Area Urbana
Casa d’appuntamenti scoperta in via Majorana a Rende, assolta in abbreviato una donna di nazionalità cinese
 
																								
												
												
											RENDE – La sentenza riguarda l’operazione compiuta dalla Polizia il primo luglio dello scorso anno a contrasto del favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione con il dispiegamento di oltre 400 uomini coordinati dal Servizio Operativo Centrale della Polizia di Stato. Nel mirino della Squadra Mobile di Cosenza era finita una “casa di piacere” situata nella centralissima Via Majorana a Rende.
Un agente si è finto cliente ed ha telefonato al numero presente su un annuncio online nel quale si offrivano prestazioni sessuali a pagamento. Dopo aver preso accordi telefonici per la prestazione con la ragazza, l’infiltrato è entrato nell’appartamento. Una donna cinese gli ha aperto la porta e lo ha condotto in camera da letto dove lo attendeva un’altra donna cinese in lingerie.
Immediatamente gli altri uomini della Squadra Mobile di Cosenza hanno fatto irruzione ed hanno raggiunto l’agente infiltrato. In camera da letto sono state rinvenute salviettine umidificate, profilattici e sex toys. Dalle successive indagini è emerso un dato ancora più grave: una terza donna cinese L.Y., non presente in casa durante la perquisizione di Polizia, risultava essere proprietaria dell’appartamento ed addirittura anche intestataria del numero di telefono utilizzato per gli annunci sui siti di incontri.
La proprietaria di casa e del numero di telefono inserito negli annunci erotici, è stata dunque rinviata a giudizio per aver favorito e promosso sui siti internet la prostituzione della connazionale sorpresa dalla polizia in lingerie nella casa d’appuntamenti, e per favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina, visto che la seconda donna cinese, presente in casa ed identificata durante il blitz, risultava essere clandestina in Italia e già destinataria di un provvedimento di espulsione.
L’ imputata cinese L.Y. ha chiesto di essere giudicata secondo le regole del rito abbreviato. La Procura della Repubblica di Cosenza ha chiesto la condanna per i reati di favoreggiamento della prostituzione e dell’ immigrazione clandestina. Il Giudice, Dott.ssa Claudia Pingitore, in accoglimento delle tesi difensive dell’ avv. Mario Alberelli, del Foro di Cosenza, volte a dimostrare l’assenza di indizi certi di favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina, ha assolto L.Y. con la formula “perché il fatto non sussiste” in relazione al favoreggiamento della prostituzione e con la formula “poichè il fatto non costituisce reato” in relazione al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
Social