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L’Unical alla guida di un progetto internazionale sulla filiera cerealicola: contrastare i rischi e prosperare

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L’Unical alla guida di un progetto internazionale sulla filiera cerealicola: contrastare i rischi e prosperare

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RENDE – L’Unical, con un team di ricerca guidato dal Prof. Antonio Padovano, e CAL-TEK S.r.l., spin-off accademico diretto dal Prof. Francesco Longo, sono tra i partner di un progetto internazionale dedicato alla vulnerabilità della filiera cerealicola. Si tratta di CERERE – CEreals REsiliency REvolution for agile supply chain management in the Mediterranean, un progetto di ricerca e innovazione finanziato dal PRIMA Programme 2023 e giunto al termine del suo primo anno di attività.

L’Università con sede a Rende si occupa del coordinamento del progetto al quale afferiscono altri nove partner in sei Paesi. L’obiettivo è quello di rivoluzionare la resilienza delle filiere del grano e dell’orzo nel Mediterraneo, in particolare nei Paesi MENA (Medio Oriente e Nord Africa), attraverso un approccio integrato che fonde ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, innovazione sociale e capacity building.

Unical ed il progetto internazionale: si lavora ad una piattaforma intelligente

Il cuore digitale del progetto si fonda su una piattaforma intelligente basata su tecnologie avanzate – intelligenza artificiale, gemelli digitali, Internet of Things, simulazione – per monitorare, prevedere e gestire le vulnerabilità lungo tutta la filiera cerealicola. Questa infrastruttura consentirà di trasformare i dati sul campo in raccomandazioni operative personalizzate e accessibili, restituendo valore alle competenze locali e supportando agricoltori, trasformatori, decisori pubblici e operatori di filiera nell’affrontare eventi critici – dalla crisi climatica alle perturbazioni geopolitiche.

Oltre ai due partner calabresi, fanno parte del consorzio il CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Italia), Slow Food International (Italia), la Berlin School of Economics and Law (Germania), ISCTE – Instituto Universitário de Lisboa (Portogallo), SQLI Services (Tunisia), l’American University in Cairo (Egitto), Field Crops Central Research Institute – TARM (Turchia) che uniscono competenze agronomiche, tecnologiche, economiche e sociali.

Grazie alla collaborazione con realtà come Slow Food e ai test pilota in Egitto e Turchia, il progetto mira a rendere le filiere cerealicole più capaci di affrontare rischi, adattarsi e prosperare anche in condizioni complesse.

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