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La stoccata di Mario Occhiuto: “l’ignoranza sulla mobilità è consentita ai cittadini non agli amministratori”

Area Urbana

La stoccata di Mario Occhiuto: “l’ignoranza sulla mobilità è consentita ai cittadini non agli amministratori”

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COSENZA – “È facile pensare che allargare le strade e aprirne di nuove, accorciare i tragitti e ridurre gli spazi per pedoni e ciclisti possa semplificare la vita di tutti. Tuttavia, i principi di ingegneria del traffico e pianificazione urbana ci insegnano un approccio diverso e più profondo”. A dirlo su Facebook è Mario Occhiuto, ex sindaco di Cosenza e attuale senatore di Forza Italia.
“Cerco di abbozzare – continua Occhiuto – una spiegazione semplice basata su concetti fondamentali in questo campo:
1. Canalizzazione del traffico e riduzione degli incroci:
L’obiettivo di canalizzare il traffico e indurre percorsi più lunghi non è semplicemente allungare il tempo di viaggio, ma piuttosto gestire meglio i flussi di traffico e ridurre i punti di conflitto. Gli incroci, soprattutto quelli non regolati, sono siti di congestione e incidenti. Indirizzare il traffico attraverso rotatorie o vie dedicate diminuisce la frequenza e la gravità degli incidenti e migliora la fluidità del traffico.
2. Teoria della domanda indotta:
Questo principio sostiene che aumentare la capacità stradale porta spesso a un incremento del traffico che la utilizza, piuttosto che a una riduzione della congestione. In pratica, allargando le strade o costruendo nuove arterie, si rende più attraente l’uso dell’auto, incrementando il numero di veicoli su strada. Questo fenomeno è ben documentato in letteratura (es libro “The High Cost of Free Parking” di Donald Shoup).
3. Concetto di rete stradale gerarchica:
Una struttura di rete stradale gerarchica aiuta a distribuire il traffico in modo più efficiente, dirigendo il traffico pesante verso le arterie principali e mantenendo le strade secondarie meno congestionate. Questo concetto è ampiamente trattato nel “Urban Street Design Guide” pubblicato da NACTO (National Association of City Transportation Officials).
4. Sostenibilità e mobilità alternativa: Una pianificazione efficace del traffico non si limita solo a gestire le auto, ma include il miglioramento dell’accessibilità e dell’attrattività di modalità alternative come il trasporto pubblico, il ciclismo e il camminare. Incentivare l’uso di queste alternative può ridurre significativamente la dipendenza dalle auto e, di conseguenza, il traffico. Autori come Jan Gehl nel suo libro “Cities for People” esplorano come l’urbanistica e la progettazione urbana possano promuovere una mobilità più sostenibile.
5. Feedback loops e modelli di traffico dinamico:
Infine, è importante considerare che i cambiamenti nella rete stradale influenzano i comportamenti degli utenti della strada. Tali modelli, spiegati in dettaglio in trattati come “Traffic Flow Theory and Characteristics” (TRB), mostrano che le modifiche alla rete possono avere effetti complessi e a volte controintuitivi sul flusso del traffico.
Questi principi e approcci sono alla base delle moderne teorie della viabilità e della pianificazione urbana e sono essenziali per comprendere perché semplicemente allargare le strade o accorciare i tragitti non risolve i problemi di traffico veicolare, anzi li peggiora. Chi amministra una città non può rispondere semplicisticamente alla pancia degli elettori: l’ignoranza dei principi della teoria della mobilità è consentita ai cittadini che non possono essere esperti di tutto ma non agli amministratori o a taluni giornalisti che dovrebbero almeno documentarsi meglio e studiare prima di scrivere. Ma vedo purtroppo – concluda l’ex sindaco- che ancora si persevera e che sono pronte altre ordinanze per accorciare i tragitti e aggravare la situazione agli incroci causando ulteriore congestione”.
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