Italia
Liste d’attesa: privati per tagliare le file, Cup unici regionali e prestazioni anche sabato e domenica
ROMA – Dal un Cup unico regionale o infraregionale, al monitoraggio sulle liste d’attesa affidato all’Agenas. Ed ancora un ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria fino all’introduzione di visite ed esami anche il sabato e la domenica. Sono queste le principali misure contenute nel decreto legge anti liste di attesa, secondo una bozza di sette articoli del provvedimento che arriverà oggi in Cdm. Secondo quanto riportato nella bozza, si specifica che per evitare abusi dell’attività in “intramoenia”, a scapito dell’attività istituzionale finalizzata alla riduzione delle liste d’attesa, si prevede che in ogni azienda ospedaliera le ore di attività libero professionale non debbano eccedere quella ordinaria.
Fondo sanitario per “acquistare” prestazioni dal privato
Previsto l’aumento per gli anni 2025 e 2026 della quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l’acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2024. Le risorse già stanziate per il 2024, inoltre, sarebbero prioritariamente destinate alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali, erogate dalle strutture sanitarie private accreditate dotate di pronto soccorso e afferenti alle reti cliniche tempo-dipendenti, conseguenti all’accesso in pronto soccorso, con codice di priorità rosso o arancio. All’interno del decreto dovrebbe essere garantito l’accesso alla telemedicina anche a medici di famiglia e pediatri.
Agenda unica delle prenotazioni
Resta il nodo delle risorse economiche. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo alla trasmissione ‘5 minuti’ di Bruno Vespa ha detto che “alcune misure saranno subito operative dopo il Cdm“. Si parte dall’aumento del tetto di spesa per l’assunzione del personale sanitario che passerà dal 10 al 15%. “Altre, spero, dal primo gennaio 2025, quando vorremmo abolire il tetto. Questo rappresenta veramente un fatto epocale dopo 20 anni”. Da subito, ha confermato Schillaci, “finalmente ci sarà un’agenda unica di prenotazione, che metterà insieme tutte le prestazioni disponibili nel pubblico e nel privato convenzionato. Ancora non è così in gran parte delle regioni. Per riuscire a garantire visite ed esami nei tempi giusti stiamo lavorando. Vogliamo che se un cittadino deve fare un esame, una Tac, per esempio, entro 72 ore, la faccia”.
Sulle liste di attesa ieri i tecnici del ministero della Salute hanno incontrato le regioni. Dalla riunione è emerso che i provvedimenti potrebbero essere due, un decreto legge e un disegno di legge e nel secondo verrebbero convogliati gli aspetti più operativi che necessitano di una copertura finanziaria. Il nodo fondamentale rimane comunque la definizione delle risorse.

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