FAGNANO CASTELLO (CS) – Giuseppe Servidio 52 anni, per uccidere la moglie Sonia, ha utilizzato un coltello domestico da cucina con il quale l’ha colpita ripetutamente e in particolare all’addome. Secondo quanto ha riferito l’uomo, ieri sera la moglie non sarebbe rientrata a casa e questo avrebbe scatenato l’ennesima furibonda lite tra i due. Di dieci anni più grande, di professione camionista, Servidio era conosciuto come il soprannome di “corsicano” perché era nato ad Aiaccio. Proprio dall’isola francese del Mediterraneo, la coppia aveva fatto ritorno a Fagnano dopo una parentesi lavorativa.
Negli ultimi tempi i litigi con la moglie sarebbero stati continui pare per l’ossessiva gelosia. L’uomo era comunque conosciuto come una persona all’apparenza mite e nessuno si sarebbe aspettate questo tragico epilogo. Dopo aver accoltellato a morte la moglie ha chiamato lui stesso il 112 avvisando i carabinieri di quanto accaduto ed è stato successivamente bloccato poco distante da casa in stato di shock. I militari sono entrati all’interno dell’abitazione ed hanno trovato il corpo della donna riverso sul pavimento e c’era sangue in diverse stanze, segno che la povera vittima ha provato strenuamente a difendersi da quelle coltellate che purtroppo non gli hanno dato scampo. I sanitari del 118, subito avvertiti e intervenuti, hanno solo potuto constatare la morte della donna che è deceduta dissanguata. In casa non erano presenti i figli della coppia, entrambi maggiorenni.
L’uomo ha riportato delle ferite superficiali agli arti superiori che si é procurato nel corso della colluttazione con la vittima. L’uxoricida, al momento, é in stato di fermo nella caserma dei carabinieri di San Marco Argentano dove sarà interrogato dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Cosenza Domenico Frascino. Domani sul corpo della donna sarà effettuata l’autopsia. Secondo quanto é stato accertato, al settore Servizi sociali del Comune di Fagnano Castello non erano mai pervenute segnalazioni riguardo liti tra Servidio e Sonia Lattari, una donna buona e ben voluta, la cui tragica morte ha lasciato nello sconcerto e sotto shock un’intera comunità.
Femminicidi, sette vittime in una settimana
“Non è più accettabile contare il numero dei femminicidi in Italia. È indispensabile che le istituzioni tutte si facciano carico della mattanza cui stiamo assistendo, con urgenza e concretezza”. A dirlo è Antonella Veltri, Presidente di D.i.Re, la rete nazionale dei centri antiviolenza al termine di una giornata che ha visto altri 2 femminicidi, in provincia di Brescia e di Cosenza, 7 donne uccise in 7 giorni. “Dalla magistratura alle forze dell’ordine siamo tutte e tutti coinvolte/i”, prosegue Veltri. “Noi siamo in prima linea, ma i centri antiviolenza da soli non bastano. Tanto più che sta per chiudersi il 2021 e del nuovo Piano nazionale antiviolenza, scaduto nel 2020, finora abbiamo solo sentito parlare”. “Chiediamo un impegno concreto perché si mettano in campo nell’immediato misure per affermare il rispetto dei generi e prevenire la violenza alle donne, partendo da quanto prevede la Convenzione di Istanbul, che è legge dal 2014 ma resta sostanzialmente inapplicata. E a pagare con la vita sono ancora una volta le donne“, conclude la presidente di D.i.Re.