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Intitolata a Cosenza una strada ad Ernesto d’Ippolito, Caruso «un Maestro che ha unito la città»

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Intitolata a Cosenza una strada ad Ernesto d’Ippolito, Caruso «un Maestro che ha unito la città»

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COSENZA – Da ieri sera il nome di Ernesto d’Ippolito è iscritto nella toponomastica cittadina. Il tratto dell’ex via Luigi Miceli, compreso tra Corso Mazzini e via Roma – dove sorgeva il suo storico studio legale – è stato ufficialmente intitolato al grande avvocato, simbolo del Foro cosentino e figura centrale della vita culturale e civile della città. Una cerimonia sentita e partecipata ha celebrato la memoria di un uomo che, come ha ricordato il sindaco Franz Caruso, “ha lasciato un segno profondo nella nostra comunità”. Il primo cittadino ha reso omaggio anche alla compagna di vita di d’Ippolito, donna Chiara, scomparsa recentemente, ricordandola come “un faro, una presenza costante e guida silenziosa per il marito e per tanti praticanti che hanno varcato la soglia di quello studio”.

Nel suo intervento, Caruso ha sottolineato l’eredità culturale, umana e professionale dell’avvocato d’Ippolito: “Un uomo colto, non erudito, che ha sempre messo la sua intelligenza e il suo sapere al servizio della città, con interventi memorabili in Consiglio comunale, un profondo spirito liberale e un senso civico raro”. Il sindaco ha anche voluto riconoscere il ruolo dei consiglieri comunali che hanno sostenuto e portato avanti l’iter per l’intitolazione: “Il fatto che questa proposta sia stata condivisa da tutti, senza divisioni, testimonia quanto Ernesto d’Ippolito abbia saputo unire la città anche dopo la sua scomparsa. La cultura, ci ha insegnato, è un valore che unisce e non divide”.

Un momento toccante è stato il saluto della signora Marilù Sprovieri, sorella di donna Chiara, visibilmente emozionata, e le parole del consigliere comunale Giuseppe d’Ippolito, nipote dell’avvocato, che ha condiviso un ricordo personale e commosso: “Ognuno di noi conserva qualcosa di lui. Io conservo le sue lettere, tra cui una che mi scrisse quando venni eletto consigliere: il suo invito era sempre quello di onorare la città e contribuire alla sua crescita”.

Anche il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Claudio De Luca, ha sottolineato il valore storico e professionale della figura di d’Ippolito: “Ha conferito alla professione forense una fortissima dimensione culturale. È stato un maestro nel senso più autentico del termine: un generatore di coscienza, come Seneca amava definire il vero insegnante”. Infine, il ricordo personale dell’ex procuratore Mario Spagnuolo, che ha parlato della sua “arroganza intellettuale” come cifra di coraggio e lungimiranza, utile a “immaginare il futuro di Cosenza quando ancora non esisteva”. Con questa intitolazione, la città riconosce e onora uno dei suoi figli più illustri, consegnandolo definitivamente alla memoria collettiva. Perché, come ha detto Franz Caruso, “Ernesto d’Ippolito era rigoroso e generoso: non teneva la sua cultura per sé, la donava. E questo è l’insegnamento più grande che ci lascia”.

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