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Lavoro in Calabria: calo dei salari, precariato e fuga. Uilm: «Urge strategia industriale chiara»

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Lavoro in Calabria: calo dei salari, precariato e fuga. Uilm: «Urge strategia industriale chiara»

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COSENZA – I dati sul lavoro in Calabria non sono incoraggianti. Lo descrive la Uilm Calabria in una nota a margine di un importante incontro che si è svolto ieri a Napoli presso Confindustria Napoli durante il quale è emerso che l’Italia è ancora un attore centrale nella sfida globale della mobilità sostenibile. Il Paese è pronto a competere ma ci sono ancora tanti nodi da risolvere.

Li ha affronati Antonio Laurendi, Segretario generale della Uilm Calabria, che rilancia un appello urgente alle istituzioni nazionali e regionali per una nuova strategia industriale centrata sul lavoro e sul Mezzogiorno.

Lavoro in Calabria: retribuzione lorda ferma e minore rispetto al Nord

“La sfida dell’innovazione – spiega Laurendi – deve andare di pari passo con la giustizia salariale. I dati Ocse parlano chiaro: l’Italia è il Paese avanzato con il calo più marcato dei salari reali dal 2021 (-7,5%). E in Calabria questo calo pesa il doppio. La retribuzione media annua lorda in regione è ferma a 14.960 euro, mentre in Lombardia supera i 28.000 euro. Significa che un lavoratore calabrese guadagna il 50% in meno rispetto a un collega del Nord, con una perdita giornaliera che arriva al 35%.”
Per la Uilm Calabria, questi numeri non sono statistiche astratte, ma il volto quotidiano di famiglie in difficoltà, contratti scaduti, precariato in aumento e una fuga costante di giovani e competenze. Nei settori chiave come quello metalmeccanico, l’erosione del potere d’acquisto è ormai insostenibile.

Laurendi: “Restituire valore al lavoro”

“Non è accettabile – continua Laurendi – che nel 2025 ci siano lavoratori a tempo pieno che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Il lavoro deve tornare a garantire stabilità, prospettiva e dignità. Per questo chiediamo misure urgenti e concrete: aumenti salariali reali, rinnovi contrattuali rapidi e un piano straordinario per il Sud”.

Secondo il segretario generale della Uilm Calabria, serve una svolta anche culturale: “Occorre restituire valore al lavoro. Aumentare i salari per contrastare la perdita del potere d’acquisto, rafforzare i diritti e le tutele per costruire condizioni di lavoro più sicure e giuste, e soprattutto riconoscere il contributo fondamentale dei lavoratori alla crescita del Paese. Questo significa rispetto”.

“La Calabria – conclude Laurendi – non può restare prigioniera dell’emergenza. Serve una visione industriale chiara, risorse dedicate e un nuovo protagonismo del Mezzogiorno. Non possiamo più perdere tempo. Il futuro si costruisce solo mettendo il lavoro di qualità al centro dello sviluppo”.

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