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Gestione illecita della depurazione sul Tirreno cosentino, 10 misure cautelari

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Gestione illecita della depurazione sul Tirreno cosentino, 10 misure cautelari

I militari della Compagnia di Scalea, hanno dato esecuzione a 10 misure cautelari. Coinvolto anche un sindaco e un tecnico dell’Arpacal

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SCALEA (CS) – Dieci misure cautelari hanno riguardato un sindaco, tre responsabili degli Uffici tecnici di comuni dell’Alto tirreno cosentino, vari imprenditori e un tecnico dell’ARPACAL. L’indagine ribattezzata Archimede, vede coinvolto il primo cittadino di San Nicola Arcella, Barbara Mele, e riguarda una serie di illeciti su procedure ad evidenza pubblica nel settore della depurazione.

In particolare sono state ricostruite condotte collusive e fraudolente finalizzate ad avvantaggiare uno o più operatori economici con riguardo ad appalti e affidamento di servizi in diversi comuni dell’alto Tirreno Cosentino, tra cui San Nicola Arcella, Buonvicino e Diamante, anche in violazione dei criteri di rotazione nell’affidamento di lavori e aggirando il dovere di effettuare indagini di mercato.

Fanghi smaltiti senza trattamento

E’ emerso dalle indagini che gli imprenditori coinvolti avrebbero violato gli obblighi contrattuali assunti con comuni della fascia tirrenica con riguardo ad appalti afferenti la gestione e la manutenzione dell’impianto di depurazione e degli impianti di sollevamento e hanno smaltito fanghi di depurazione senza adeguato trattamento presso terreni agricoli anziché mediante conferimento in discarica autorizzata, talora anche attraverso lo sversamento del refluo fognario in un collettore occulto.

In alcune circostanze sono state immesse nelle acque sostanze chimiche in assenza di un preciso dosaggio rapportato alle caratteristiche microbiche delle acque, con la finalità di occultare la carica batterica delle acque prima dei previsti controlli, la cui esecuzione veniva in anticipo e preventivamente comunicata al soggetto da controllare da parte di un tecnico dell’ARPACAL che, violando il segreto d’ufficio, avrebbe concordato direttamente con i gestori degli impianti di depurazione le modalità di esecuzione dei controlli, oltre che la scelta del serbatoio da verificare, così determinando una alterazione della genuinità delle analisi effettuate.

Sono quattro le persone finite agli arresti domiciliari: Tiziano Torrano, 49 anni, Pasqualino De Summa, 57 anni, Giuseppe Maurizio Arieta, 57 anni, Maria Mandato, 57 anni.

Le altre misure: obbligo di presentazione e firma alla polizia giudiziaria per Barbara Mele, 51 anni, sindaco di San Nicola Arcella. Sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per 12 mesi per Albina Rosaria Farace, 43 anni, e per il tecnico dell’Arpacal Francesco Fullone, 43 anni. Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi per Enzo Ritondale, 41 anni, e per sei mesi per Renato La Sorte, 54 anni. Infine, divieto di esercitare la professione di ingegnere per 12 mesi per Vincenzo Cristofaro, 51 anni, assessore del Comune di Belvedere Marittimo. Altre 7 persone sono indagate a piede libero.

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