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Il procuratore di Cosenza Capomolla: ‘sulla criminalità i giovani hanno bisogno di esempi concreti’

Il procuratore di Cosenza Capomolla: ‘sulla criminalità i giovani hanno bisogno di esempi concreti’

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RENDE –  Il neo procuratore della Repubblica di Cosenza, Vincenzo Capomolla, intervenendo al seminario di Pedagogia dell’Antimafia, svoltosi all’Università della Calabria,  sul contrasto alla cultura mafiosa ha approfondito alcuni aspetti relativi alle dinamiche dell’operatività delle organizzazioni criminali, come si presentano, ormai anche sotto dissimulate  mentite spoglie e quali sono gli strumenti per le azioni di contrasto. Un seminario che ha visto il coinvolgimento diretto degli studenti  per capire soprattutto quali sono le loro percezioni rispetto  a questi fenomeni criminali.

Una criminalità organizzata – ha spiegato il nuovo Procuratore della Repubblica bruzia – che oggi si manifesta anche e soprattutto attraverso il web in seguito ad un suo sviluppo tecnologico, che se da un lato consente di conseguire dei risultati di contrasto che magari in passato non potevano essere concretizzati, dall’altro presenta numerose insidie, perché è anche un settore in cui i giovani si possono trovare “disarmati”, rispetto a quelle che sono le attività criminali della rete. Pertanto – ha proseguito il procuratore Capomolla – è molto importante monitorare la rete, il web, perché è un ambito molto fiorente per la realizzazione di condotte illecite  delle organizzazioni criminali, all’interno del quale spesso  e volentieri riciclano i loro enormi profitti”.

“ I giovani dal canto loro hanno una adeguata consapevolezza delle dinamiche operative delle organizzazioni criminali nei territori in cui vivono. Ovviamente hanno bisogno di interlocutori che però siano credibili, in grado di trasmettere messaggi concreti che non si fondano soltanto sulla parola. Bisogna trasmettere con la parola la cultura della legalità, con esempi concreti. Per cui – ha concluso il procuratore della repubblica di Cosenza- se i giovani incontrano interlocutori che dimostrano nella quotidianità l’importanza del contrasto alla criminalità organizzata, sono pronti e consapevoli a percepire gli aspetti positivi, ossia il bene piuttosto che il male”. 

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