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Ponte, Salvini incontra Anac: «massima trasparenza sui cantieri». La Dia: «vigileremo»

Calabria

Ponte, Salvini incontra Anac: «massima trasparenza sui cantieri». La Dia: «vigileremo»

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ROMA – Incontro tra il vicepremier e ministro Matteo Salvini e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia. Al centro del confronto, “molto concreto e costruttivo”, la situazione delle grandi opere e la comune determinazione a combattere ogni infiltrazione criminale. Così il Mit in una nota. In particolare, è stato affrontato il tema del Ponte sullo Stretto in attesa del via libera ai lavori. “È emersa piena collaborazione, con la volontà di coinvolgere Anac in ogni passaggio, per garantire massima trasparenza delle procedure e dei cantieri“, anche attraverso la loro piena digitalizzazione, la verifica su tutte le imprese coinvolte anche nei subappalti e la sicurezza dei lavoratori, unitamente al rafforzamento dei controlli in vista degli espropri, spiega il ministero.

Dia: “Cresce l’interesse delle cosche per le grandi opere”

Cresce l’interesse delle cosche per il controllo delle grandi opere pubbliche. L’allarme arriva dalla Relazione sull’attività svolta nel 2024 dalla Direzione investigativa antimafia, che vigilerà anche sugli appalti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, oggetto di polemica dopo l’invito del Quirinale nei giorni scorsi a non indebolire le norme contro le infiltrazioni criminali. “Siamo pronti a svolgere l’attività di prevenzione che sarà decisa dagli organi istituzionali” sull’infrastruttura.  “Abbiamo già un background molto importante di esperienza, di capacità, di risorse”, assicura il direttore della Dia, Michele Carbone, evidenziando come lo scorso anno siano “raddoppiati gli accessi ai cantieri”, vista “l’enorme massa di risorse pubbliche” destinate al Pnrr, al Giubileo e ai Giochi olimpici Milano-Cortina 2026, oltre che all’avvio dei lavori per il Ponte.

Dalla Relazione, presentata in mattinata, emerge un “crescente interesse” delle cosche pure nella “gestione delle risorse economiche degli enti locali, come le aziende ospedaliere o i servizi di raccolta rifiuti”. Non di rado, inoltre, “la vocazione economica delle consorterie” si sposa con “la determinazione di evadere il fisco da parte di alcuni titolari di imprese”, che da “incolpevoli vittime dei mafiosi ne diventano in qualche modo conniventi e complici” attraverso fatture fittizie e mancate denunce di estorsioni.

I clan continuano ad infiltrare i contesti economici anche al di là delle Regioni di origine: a testimoniarlo il 72% delle interdittive contro la ‘ndrangheta emesse lo scorso anno fuori dalla Calabria. Si rafforzano, inoltre, le alleanze tra organizzazioni mafiose per fare affari, a partire dal riciclaggio di enormi flussi di denaro illecito. Nel documento viene ricordata “l’intesa tra Cosa nostra gelese e ‘ndrangheta calabrese per la gestione del traffico di stupefacenti” e “significative sinergie per il rifornimento e la custodia di armi tra organizzazioni criminali di matrice ‘ndranghetista stabilite in Piemonte e la comunità sinti”. Tracciate anche le “proiezioni internazionali” delle organizzazioni criminali, che arrivano fino a New York e “saldature” tra mafie italiane e straniere.

 

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