Area Urbana
La ‘buona sanità’ all’Annunziata: «Urologia reparto d’eccezione, mia madre è stata salvata»
COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo l’esperienza di ‘buona sanità’ pervenutaci in redazione riguardo l’ospedale di Cosenza.
“Salve, scrivo questa lettera per raccontare la mia esperienza. Mi chiamo Stefania e scrivo da Cosenza. A Dicembre 2022 mia mamma, Francesca, è stata ricoverata presso il reparto di Urologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza a seguito di un blocco urinario. E’ stata sottoposta a stent, a seguito della sua situazione renale è stata nuovamente ricoverata per idronefrosi e sottoposta a nefrostomia. Successivamente, a seguito di varie infezioni per calcolosi mista infetta è stata ricoverata e sottoposta alla rimozione di questa calcolosi molle infetta. Le speranze di sopravvivenza vista l’età di mamma e i vari problemi di salute erano poche. Il primario il DOTT. DI DIO ha cercato di ridurre al minino il rischio. Alla fine con la sua bravura, la sua esperienza…mamma ce l’ ha fatta ed è grazie a lui se è ancora con noi.
Un ringraziamento speciale va a tutta l’equipe medica del reparto. Tutte persone umane e competenti. Volevo ringraziare in primis il primario del reparto il Dottore Di Dio a seguire ringrazio il Dott. Zaccone, la Dott.ssa Scarcella, il Dott. Battaglia, il Dott. Costanzo, il Dott. Sicoli, la Dott.ssa Madeo, la Dott.ssa Mazza; tutta l’equipe della sala operatoria; la caposala Giusy; gli infermieri: Matteo, Tonino, Raffaella, Domenico, Anna, Iolanda e tutti gli altri di cui non mi ricordo i nomi; le oss: Elena, Giovina, Giusy e tutti gli altri. Se questo reparto è vincente è perché c’è un lavoro di squadra, la squadra è assemblata e funziona grazie al suo allenatore che è riuscito a mettere in campo tutta la sua formazione e il corretto schema di gioco. Tutto il personale è molto professionale, competente e umano. Attenti alla pulizia del reparto, alla pulizia dei pazienti, attenti anche alla distribuzione del cibo che viene smistato in base alle problematiche di salute che un paziente ha, attenti alla preparazione pre/post operatoria, scrupolosi nel fare accertamenti più approfonditi durante la degenza, insomma non dimettono il paziente se non ha tutti i valori nella norma. Seguiti anche dopo le dimissioni. Cosa che non posso raccontare degli altri reparti in cui mamma ha soggiornato per dei periodi.
Un reparto che a mio avviso dovrebbe essere ampliato creando nuovi posti letto, nuovo personale medico e paramedico con acquisto di attrezzature mediche e materiale che ahimè risultano essere scarse in tutti i reparti. Spero che questo mio messaggio possa arrivare e essere letto anche dal Presidente della Regione e da tutta la classe politica calabrese. Questo reparto deve essere assolutamente valorizzato e premiato “dando a Cesare quel che è di Cesare”. Spero che questo mio messaggio, inoltre, possa essere letto anche da altro personale di altri reparti prendendo da esempio.
Mi rivolgo soprattutto ad altri primari che gestiscono i loro reparti..se c’è qualcosa che non va nei loro reparti, si devono mettere in discussione, convocare tutto lo staff e dargli delle regole, delle linee giuda. Per ultimo mi rivolgo a tutti gli infermieri/oss degli altri reparti compreso il pronto soccorso che si rivolgono ai pazienti/familiari con toni accesi, nervosi, con zero umanità ect. dove ogni volta tirano in ballo che sono pochi, che manca personale, che sono stanchi a fare doppi turni ect, tutto questo non giustifica il loro atteggiamento che hanno nei confronti di un paziente/familiare. Anche nel reparto di Urologia hanno mancanza di personale e sono soggetti a fare doppi turni, ma mai e nessuno in questo reparto ha mai mancato di rispetto a un paziente o ad un suo familiare. Penso che il vero motivo che si cela dietro il comportamento di alcuni che si comportano cosi sia un altro. Per fare questo lavoro ci vuole pazienza, umanità ect. Se non si hanno queste doti, non si è portati a fare questo lavoro.. dove nessuno vi ha obbligati a farlo.. In conclusione se questo lavoro non fa per voi, nessuno vi obbliga a farlo dal momento in cui in Italia viene data nei contratti”.
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