COSENZA – Non c’è traccia della calibro nove dalla quale furono esplosi i due colpi che uccisero il figlio di ‘Bella Bella’.
Si attendono gli esiti degli esami del DNA per stabilire se lo scheletro trovato ad Orto Matera, a pochi metri dal casolare ‘Casino Telesio’, spesso additato come tempio del satanismo cosentino, è effettivamente quello di Luca Bruni. L’orologio e i vestiti sembrerebbero i suoi. Oggetti rinvenuti scavando nel punto indicato dal neocollaboratore di giustizia Adolfo Foggetti arrestato nelle scorse settimane per estorsione, indagato ed autoaccusatosi dell’omicidio del boss del clan Bruni. Scomparso il 3 Gennaio del 2012 l’uomo era da poco ritornato in libertà portando scompiglio nei delicati equilibri delle ‘ndrine bruzie. La trappola in cui perì fu un appuntamento fittizio con Ettore Lanzino e Franco Presta. Un incontro mai avvenuto. Ad accompagnarlo furono, secondo le ultime rivelazioni pubblicate da Gazzetta del Sud, lo stesso Foggetti insieme a Daniele Lamanna che lo freddarono nelle campagne tra Saporito e Castrolibero. La sua morte era già stata decisa. La buca in cui fu seppelito era già stata scavata il giorno precedente al ‘tradimento’ ordito dai suoi due fedelissimi. Per la sua uccisione sono attualmente indagati Franco Bruzzese del clan dei rom, Ettore Sottile suo affiliato, Maurizo Rango reggente dell’omonima cosca che opera in stretta collaborazione con gli ‘zingari’, Ettore Sottile, Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna attualmente latitante. Manca l’arma del delitto che gli inquirenti continuano a cercare perlustrando l’area che porta al centro storico di Rende nei cui pressi vivono i familiari di Rango.