Italia
Eugenio Altomare, il carabiniere cosentino morto nella strage mafiosa di Ciaculli
 
																								
												
												
											COSENZA – “La lotta alla mafia è al primo posto tra le grandi priorità dell’azione di governo”. Il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, ha rimarcato l’impegno assunto dal premier Georgia Meloni sin dalle sue dichiarazioni programmatiche rese al Parlamento, impegno che ha avuto un seguito con le grandi operazioni antimafia messe a segno con successo nel corso di questi mesi. La Ferro ne ha parlato nel corso della solenne commemorazione del carabiniere Eugenio Altomare, una delle sette vittime della strage di Ciaculli, consumata sessant’anni fa a conclusione della prima guerra di mafia in Sicilia, che ha inaugurato il modello terroristico delle autobomba e che rappresenta un passaggio cruciale nella strategia adottata da Cosa Nostra nelle sue controffensive contro lo Stato.
La cerimonia si è svolta in tre momenti che, in una cornice di massima partecipazione popolare, hanno fatto registrare la presenza delle autorità provinciali, accolte calorosamente dal saluto del sindaco Giovanni Altomare, che ha curato personalmente ogni aspetto organizzativo di una giornata incentrata sull’affermazione dei valori della legalità e sull’impegno profuso dalle forze dell’ordine a garanzia della sicurezza dei cittadini.
Nell’area antistante la sede della caserma dell’Arma dei carabinieri, intitolata alla memoria di Eugenio Altomare, è stata deposta una corona d’alloro a memoria dell’estremo sacrificio del militare roglianese, alla presenza della vedova, alla quale il sindaco ha consegnato una targa ricordo, e dell’arcivescovo, monsignor Giovanni Checchinato, che ha tenuto un breve rito di benedizione. Hanno seguito le fasi della cerimonia: il prefetto Vittoria Ciaramella; il questore, Michele Spina; il comandante provinciale dei carabinieri, Saverio Spoto; delegazioni della Guardia di Finanza e dell’Esercito; i comandanti delle stazioni dell’Arma dipendenti dalla compagnia di Rogliano.
Dopo una celebrazione eucaristica, tenuto nel duomo di San Pietro, ha avuto luogo la cerimonia commemorativa, introdotta dal sindaco Altomare e coordinata dal giornalista Paolo Talarico, nel corso della quale sono intervenuti: il consigliere regionale Sabrina Mannarino, in rappresentanza del Presidente della Regione Calabria; il giornalista e scrittore Arcangelo Badolati; il colonnello Dario Pini, comandante del Reparto operativo provinciale; il magistrato Domenico Guarascio, Pm antimafia della Dda di Catanzaro; l’autore del libro “I mandarini rossi di Ciaculli”, Marino Fardelli, nipote di una delle vittime. Infine, i giornalisti Badolati e Attilio Sabato hanno intervistato il sottosegretario Ferro, che non ha mancato di esporre il bilancio di dieci mesi di governo in materia di lotta alla criminalità organizzata, nell’ambito della quale l’arresto del boss dei boss, Matteo Messina Denaro, è solo l’esito più clamoroso di un’intensa offensiva scatenata dallo Stato contro le mafie, da nord a sud della Penisola.
 
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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