Calabria
Elezioni regionali: il KO del centrosinistra e la corsa (quasi) solitaria del centrodestra
COSENZA – Dopo le dimissioni anticipate e ratificate, del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, il 5 e il 6 ottobre prossimi, i calabresi ritorneranno alle urne per (ri)eleggere il nuovo presidente. Da quanto sta accadendo in queste settimane, con i partiti del centrodestra e il centrosinistra in modo particolare emerge un dato inconfutabile: i partiti sono delle sigle, dei semplici contenitori e non più quei centri di confronto di analisi e di sintesi politica.
La politica è sempre più determinata dal leader, dal cosiddetto “uomo forte” che impone la scelta e la linea, relegando i processi partecipativi e democratici che per anni hanno caratterizzato i partiti, a un ruolo marginale. Nel centrodestra, in questo caso quello calabrese, è un aspetto meno rilevante, anche se sottotraccia c’è un certo malcontento, perché la riconferma quasi certa lo riporterà nuovamente alla guida della Regione Calabria, facendo (solo apparentemente) digerire, la forzatura (e che forzatura) delle dimissioni di Roberto Occhiuto e del quasi istantaneo ritorno alle urne.
Chi invece il colpo lo ha subito come quando sul ring uno dei due pugili subisce il tipico colpo da KO mettendo l’avversario fuori combattimento, incapace di proseguire l’incontro è il centrosinistra o quel tanto glorificato campo-largo, non per i partiti che lo compongono ma dalla distanza delle loro posizioni che non riescono a trovare una sintesi sul nome del candidato da contrapporre a Roberto Occhiuto.
E qui, come recita un noto proverbio, “il pesce puzza dalla testa”: da Roma. Perché i relativi rappresentanti regionali, rispecchiano in pieno le incapacità o peggio ancora la mancanza di volontà dei loro segretari nazionali, Schlein (PD) e Conte (M5S) su tutti, di voler costruire una alternativa valida, capace di competere con il centrodestra. Una scelta dettata non da un progetto politico, ma da meri calcoli e posizionamenti utili ai loro “colonnelli”.
E allora ecco che in Calabria, dove la distanza tra istituzioni e cittadini è già profonda, questa dinamica potrebbe pesare ancora di più, ed è facile immaginare un aumento dell’astensionismo e della sfiducia con la conseguenza che il centrosinistra sarà destinato, ancora per tanto tempo, a recitare il ruolo di opposizione.
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