‘I Fuori Sede’ dà voce ai pazienti di cancro: in tournèe per raccontare la malattia

La storia vera di una profonda amicizia. Un’opera liberamente ispirata alla vita di Giacomo Perini (che interpreta se stesso) in una commedia che dà voce ad oltre tre milioni di italiani affetti da tumore.

 

COSENZA – ‘I Fuori Sede’ dà voce ai pazienti di cancro. Il 27% dei pazienti oncologici dopo la diagnosi torna ad avere – con tempi diversi in base al tipo di neoplasia, al sesso, all’età d’insorgenza – la stessa aspettativa di vita della popolazione generale. Inoltre oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Il cancro è vita quotidiana per milioni di italiani, eppure sembra ancora difficile immaginarlo come una patologia cronica. Sdoganare la malattia è stato l’obiettivo di un gruppo di ragazzi, pazienti oncologici e studenti di medicina, in scena con l’opera teatrale I fuori sede, dedicata all’esperienza di pazienti oncologici che si raccontano attraverso la formula del teatro.

La storia liberamente tratta dalla vita di Giacomo Perini (che interpreta se stesso), dopo lo straordinario successo romano al Teatro Ambra Jovinelli, al Teatro Manzoni di Milano, a Bari in occasione di “ Favo Donne”, al Teatro Fraschini di Pavia e di nuovo a Milano ospiti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, approdastasera al Teatro Rendano di Cosenza. Una tappa obbligata visto che il Presidente dell’Associazione Pancrazio, Francesco Bugamelli, è nato a Cosenza e molti studenti fuori sede, che recitano se stessi, sono di origine calabrese. Un’opportunità per l’Associazione di testimoniare la forza, il dolore, l’ironia, l’energia di una giovane vita che fa i conti con la sua malattia e al contempo la necessità di una rete di affetti e di amicizie che la sostenga.

Ideata dall’Associazione Pancrazio con il Patrocinio del Comune di Cosenza, scritta da Maria Teresa Carpino, con Gigi Palla e Giacomo Perini, ha ricevuto l’apprezzamento della FAVO, del CONI, dello IEO ( Istituto Europeo Oncologia) dell’Associazione Insieme contro il Cancro, del CIP ( Comitato Italiano Paralimpico), di molte Università italiane, inclusa l’UniCal, l’Università della Calabria, e dell’AIL. I fuori sede rientra nel più ampio progetto nazionale Racconti di vita, una campagna di sensibilizzazione sulle gravi patologie oncologiche attraverso la formula del teatro, resa possibile da un grant non condizionato di Roche S.P.A.

Protagonisti della pièce sono dieci studenti universitari che si trasferiscono a vivere insieme. Uno di loro esegue una visita di controllo per un dolore alla gamba. La diagnosi è di tumore. La dinamica del gruppo di amici di 19-20 anni cambia e tutti si trovano messi alla prova, a fare i conti con l’accettazione della malattia e la sua gestione quotidiana. L’opera teatrale è arricchita dalla presenza di un gruppo di ballerini, campioni mondiali di hip hop, gli Stratos e dalla partecipazione di Luca Valenti, voce in X Factor edizione 2015 e attore nella serie teen di Disney Channel Alex&co. La storia si ispira a quella di Giacomo, un ragazzo romano colpito a soli 18 anni da un osteosarcoma di alto grado, un tumore raro.

“La malattia ha cambiato per sempre la mia vita e mi ha fatto diventare un’altra persona – racconta Giacomo Perinirivivere in un contesto decisamente insolito come il palcoscenico di un teatro quei momenti così duri è un’esperienza molto forte e di grande emozione. Dal 2014 ad oggi, da quel giorno in cui ho iniziato questa difficile convivenza, ho imparato a conoscermi, sono cresciuto e ho dovuto rispondere a domande faticose. La speranza e il coraggio sono diventate sorelle e mi hanno insegnato ad essere felice per quello che sono. I fuori sede vuole accendere una luce sulla necessità di una normalità condivisa. Perché di cancro si vive”.

“Relazionarsi col paziente – dichiara Francesco Bugamelli, Presidente dell’Associazione Pancrazio – è parte importante del nostro percorso di studenti di medicina. Cominciamo ad avvicinarci al mondo ospedaliero che abiteremo tra qualche anno, imparando non solo a curare, ma a prenderci cura. Entriamo in quel famoso rapporto medico-paziente, centrale per la riuscita di ogni terapia. Ecco, il teatro è tutto questo: ascolto, dialogo, empatia, emozioni. Nel nostro spettacolo la forza comunicativa della finzione teatrale si combina con le storie di persone che vivono la malattia e condividono il nostro approccio. Questo insieme si compone in modo originale nella nostra opera”.

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