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Presenza di gas Radon a Longobucco: situazione sotto controllo. Fenomeno circoscritto a 3 ambienti

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Presenza di gas Radon a Longobucco: situazione sotto controllo. Fenomeno circoscritto a 3 ambienti

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LONGOBUCCO (CS) – Rientra l’allarme per la presenza di gas radioattivo Radon nel perimetro comunale. Non c’è alcuna diffusione sul territorio. Dopo le continue e costanti interlocuzioni tra il sindaco e Arpacal, nate dall’esigenza di chiarire le preoccupazioni emerse a seguito di alcune prime indagini superficiali, l’agenzia regionale ha accertato che non esiste un allarme e che la situazione ambientale non è solo sotto controllo ma è anche meno grave di quanto apparsa in precedenza. È quanto fa sapere lo stesso primo cittadino, Giovanni Pirillo, tranquillizzando la comunità longobucchese e l’intero territorio della Sila Greca sulla efficienza e tempestività dei controlli e ricordando che la presenza dell’elemento radioattivo è circoscritta a tre locali, uno scantinato dell’Archivio comunale e una stanza del Museo dell’Artigianato di proprietà del Comune e un laboratorio del Liceo Scientifico, di competenza della provincia.

Giovanni Pirillo Sindaco Longobucco 2024

CONFERITO INCARICO PER ANALISI E BONIFICA

Proprio per quanto riguarda gli immobili comunali – sottolinea il sindaco – l’Amministrazione Comunale ha già provveduto a conferire incarico ad un tecnico specializzato con l’obiettivo di compiere un’analisi completa dei locali e procedere alla bonifica degli stessi. Nei prossimi giorni, inoltre, una equipe di esperti composta da personale Arpacal e dell’Università della Calabria sono attesi nel comune di Longobucco per illustrare alla cittadinanza gli interventi messi in campo e chiarire la situazione, che – ribadisce e tranquillizza Giovanni Pirillo – è meno grave di quanto si era prospettata nei mesi scorsi.

Gas Radon2

Radon: cos’è e perché può essere pericoloso

l radon (Rn) è un gas inerte e radioattivo di origine naturale. È un prodotto del decadimento nucleare del radio all’interno della catena di decadimento dell’uranio. Il radon è inodore, incolore e insapore, quindi non è percepibile dai nostri sensi. Se inalato, è considerato molto pericoloso per la salute umana poiché le particelle alfa possono danneggiare il Dna delle cellule e causare cancro al polmone. La radioattività del radon si misura in Becquerel (Bq), dove un Becquerel corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione nell’aria si esprime in Bq/metro cubo, indicando così il numero di trasformazioni al secondo che avvengono in un metro cubo d’aria. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), attraverso l’International Agency for Research on Cancer (Iarc), ha classificato il radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano.

Dove si trova?

Il radon è presente in tutta la crosta terrestre. Si trova nel terreno e nelle rocce ovunque, in quantità variabile. Il suolo è la principale sorgente del radon che arriva in casa. I materiali edili che derivano da rocce vulcaniche (come il tufo), estratti da cave o derivanti da lavorazioni dei terreni, sono ulteriori sorgenti di radon. Essendo un gas, il radon può spostarsi e sfuggire dalle porosità del terreno disperdendosi nell’aria o nell’acqua. Grazie alla forte dispersione di questo gas in atmosfera, all’aperto la concentrazione di radon non raggiunge mai livelli elevati ma, nei luoghi chiusi (case, uffici, scuole ecc) può arrivare a valori che comportano un rischio rilevante per la salute dell’uomo, specie per i fumatori.

Il radon si distribuisce uniformemente nell’aria di una stanza, mentre i suoi prodotti di decadimento si attaccano al particolato (polveri, aerosol) dell’aria che noi respiriamo e poi si depositano sulle superfici dei muri, dei mobili ecc. La maggior parte del radon che inaliamo viene espirata prima che decada (ma una piccola quantità si trasferisce nei polmoni, nel sangue e, quindi, negli altri organi), mentre i prodotti di decadimento si attaccano alle pareti dell’apparato respiratorio e qui irraggiano (tramite le radiazioni alfa) soprattutto le cellule dei bronchi. Il radon si può trovare anche nell’acqua potabile. La concentrazione è molto variabile sia dal punto di vista spaziale che temporale e, anche se in maniera molto minore rispetto alla sua presenza in atmosfera, può comunque rappresentare una fonte di esposizione dello stomaco a radiazioni ionizzanti.

Radon negli ambienti quotidiani

Per la maggior parte delle persone, la principale esposizione al radon avviene in casa, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. La concentrazione dipende da quanto uranio (da cui deriva il radon) è presente nel terreno sottostante l’edificio. Il gas migra dal suolo (o dai materiali da costruzione) e penetra all’interno degli edifici attraverso le fessure (anche microscopiche), gli attacchi delle pareti al pavimento, i passaggi dei vari impianti (elettrico, termico, idraulico). Di conseguenza, i livelli di radon sono generalmente maggiori nelle cantine e ai piani bassi.

Inoltre, vi sono forti variazioni sia spaziali che temporali: edifici anche vicini possono avere concentrazioni molto diverse, e in genere vi sono forti variazioni tra giorno e notte, estate e inverno e tra diverse condizioni meteorologiche. A causa di queste fluttuazioni, per avere una stima precisa della concentrazione media di radon in un edificio è necessario fare una misurazione per una durata sufficientemente lunga, preferibilmente un anno. Si utilizza un piccolo dispositivo in cui è presente un materiale che, essendo sensibile alle particelle alfa emesse durante il processo di decadimento del radon, rimane impresso con tracce indelebili. Il numero di tracce rilevate sul materiale è proporzionale alla concentrazione del gas nell’ambiente.

Effetti sulla salute

Il principale danno per la salute (e l’unico per il quale si abbiano al momento evidenze epidemiologiche) legato all’esposizione al radon è un aumento statisticamente significativo del rischio di tumore polmonare. A livello mondiale, il radon è considerato il contaminante radioattivo più pericoloso negli ambienti chiusi ed è stato valutato che il 50% circa dell’esposizione media delle persone a radiazioni ionizzanti è dovuto al radon. In realtà, il pericolo per la salute dell’uomo viene non tanto dal radon in sé, ma dai suoi prodotti di decadimento che, essendo elettricamente carichi, si attaccano al particolato dell’aria e penetrano nel nostro organismo tramite le vie respiratorie. Quando questi elementi “figli” si attaccano alla superficie dei tessuti polmonari, continuano a decadere e a emettere particelle alfa che possono danneggiare in modo diretto o indiretto il Dna delle cellule. Se il danno non è riparato correttamente dagli appositi meccanismi cellulari, può evolversi dando origine a un processo cancerogeno.

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