspettare e l’opera deve essere portata a termine qualunque sia la scelta del tracciato”.

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Sulla questione è tornato il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi che ha risposto anche alla senatrice Tilde Minasi “partiamo da un presupposto – ha scritto in una nota – apprezzo molto di più chi si assume la responsabilità di una risposta, per quanto non condivisibile, come la senatrice Minasi, di tutta una serie di rappresentanze territoriali che invece sembrano turisti, e la ringrazio per questo. Nel merito, dalle dichiarazioni della senatrice, si evince un inquadramento del territorio a mio avviso profondamente distante dalla realtà, per il quale invito ad un confronto ed una riflessione. Partiamo dal presupposto che il versante tirrenico è già servito da una linea veloce che è di per sé dalla dubbia sostenibilità visto il sistematico ricorso ad ovvi interventi di consolidamento e continue devastazioni del paesaggio. Parliamo dunque di una nuova linea ferroviaria laddove a malapena regge quella esistente. In tutto questo la contraddizione più palese ed anche meno sostenibile sotto il profilo economico e sociale è che si realizzerebbe (di nuovo) una infrastruttura strategica facendola passare sulla direttrice più distante possibile dalle aree urbane e periurbane più popolose della provincia, cioè quelle di Cosenza e Corigliano-Rossano, e per il percorso in assoluto tecnicamente più impervio. Questo è campanilismo, ed è la riproposizione di un errore, la conferma di un campanilismo insano che nei decenni scorsi ha capovolto la logica politica, sociale, economica e morfologica della Calabria“.

“Nel peggiore dei casi, di quanto si allungherebbe complessivamente il percorso per Reggio Calabria se realizzassimo la Praia-Tarsia? Facendo due rapidi conteggi, il “danno all’intera Calabria” a cui fa riferimento la senatrice Minasi sarebbe di 30 chilometri, ovvero 7 minuti. Se 420 secondi sono un danno alla popolazione calabrese, a quanto ammonta il danno alla popolazione ionica e ad una delle aree urbane a maggiore densità di abitanti della regione, visto che per raggiungere credibilmente la stazione di Paola si impiega – nei periodi meno trafficati – 1 ora e 40?”

“È campanilismo il nostro o quello degli altri? Questa è solo una piccola parte dei dati che sono certo debbano indurre il Ministro Salvini, le rappresentanze parlamentari ed il management di RFI a rivedere questa scelta che – confermo – è uno schiaffo alle comunità ed anche alla logica. Ma vorrei indurre un ragionamento meno statistico e più politico, di visione: le due aree urbane di Corigliano-Rossano e Cosenza e la Piana di Sibari, ovvero la valle del Crati, sono, per ragioni diverse, i vettori di potenziale sviluppo di quest’area del mezzogiorno. Una Ferrari che cammina in prima marcia, per le scelte illogiche che storicamente sono state perpetrate negli anni. Una Ferrari non per me, per mio cugino, per il cittadino di Corigliano-Rossano, ma per la Calabria. Davvero non sono maturi i tempi per chiudere quest’epoca e puntare sul nostro futuro? Io sono campanilista al 100%, il mio campanile è la Calabria. Apprezzando la risposta della senatrice – ha concluso Stasi – , sarebbe utile per tutti avviare un confronto istituzionale, scevro da pregiudiziali politiche, finalizzato a condividere delle scelte con dei territori che non solo non hanno meno diritti di altri, ma ai quali da tempo viene impedito di contribuire alla crescita del sistema Italia”.

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