La società fallita, è stata inoltre gravata da rilevanti esposizioni debitorie nei confronti di banche, fornitori e società di leasing.
COSENZA – L’imprenditore del settore alberghiero Mimmo Barile, proprietario del Nord Hotel, struttura di lusso, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta. L’ordinanza è stata eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Cosenza e contestualmente ha sequestrato due milioni di euro nei confronti di tre società gestite dal medesimo imprenditore. La società fallita, è stata inoltre gravata da rilevanti esposizioni debitorie nei confronti di banche, fornitori e società di leasing, nonostante sia stata destinataria di rilevanti contributi regionali sin dagli anni ’90.
Il dissesto finanziario della società e, quindi, il depauperamento del patrimonio della stessa, sarebbe stato la conseguenza di una gestione caratterizzata da continue e ingiustificate distrazioni di denaro messe in atto dai soci, sia a favore di familiari, sia sotto forma di finanziamenti a favore delle altre società del “Gruppo”. Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, hanno consentitoalla Procura della Repubblica di richiedere ed ottenere il provvedimento di arresto notificato in data odierna all’indagato.
Oltre a Mimmo Barile, risultano implicati nella vicenda anche Ercole Barile e Giovanni Battista Guzzo ex amministratori di diritto della Nord Hotel e Gianfranco Tenuta, amministratore nominato il 29 marzo 2014 fino alla data di dichiarazione del fallimento nel maggio 2015 della società liquidatrice omonima. In concorso e nelle loro rispettive qualità avrebbero agito allo scopo di recare pregiudizio ai creditori distraendo i beni della società.
L’attività di indagine nei confronti di Domenico (Mimmo) Barile, unico indagato per il quale è stata richiesta la misura cautelare ha portato a suo carico gravi indizi di colpevolezza. La Finanza ha sottolineato nell’ordinanza del suo arresto che Barile, gestiva le società come una “holding” nonostante nessuna di queste fosse direttamente o indirettamente partecipata e /o controllata dalla fallita. A Barile facevano capo, fra l’altro, due rinomate strutture ricettive di Cosenza e provincia: l’Hotel Centrale del capoluogo, attualmente chiuso, e l’Executive di Rende, rilevato da una nuova gestione. Fra l’altro, nell’ottobre 2013 era stato arrestato per un ammanco di 500.000 euro dalle casse della Fonfazione Field, ente “in house” della Regione Calabria, di cui era stato presidente.
Barile ha ricoperto diversi ruoli come esponente del centrodestra cosentino. E’ stato consigliere comunale e provinciale di Cosenza negli anni Settanta, sotto il simbolo del Movimento Sociale Italiano, per essere poi eletto consigliere regionale nel 1995 con Forza Italia, partito di cui fu anche capogruppo nella massima assemblea elettiva calabrese. Perse poi lo scranno di consigliere regionale dopo un ricorso che porto’ a ripetere le elezioni in alcune sezioni elettorali. Ha ricoperto anche l’incarico di presidente dell’ Apt, l’azienda turistica provinciale, di Cosenza.