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Nuovo svincolo A2 fra Montalto Uffugo e Rende, il rischio di perdere i fondi

Nuovo svincolo A2 fra Montalto Uffugo e Rende, il rischio di perdere i fondi

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RENDE (CS) – Se ne parla da circa un decennio. E quando si parla di infrastrutture in Italia e, soprattutto, in Calabria, i tempi sono questi. In quest’ottica appare quasi normale che il terzo svincolo autostradale dell’area urbana di Cosenza non abbia ancora visto la luce nonostante si parlava di inizio lavori tra il 2018 e il 2020. Anzi, non ci sono ancora nemmeno i cantieri. Il riferimento è allo svincolo che dovrebbe sorgere fra Montalto Uffugo e Rende, che servirebbe la zona industriale di contrada Lecco, per alleggerire la mola insopportabile di traffico nella zona di Quattromiglia, ma soprattutto l’Università della Calabria.

Nuovo svincolo A2 e le opere accessorie

Legate alla realizzazione di questo svincolo, esistono le cosiddette opere accessorie, che, in buona sostanza, sarebbero due strade che collegherebbero lo svincolo con l’Unical. In realtà, volendo essere precisi, una strada andrebbe a collegare lo svincolo con l’ateneo e la seconda la nuova stazione ferroviaria, che dovrebbe essere costruita a Settimo di Montalto, sempre con l’Università della Calabria. Le due opere partirebbero in zone diverse intersecandosi poi nella parte finale. La Regione ha stanziato dei fondi già da tempo, ma, nella fase di progettazione, sarebbero emersi dei problemi. Le aree in questione sarebbero proprietà dei comuni di Rende, di Montalto Uffugo, ma anche della Provincia di Cosenza. Nello specifico il tracciato che andrebbe a collegare lo svincolo della A2 e l’Unical sarebbe caratterizzato dalla presenza di alcuni terreni dell’istituto agrario. Non ci sarebbe, quindi, accordo fra il comune di Rende e la Provincia di Cosenza.

Aumento dei costi nel post Covid. L’intervento dell’Unical

Un altro ostacolo potrebbe essere quello relativo all’aumento dei costi registrato nel post-Covid (il finanziamento originario è del 2019), motivo per cui i comuni avrebbero chiesto alla Regione un supplemento di un milione e mezzo. La Regione, dal canto suo, ha chiesto un’accelerazione perché il rischio concreto è la perdita dei fondi (la rendicontazione dovrebbe avvenire entro il 2026). Nel dibattito è entrata anche l’Università della Calabria. L’unical,  direttamente interessata alla realizzazione delle opere, che potrebbe mediare fra le esigenze delle parti. Gli incontri, quindi, proseguono in attesa di una soluzione che possa permettere la realizzazione delle infrastrutture senza perdere i fondi. Il 2026 non è poi così lontano.

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