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Officina delle Arti, Andrea Tarsia «dopo la morte di mio padre, solo belle parole dalle Istituzioni»

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Officina delle Arti, Andrea Tarsia «dopo la morte di mio padre, solo belle parole dalle Istituzioni»

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eduardo tarsia officina arti

COSENZA – Dopo la scomparsa di Eduardo Tarsia il 17 ottobre scorso, che ha lasciato un vuoto enorme nel mondo della cultura cosentina, continua a vivere la sua grande opera, l’Officina delle Arti, che lui stesso ha messo in piedi circa 30 anni fa, insieme sua moglie Rosa Stefanizzi, con tantissimi sacrifici ma anche tanta passione e determinazione. Un luogo magico dove si ‘fa teatro‘, e lo si vive in un ambiente caldo, accogliente, suggestivo, raccolto, semplice. Un vecchio fabbricato dell’Enel, la prima centrale di produzione di corrente elettrica della città, nel cuore del centro storico di Cosenza, che era in disuso e in pessime condizioni e che, grazie anche ad Eduardo Tarsia, tornò a nuova vita, come un sogno, una favola.

Un percorso però, che non è stato facile per quanto concerne la gestione, anche economica e l’Officina delle Arti, quando ancora era in vita il suo direttore artistico, ha anche rischiato la definitiva chiusura. Un sipario che però, non è calato, e nel mezzo ci sono state tante promesse di aiuto, di intervento, anche da parte delle Istituzioni, che però, alla scomparsa di Tarsia, oltre alle bellissime parole spese, sono sparite nel nulla.

Quel grande coraggio, la tenacia e il desiderio di non far calare il sipario su quel luogo affascinante ha fatto sì che Andrea Tarsia, figlio di Eduardo, riaprisse la struttura dopo pochi giorni dalla scomparsa del papà. E non solo per quello che definiremmo “The Show must go on”, ma perché, spiega lo stesso Andrea «erano in cantiere laboratori e attività che dovevano essere portate a termine». E proprio Andrea ha affidato alla nostra redazione quella che, da qualche mese a questa parte, è una sua curiosità che intende sottoporre alla città e ai lettori di Quicosenza: «che fine hanno fatto le promesse di dare una mano all’Officina delle Arti?».

Nel giorno della morte di Eduardo Tarsia, e in quelli successivi, in tanti hanno espresso parole di affetto, vicinanza sulla grande opera di divulgazione del teatro popolare e della cultura cosentina e per quello che è stato capace di mettere in piedi nel quartiere Spirito Santo.

Quando nel 2020 la pandemia ha spezzato le ali dell’Officina delle Arti, e inferto un duro colpo con la chiusura al pubblico, il sindaco Franz Caruso, ha promesso di sostenerla anche se Eduardo, aveva sempre detto “Non mi aspetto nulla“. Dello stesso avviso è Andrea che spiega: «pochi giorni dopo la morte di mio padre, abbiamo riaperto perchè erano in programma corsi di formazione, anche per bambini, che erano già definiti. Dal 18 di ottobre siamo tornati all’interno della struttura per cercare di portare avanti le tante attività in cantiere ed abbiamo proposto già diversi eventi e riportato anche il pubblico all’interno».

«Non ci interessa avere o ottenere, ma sapere “dove siete?”»

«Quello che ci è dispiaciuto – prosegue Andrea Tarsia – è che non c’è stata la presenza ‘fisica’ di nessuno delle Istituzioni, che hanno proferito parole bellissime sull’opera di mio padre, e anche rispetto ad eventuali aiuti e risorse che stavano cercando di reperire e che forse erano state anche trovate per darci supporto, ci siamo in qualche modo sentiti dire che “il fondatore è venuto a mancare, quindi. Potevamo, ma adesso…“. Ma hanno dimenticato forse che noi siamo ancora lì, e che lavoriamo con difficoltà enormi. Andremo avanti fino a dicembre/gennaio e poi valuteremo il da farsi. All’interno dell’Officina delle Arti lavora un ‘nucleo operativo’ composto da 4-5 persone, al quale si uniscono man mano altri collaboratori. Persino mia madre da una grande mano, e per quello che può, è presente».

andrea tarsia - Officina delle Arti - staff«Quello che voglio far emergere è che noi non chiediamo il conto, ma la nostra è una curiosità rispetto a qualcosa che era stato anticipato a mio padre. Ma solo un privato ci ha dato una mano, installando alcuni condizionatori all’interno. Mi è dispiaciuto solo leggere alcune cose, online e sui social, e poi non vedere concretamente la presenza ‘fisica’ di quelle persone. Questo fa pensare e riflettere rispetto a quelle parole di facciata che fondamentalmente non hanno trovato concretezza».

«Perchè noi ci siamo ancora, abbiamo aperto e stiamo portando avanti l’Officina delle Arti a denti stretti e con tanto sacrificio. Ci sono state già serate di milonga, rappresentazioni teatrali, momenti culturali e dedicati all’arte, pomeriggi artistico/letterari».

E sono solo alcune delle tante attività svolte e altrettante sono in programma. Tra queste, domenica prossima, 10 dicembre, alle ore 17:30, l’evento culturale dal titolo “Artiste: donne nel tempo”. Un interessante excursus storico che intende porre in risalto il mondo dell’arte al femminile. Un pomeriggio culturale per ripercorrere le vicende di alcune straordinarie artiste vissute in epoche differenti. Evento che sarà allietato da una momento dedicato alla degustazione di thè e dolci. E ancora un momento dedicato al Natale e alle sue musiche tradizionali in programma il prossimo 21 dicembre. Un concerto di natale in folk calabrese con il gruppo di ‘Cantori Calabri’ che suoneranno e canteranno le più belle canzoni natalizie calabresi. Il tutto accompagnato dalla degustazione di cuddrudiaddri e liquori calabresi.

 

 

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