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Elezioni regionali: il “caldo” Ferragosto del centrosinistra fra attese, WhatsApp e bandierine

Elezioni regionali: il “caldo” Ferragosto del centrosinistra fra attese, WhatsApp e bandierine

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Ferragosto è arrivato, il candidato del centro sinistra calabrese per le prossime elezioni regionali ancora no. L’ideale linea temporale, oltre la quale non si sarebbe andati, molto probabilmente, sarà de marcata.

In realtà, decisioni come queste necessitano di tempi più o meno diversi rispetto a quelli dettati dalle odierne esigenze, soprattutto quando si tratta di una coalizione, come quella di centro sinistra, all’interno della quale devono convivere più anime, che, non sempre, sono riuscite a trovare la quadra.

L’idea, però, è quella di riuscire a trovare una coalizione ampia per potersi contrapporre ad un centro destra che, pur dovendo anch’esso fare i conti con tensioni e malumori, riesce sempre a trovare l’intesa.

La scelta del candidato presidente è certamente lo scoglio principale da superare ed a complicare la situazione ci hanno pensato i “no grazie”, più o meno palesi e più o meno “tattici”, lunghe riflessioni e audio diffusi su WhatsApp. Elementi concatenati che hanno, certamente, inasprito gli animi e dilatato i tempi.

È stato detto, fin da subito, che la questione non si sarebbe basata sul “posizionare delle bandierine“, ma ogni partito, anche in ragione del suo peso specifico e di equilibri a livello nazionale che coinvolgono anche altre regioni, vuole ragionevolmente la sua parte.

Il nome che, probabilmente, avrebbe messo tutti d’accordo sarebbe stato (o sarebbe!) quello di Pasquale Tridico, ma sono comprensibili i dubbi di chi, dopo aver rivestito un incarico nazionale di prestigio e reduce da un successo elettorale come quello delle europee, si troverebbe ora di fronte una campagna elettorale difficile anche in considerazione di quelli che sono i tempi. Discorso più o meno analogo può essere fatto per Nicola Irto. Ed in questo frangente si inserisce perfettamente il famoso audio di 11 minuti di Fernando Pignataro. Anche Alleanza Verdi e Sinistra, dunque, reclama spazio ed “accusa” gli alleati, anche se non direttamente, come ad esempio nel corso di una riunione, di “tatticismi”.

Chi resta? L’Alleanza riformista…e sorge un ragionevole dubbio: se una forza politica, che può puntare sulla candidatura del sindaco di una delle più importanti e popolose città della Calabria, può avanzare pretese di leadership, perché non potrebbe chi può vantarne due?

Nessuno, dunque, teoricamente potrebbe essere disposto a fare un passo indietro, che in alcuni casi significa fare diversi passi avanti verso un campo largo, molto largo, forse troppo se ognuno vuole piantare e lasciare in bella mostra la propria bandierina.

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