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Cosenza: acqua contaminata in via Benito Falvo, residente «Comune esca dal silenzio, pubblichi dati completi»

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Cosenza: acqua contaminata in via Benito Falvo, residente «Comune esca dal silenzio, pubblichi dati completi»

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acqua rubinetti secco

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di una cittadina, L.S. , in merito al nostro articolo relativo alla situazione di criticità di molti residenti della zona di via Benito Falvo a Cosenza alle prese da tempo con acqua ‘contaminata’.

“In merito all’articolo pubblicato in data 12 marzo 2025 dal titolo “Cosenza, acqua contaminata in via Benito Falvo: nuove analisi del Comune, nessun batterio nelle condotte“, vorrei offrire un contributo al dibattito pubblico e chiedere la pubblicazione dei risultati delle analisi da noi effettuate a febbraio e maggio 2025, che riteniamo cruciali per chiarire l’effettiva portata del problema”.

“Le analisi, eseguite da un laboratorio accreditato – spiega la signora – secondo le normative vigenti, sono state condotte su un campione prelevato alle ore 10:30 da un tecnico qualificato. I risultati hanno evidenziato la presenza di contaminazione batterica anche in tarda mattinata, confermando che il problema non è né sporadico né trascurabile”.

I prelievi del Comune

“Di contro, i prelievi ufficiali del Comune vengono eseguiti nel pomeriggio, quando la carica batterica risulta fisiologicamente diluita dopo ore di utilizzo della rete idrica. Una scelta tecnica che finisce per offrire un’immagine rassicurante ma parziale della situazione, compromettendo ogni seria volontà di affrontare il problema alla radice.
Abbiamo interpellato gli uffici competenti, inviato PEC, contattato assessori e consiglieri, ma da mesi riceviamo solo silenzi o promesse vaghe, mentre l’acqua contaminata continua a scorrere dai nostri rubinetti. La nostra richiesta è semplice e legittima: acqua sicura, pulita, garantita”.

“A fronte del bypass è stato attivato in via Martorelli e via Lanzino, ci chiediamo quali verifiche, quali lavori, quali tempi sono previsti per via Benito Falvo e per tutte le altre zone della città interessate? Cosa si sta realmente facendo per risolvere il problema, quartiere per quartiere? Ad oggi, nessun piano è stato ufficialmente comunicato alla cittadinanza”.

“È doveroso ricordare che in presenza di contaminazione accertata, i Comuni possono e devono emettere un’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua per fini potabili o igienico-sanitari, a tutela della salute pubblica. Questo strumento esiste, è previsto dalla legge e viene utilizzato da numerosi enti locali in casi simili. A Cosenza, invece, non solo l’ordinanza non è stata emessa, ma si continua a negare pubblicamente l’esistenza del rischio, esponendo i cittadini a potenziali danni senza alcuna protezione o avviso formale”.

“Viviamo un disagio continuo e profondo”

Nella lettera L.S. spiega “ogni gesto quotidiano è diventato un rischio, ogni precauzione una necessità. A tutto questo si aggiunge lo sconforto crescente per il comportamento dell’amministrazione, che nega l’evidenza e sbeffeggia le richieste legittime dei cittadini. Non possiamo ignorare che, col tempo, molti si sono rassegnati. In tanti, esausti, hanno finito per accettare passivamente questo sopruso, adattandosi a una condizione che non dovrebbe esistere in un Paese civile. Viene spontaneo chiedersi se questa rassegnazione collettiva non sia il risultato — voluto o tollerato — di un’intenzione precisa: scoraggiare la cittadinanza, così da eludere ogni assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione. L’acqua è un bene primario, tutelato da norme italiane ed europee, legato direttamente al diritto alla salute e alla qualità della vita. Eppure oggi, a Cosenza, quel diritto non è garantito. Non è allarmismo, è realtà”.

“Chiediamo che il Comune esca dal silenzio, pubblichi dati completi adottando una metodologia adatta per le analisi, spieghi cosa intende fare per ogni zona coinvolta, e soprattutto agisca con trasparenza, responsabilità e urgenza. L’avvio di campionamenti quotidiani nelle prime ore del mattino, per almeno due settimane consecutive, rappresenterebbe un atto concreto e doveroso, oltre che un segnale di reale volontà di affrontare la situazione in modo trasparente considerando che ad oggi, 30 maggio 2025, l’acqua che esce dai nostri rubinetti è ancora contaminata e maleodorante, e nessuna soluzione concreta è stata finora messa in campo. E noi siamo veramente allo stremo”.

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