Area Urbana
Carcere di Cosenza, personale allo stremo: sit-in di protesta il 25 settembre davanti al PRAP
COSENZA – La situazione all’interno della Casa Circondariale di Cosenza ha ormai superato il livello di guardia. Il personale penitenziario, da mesi costretto a fronteggiare una gestione definita inefficiente e poco trasparente, ha deciso di far sentire la propria voce con iniziative di protesta, a partire da un sit-in annunciato per il prossimo 25 settembre davanti alla sede del PRAP di Catanzaro (Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria). Le denunce sono numerose e documentano una realtà fatta di disorganizzazione, mancanza di comunicazione e diritti calpestati:
– Provvedimenti di incarico scaduti da mesi, mai aggiornati né revocati, con il personale bloccato in ruoli fissi e fuori da ogni logica di rotazione;
– Richieste di accesso agli atti sistematicamente ignorate, nonostante le continue sollecitazioni formali;
– Istanze presentate nel 2023 ancora in attesa di riscontro, mentre il personale è lasciato in balìa di scelte gestionali opache;
– Buoni pasto non corrisposti, apparentemente “smarriti”, con nessuno in grado di fornire spiegazioni ufficiali: un danno economico e morale che alimenta la frustrazione tra gli operatori.
«Il personale è allo stremo, stanco di subire e determinato a chiedere rispetto e trasparenza», dichiara il Segretario Regionale CON.SI.PE. Giuseppe Marino, che denuncia un clima di profondo disagio lavorativo e tensione all’interno dell’istituto. «Non possiamo accettare che professionisti della sicurezza e della legalità siano trattati in questo modo. Serve una svolta immediata».
Da qui l’annuncio della prima iniziativa di protesta, che si concretizzerà nel sit-in del 25 settembre davanti al PRAP di Catanzaro: un atto simbolico ma deciso, per chiedere un cambio di rotta nelle politiche gestionali e una maggiore attenzione da parte delle autorità competenti. Il personale chiede ciò che dovrebbe essere garantito in ogni ambiente di lavoro: trasparenza, comunicazione, rispetto dei diritti e risposte puntuali alle istanze presentate. Non si tratta solo di rivendicazioni economiche o burocratiche, ma di un grido d’aiuto per ripristinare un clima di legalità e tutela dentro le mura dell’istituto penitenziario. «Il personale merita risposte, non silenzi. Serve un intervento urgente per garantire efficienza, equità e dignità sul posto di lavoro», conclude Marino, invitando le autorità competenti ad affrontare senza ulteriori rinvii una crisi che rischia di compromettere gravemente la funzionalità e la sicurezza della struttura.
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