In tal senso, il primo cittadino del terzo agglomerato urbano calabrese ha addotto argomentazioni specifiche, rispetto a questioni di carattere prettamente tecnico che, negli anni scorsi, erano rimaste irrisolte. Il tutto a partire dalla condivisione delle linee guida, perfettamente convergenti con l’adozione del Piano D’Ambito regionale, a cui il commissario Tonino Daffinà non intende rinunciare. Sotto la lente d’ingrandimento, la sostenibilità tecnica, economica, gestionale delle opere da realizzare; la loro gradualità esecutiva come lotti funzionali autonomi che, in relazione ai tempi, procederanno in modo direttamente proporzionale alle coperture finanziare in essere ed a quelle necessarie per la chiusura del quadro complessivo del sistema fognante-depurativo.
Partendo da tali presupposti, non è mancata l’analisi delle criticità relative al carico umano che arriva sull’impianto di Sant’Angelo di Rossano, vittima delle sue carenze strutturali e tecnologiche, da considerare in modo prioritario al fine di evitare che dilaghi ulteriormente l’inquinamento.
Amministrazione comunale e sub-commissario per la depurazione non hanno trascurato neppure l’impianto di Boscarello che deve essere ripensato non solo per recepire i reflui del Nuovo Ospedale della Sibaritide, ma anche per fare da volano infrastrutturale essenziale, oltre che accogliere gli scarichi derivanti dal tessuto economico abitativo e commerciale che si svilupperà attorno al costruendo presidio.
Da approfondire, invece, la situazione relativa all’impianto della zona industriale, attualmente gestito dal Corap. Un nodo quest’ultimo che il sub-commissario Tonino Daffinà si è detto pronto ad affrontare, pur senza tralasciare che l’impianto non rientra, al momento, nel quadro delle sue competenze, “ma si va ad inserire –ha precisato – nel quadro delle opere di cui si occuperà Sorical. Di conseguenza, dovranno necessariamente essere adeguate. Circostanza che, con relativa approvazione e finanziamento, potrebbe consentire di ipotizzare un suo utilizzo in alternativa all’impianto di Piragineti“.
Insomma, un primo confronto che ha fornito sia a Flavio Stasi che a Tonino Daffinà la possibilità di accendere i riflettori sull’annosa quaestio per la cui soluzione servirà, da qui in avanti, una interlocuzione continua tra i due uffici “sia per valorizzare le rispettive esperienze e trasferirle sui documenti progettuali definitivi –hanno concluso entrambi – che per evitare perdite di tempo che possano determinare ulteriori mancate opportunità di sviluppo”