Area Urbana
Cosenza aderisce alla rete di municipalità ‘Città contro la pena di morte’
 
																								
												
												
											COSENZA – L’Amministrazione Comunale, con apposita delibera di Giunta, ha aderito, su proposta della Comunità di Sant’Egidio, alla rete di Municipalità “Città per la vita/Città contro la pena di morte” indicando quale referente la presidente della commissione legalità, Chiara Penna.
“La rete <Città per la vita/Città contro la pena di morte> rappresenta, in Europa e nel Mondo, la comune volontà di accelerare la definitiva scomparsa della pena capitale dal panorama giuridico e penale degli Stati. Si tratta della più grande mobilitazione contemporanea planetaria per indicare una forma più alta e civile di giustizia, a cui abbiamo voluto aderire per tenere alta l’attenzione sui diritti umani e sul valore della Vita”.
Lo affermano in una nota congiunta il sindaco Franz Caruso ed il presidente della commissione legalità, Chiara Penna che proseguono: “Così facendo la nostra Amministrazione Comunale si impegna ad accrescere la propria responsabilità operando in tutti gli ambiti di propria competenza perché siano assicurati spazi di adeguata informazione e sensibilizzazione sulle motivazioni di tale pratica e sul progresso della campagna abolizionista nel mondo”.
“Siamo contro ogni forma di violazione dei diritti umani – concludono il sindaco Franz Caruso e la presidente Penna – La pena di morte, in particolare, rappresenta una vera e propria forma di tortura che contraddice la nostra visione garantista della giustizia che prevede, peraltro, la riparazione dell’errore giudiziario disciplinata dagli articoli 643 e seguenti del nostro codice di procedura penale, ma che rimarrebbe inattuata in caso appunto di pena di morte.
Da sempre, inoltre, – precisano – ci battiamo per dare effettività al principio, spesso dimenticato, della funzione rieducativa della pena. La “certezza della pena” non vuol dire, infatti, “immobilità o fissità della stessa” così come non è e non può essere uno slogan populista, ma un principio da armonizzare con l’intero assetto processuale. In questo ambito si inserisce a pieno titolo il nostro impegno concreto in favore della battaglia contro la pena di morte convinti che la giustizia non può derogare al diritto alla vita”.
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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