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Inchiesta ‘Sette note’, droga in clinica. Due condanne e quattro assoluzioni

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Inchiesta ‘Sette note’, droga in clinica. Due condanne e quattro assoluzioni

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Tribunale di Cosenza

COSENZA – Si è conclusa, al Tribunale di Cosenza, la fase dibattimentale del processo di primo grado sull’inchiesta denominata ‘Sette note‘. Tra le accuse non solo spaccio ma anche minacce per estorcere denaro nei confronti dei genitori degli assuntori per indurli a pagare i debiti dei figli.

L’attività di indagine è stata svolta dall’ufficio della polizia giudiziaria – polizia di Stato – della Procura della Repubblica di Cosenza- La testimonianza della madre della vittima – assuntore – permise agli inquirenti di ottenere un quadro più ampio e circostanziato della vicenda grazie anche all’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti e appostamenti che hanno permesso, in taluni casi, di riscontrare l’attività di spaccio posta in essere dagli indagati.

Due condanne, 4 assoluzioni e una prescrizione

Il tribunale collegiale di Cosenza, presieduto dal giudice Carmen Ciarcia, a latere Iole Vigna e Stefania Antico, ha condannato Dimitri Bruno, difeso dall’avvocato Cristian Cristiano alla pena di anni 3 di reclusione, 3.400 € di multa e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e lo ha invece assolto per “concorso di persone nel reato”, estorsione aggravata e concorso in detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Condannato alla pena di 4 mesi Caira Mario, difeso dall’avvocato Danilo Aloe, per false informazioni al pubblico ministero.

Assolti tutti gli altri imputati. Cesare Quarta, difeso dall’avvocato Antonio Quintieri, per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste. Illenia De Luca, difesa dall’avvocato Stefano Pellegrino, perché il fatto non sussiste; Manuel Esposito, difeso dall’avvocato Ugo Ledonne, per non aver commesso il fatto e Francesco Picarelli, difeso dall’avvocato Pietro Sammarco, perché il fatto non sussiste.

Nessun procedimento, infine, per il reato contestato a Carlo Bruno (reato continuato e rimodulato in fatto di lieve entità) e difeso dall’avvocato Cristian Cristiano, perché estinto da avvenuta prescrizione. Disposta la confisca della sostanza stupefacente sequestrata. per tutti gli imputati Il Pm aveva chiesto pene severe e comprese tra i 3 i sette anni.

L’inchiesta Sette Note

L’inchiesta mise fine ad una “catena” fatta di spacciatori, piazze e assuntori che ricorrevano a minacce anche gravi pur di avere denaro. In alcuni degli episodi di spaccio, da fornitori erano diventati “vittima-assuntore” di droga acquistata da altri indagati. i rispettivi quartieri di residenza che, in alcuni casi erano diventate vere e proprie piazze di spaccio. La maggior parte degli indagati, infatti, avevano messo in atto un sistema collaudato, perlopiù operando direttamente dalle rispettive abitazioni, seppure alcuni sottoposti agli arresti domiciliari.

 

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