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“Mare inquinato? Falso”: la Regione si arrabbia e Legambiente replica “equivocare significa strumentalizzare”

Calabria

“Mare inquinato? Falso”: la Regione si arrabbia e Legambiente replica “equivocare significa strumentalizzare”

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Mare Legambiente regione

COSENZA – Le dichiarazioni dell’Assessore all’ambiente della regione Calabria Giovanni Calabrese, intervenuto dopo i dati diffusi da Legambiente, hanno suscitato inevitabilmente polemiche e prese di posizioni, soprattutto da parte di turisti e villeggianti, tra chi evidenzia che negli ultimi anni tanto è stato fatto tanto con un deciso miglioramento della situazione, tra chi invece parla di problemi non risolti soprattutto lungo il Tirreno postando foto della situazione del mare. E mentre tra Regione e Legambiente è partito un botta e risposta, da due giorni, con il mare mosso, tutta la fascia che va dall’Alto Tirreno fino a Lamezia vede nel mare la presenza dellasolita” striscia rosastra, decine di segnalazioni con tanto di foto arrivate in redazione.

In merito alla smentita dei dati di Goletta verde da parte dell’ assessore Calabrese, allego alla presente le foto dello stato di sporco del mare che da più giorni sta interessando Torremezzo di Falconara… Queste sono di oggi, un vero schifo! L’assessore ha ragione, i dati di Goletta verde non sono veritieri, per Difetto però!!!”

Riannodiamo i fili: ieri pomeriggio l’Assessore all’Ambiente della Regione Calabria ha definito “non veritieri” i dati diffusi da Legambiente in relazione all’inquinamento del mare calabrese che, secondo l’associazione ambientalista, si attesta al 57%, sulla base del campionamento realizzato in 23 punti, principalmente alle foci dei fiumi. Calabrese ha spiegato che i dati erano relativi solo a 23 prelievi rispetto agli oltre 3.000 che la Regione realizza costantemente nel corso dell’anno.

“Sono nel 2025 ne abbiamo fatti 1.947 e su questi solo per il 2% risulta una non conformità e riferito alle foci dei fiumi” ha quindi tuonato “dire oggi che il mare della Calabria è inquinato per il 57% è assolutamente falso. Non possiamo accettare che venga detto questo, né che per motivi politici si cavalchi una notizia completamente infondata. Non è giusto nei confronti dei calabresi perché il mare della Calabria è un mare pulito, non inquinato, sicuramente con criticità che noi riscontriamo quotidianamente e su cui interveniamo”.

I dati di Arpacal sulla salute del mare calabrese

Secondo i dati forniti dall’Arpacal, nel corso del 2024 sono stati eseguiti 3.811 campionamenti, con un valore di non conformità pari al 1,8% mentre quest’anno, fino al 30 giugno, ne sono stati eseguiti 1.947, con un livello di non conformità pari al 2%. Secondo l’assessore Calabrese, “le acque della Calabria sono eccellenti per il 93%. Vogliamo tranquillizzare i calabresi, i turisti e lo facciamo anche nel rispetto di tanti operatori turistici che investono risorse e fanno sacrifici con le loro attività. Tutto ciò non è corretto”.

La replica di Legambiente: non assegniamo patenti di idoneità

All’Assessore ha replicato direttamente Legambiente che ha cercato di spegnere le polemiche evidenziando che “si é ribadito che i dati dei 23 campionamenti eseguiti lungo le coste della Calabria non riguardano la balneabilità delle acque costiere, né tantomeno esprimono un giudizio sulla qualità delle acque marine o assegnano patenti di idoneità. Come riportato nella titolazione del comunicato stampa ed esplicitato nel corpo del testo, oltre che ribadito dalla portavoce di Goletta Verde Laura Brambilla e dalla presidente regionale Anna Parretta – si aggiunge – l‘indagine ha riguardato il campionamento di punti critici presso le foci di fiumi e canali per verificare la possibile presenza di inquinamento di natura microbiologica dovuta ad una cattiva o assente depurazione delle acque reflue, un problema strutturale della regione Calabria che troppo lentamente si sta provando a risolvere e che minaccia la qualità delle acque costiere.

“Giudizio il mare inquinato è riferito al singolo punto di prelievo”

“II giudizio espresso da Goletta verde di ‘Inquinato’ o ‘fortemente Inquinato’ è chiaramente e ben specificato che è riferito al singolo punto dettagliatamente riportato nel comunicato, nella tabella allegata e nella mappa online e in nessun modo è riferito a interi tratti di costa, litorali o porzioni di mare.  Ci stupisce, quindi, che la Regione Calabria, per mezzo dei suoi rappresentanti intervenuti ieri nella conferenza stampa organizzata dalla Regione stessa per smentire i dati riportati il giorno prima da Legambiente, abbia confuso e paragonato il lavoro svolto dalle autorità competenti e gli obiettivi del monitoraggio previsti dalla normativa vigente in tema di balneazione con il monitoraggio scientifico e rigoroso portato avanti dall’associazione, che ha finalità completamente differenti e che semmai si integra a quanto svolto dalle istituzioni, non andando a sostituirsi. Un punto questo espressamente riportato nel comunicato stampa di Goletta verde criticato dalla Regione”.

“Equivocare significa strumentalizzare”

“Equivocare significa, da chiunque provenga, voler strumentalizzare dati a fini di campagna elettorale. Legambiente, da decenni effettua in tutte le regioni, i medesimi controlli prevalentemente in punti critici come fiumi e canali di sbocco. Si tratta di punti, notoriamente non balneabili, ma che costituiscono fonti di inquinamento su cui Legambiente vuole porre l’attenzione perché si intervenga in maniera risolutiva. La vera differenza è che mentre le istituzioni dichiarano apertamente che le foci dei fiumi siano inquinate e lo prendono come un dato di fatto, sottovalutando un problema importante, Legambiente si è sempre battuta, si batte e continuerà a battersi affinché i nostri corsi d’acqua tornino ad essere quello che dovrebbero essere. Uno straordinario corridoio ecologico che connette le montagne con il mare e non un luogo dove sversare inquinanti che inevitabilmente finiscono in mare”.

Il nostro obiettivo è fare in tutti i fiumi italiani quello che è stato fatto sulla Senna a Parigi. Legambiente, con tutte le sue strutture nazionali, regionali e locali, non gira la testa dall’altra parte e non nasconde la polvere sotto il tappeto. Se sulla depurazione non ci sono problemi, come sostenuto ieri nella conferenza stampa dalla Regione, perché le autorità competenti non campionano le foci dei fiumi come la stessa normativa sulla balneazione prevedrebbe? E perché le nostre analisi certificate sui prelievi alle foci risultano troppo spesso inquinate, oltretutto nel corso degli anni? Queste sono le domande che la Regione si dovrebbe porre, invece di arrampicarsi sugli specchi per difendere l’indifendibile. Le polemiche di queste ore non hanno dunque fondamento. Si tratta, invece, di lavorare in sinergia per risolvere definitivamente le annose questioni della mala depurazione in Calabria, nell’interesse dell’ambiente, della salute, della collettività e dell’economia calabrese”.

 

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