La strage di Cutro: “profili di negligenza”, in 6 rischiano il processo e la politica si divide

I reati ipotizzati a carico dei sei indagati, quattro finanziari e due militari della Guardia costiera sono naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Il Governo li difende

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CROTONE – Dichiarazioni, commenti e prese di posizione della politica a seguito della notizia relativa alla Procura della Repubblica di Crotone che ha concluso le indagini su Guardia di finanza e Guardia costiera, riguardo alle responsabilità per il naufragio del caicco carico di migranti che la notte del 26 febbraio dello scorso anno naufragò a Steccato di Cutro. Una strage: morirono 94 persone, 35 erano bambini, e alcune decine di dispersi.

I magistrati dunque, hanno depositato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di sei persone, quattro finanzieri e due militari della Guardia costiera: Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa del Comando provinciale di Vibo Valentia della Guardia di finanza e del Roan, il Reparto operativo aeronavale delle fiamme gialle; Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo Valentia; Antonino Lopresti, ufficiale in comando e controllo tattico nel Roan di Vibo Valentia; Nicolino Vardaro, comandante del gruppo aeronavale di Taranto; Francesca Perfido, ufficiale di ispezione in servizio nel Centro di coordinamento italiano di soccorso marittimo di Roma, e Nicola Nania, ufficiale di ispezione nel centro secondario di soccorso marittimo di Reggio Calabria.

“Profili di negligenza”

Dopo avere rilevato che “la presenza del caicco carico di migranti era stata tempestivamente segnalata dall’agenzia europea Frontex in navigazione verso le coste calabresi”, la Procura di Crotone parla di “profili di negligenza” nei confronti dei sei indagati “nel dare attuazione alle regole che la normativa europea e nazionale impone in casi del genere”.

Le colpe ipotizzate nei confronti dei finanzieri “attengono essenzialmente alle modalità esecutive delle azioni da svolgere in seguito all’avvistamento del natante, mentre è risultata non censurabile la scelta iniziale di qualificare l’evento come operazione di polizia anziché di soccorso in mare”. Gli uomini della Guardia costiera indagati invece, sarebbero accusati della “mancata acquisizione delle informazioni necessarie per avere un quadro effettivo di quanto la Guardia di finanza stava facendo” da cui é derivata “una carente valutazione dello scenario operativo e delle conseguenti disposizioni da impartire ai natanti della Guardia costiera che pure erano in condizioni di intervenire“. Secondo la Procura crotonese dunque l’emergenza sarebbe stata affrontata con leggerezza. Una maggiore tempestività nell’attuazione dell’intervento di soccorso avrebbe potuto evitare la terribile tragedia consumatasi a poche decine di metri dalla costa crotonese.

Le reazioni

Alcuni ministri hanno subito preso le difese della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno si é detto “certo che gli operatori di Crotone dimostreranno la loro estraneità” auspicando che “anche per i servitori dello Stato valga il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva”. Il vicepremier Matteo Salvini, ministro della Infrastrutture e dei Trasporti, ha espresso il suo “incondizionato sostegno alle donne ed agli uomini della Guardia costiera e della Guardia di finanza”. A “difendere con convinzione l’operato di Guardia di finanza e della Capitaneria di porto” anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Dall’altra parte risuonano le parole della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: “Stiamo ancora aspettando che il Ministro Piantedosi risponda alla domanda che facciamo dal giorno del naufragio: perché non sono partiti i mezzi di soccorso più adeguati della Guardia costiera per soccorrere i migranti diretti a Cutro? Il Governo tace da allora, ma non ci fermeremo e continueremo a pretendere di sapere la verità”. Le fa eco la deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, Laura Boldrini secondo la quale “Il naufragio di Cutro si poteva evitare. Quelle 94 vite, di cui 35 bambini, si potevano salvare. Lo scrive, nero su bianco, la Procura di Crotone che ha chiuso le indagini sui fatti di quella notte terribile, tra il 25 e il 26 febbraio del 2023, chiedendo il rinvio a giudizio per sei persone, quattro finanzieri e due militari della Guardia Costiera”.

“Cos’ha da dire il ministro Piantedosi che non ha mai risposto alle nostre domande su una delle più gravi stragi verificatesi in mare in prossimità delle coste italiane? Cos’ha da dire il governo che a quella strage rispose solo inasprendo pene, limitando di fatto il diritto d’asilo, minando i diritti dei minori stranieri non accompagnati, costruendo centri di detenzione in Albania e stringendo accordi con autocrati del nord Africa a cui non interessa alcunché dei diritti umani dei loro cittadini, figuriamoci di quelli dei migranti? Bisogna abolire la Bossi-Fini – conclude Boldrini – che impedisce ai migranti di entrare in Italia regolarmente in cerca di occupazione, e aprire canali legali di ingresso. Diversamente, continueremo una macabra conta dei morti nel deserto, nei campi di detenzione libici, nel Mediterraneo”.

Anche il senatore Nicola Irto, segretario regionale della Calabria del Partito democratico che “lo Stato faccia vera giustizia sulla strage di Cutro, avvenuta in un clima di disumanità e di avversione per i migranti, frutto della paura e dell’egoismo da tempo alimentate dalle destre” facendo riferimento all’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica di Crotone sulla tragedia di Steccato di Cutro. “Niente – aggiunge Irto – potrà restituirci quelle vite umane che il mare Ionio ha portato via. Proprio per questo, è indispensabile che la politica rifletta sulle proprie responsabilità e che, innanzi alle questioni migratorie, finiscano una volta per tutte quegli approcci di indifferenza, sospetto e repulsione che la destra sospinge a oltranza, a volte anche in maniera meccanica. Mai come adesso abbiamo bisogno di unità, verità e solidarietà”.

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