Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

«C’era chi gridava, chi è annegato subito». I terribili istanti del naufragio di Cutro

Calabria

«C’era chi gridava, chi è annegato subito». I terribili istanti del naufragio di Cutro

Pubblicato

il

CROTONE – Orrore e disperazione: è quello che emerge dai racconti e dai verbali nella ricostruzione del naufragio del barcone avvenuto a Steccato di Cutro domenica all’alba. Istanti terribili che rimarranno impressi per sempre nella mente dei supersistiti, in fuga per cercare un futuro migliore.

“Eravamo quasi arrivati sani e salvi. Poi, la barca ha battuto contro qualcosa e si è spezzata e capovolta. Siamo caduti tutti in acqua. C’era chi gridava, chi è annegato subito, altri hanno provato a raggiungere la riva. È stato terribile“, ricorda  superstite che si trova al Cara di Isola Capo Rizzuto.

La gente nella stiva iniziava a soffocare e a salire su – racconta un altro superstite nei verbali – Ho fatto in tempo ad afferrare mio nipote e a salire in coperta dopo di che la barca si è spezzata e l’acqua ha iniziato a entrare. Quando sono salito senza più riscendere, sotto c’erano circa 120 persone tra donne e bambini. Ho visto che il siriano e due turchi hanno gonfiato un gommone e sono scappati”.

“Mio zio mi ha scritto che hanno visto i soccorsi mezz’ora dopo l’incidente ma non avevano ancora i mezzi per avvicinarsi'”. Lo ha riferito il giovane afghano giunto dalla Germania a Crotone dopo la tragedia di Isola Capo Rizzuto nella quale ha perso la zia e tre cugini . Il giovane ha fatto sentire i messaggi che gli ha inviato lo zio durante la traversata. raccontano la tragedia. “Mi diceva – ha detto – che erano circa 180 a bordo, che gran parte erano stipati nella stiva con una sola via di uscita. I miei parenti erano in sei hanno pagato 30 mila dollari per la traversata”.

Strage di migranti: 64 vittime ma solo 23 quelle identificate

È di 64 vittime, 23 delle quali identificate – 22 afgani ed 1 siriano – il bilancio, al momento, del naufragio del barcone avvenuto a Steccato di Cutro domenica all’alba. I dati sono forniti dal Centro coordinamento dei soccorsi aperto nella Prefettura di Crotone. L’ultimo corpo recuperato è quello di un uomo di circa una trentina d’anni, trovato sulla spiaggia di Steccato di Cutro.

I minori morti sono 14 e altrettanti sono quelli sopravvissuti. Tra loro 5 sono ricoverati, 6 sono al Cara di Isola Capo Rizzuto, uno, che ha detto di avere 17 anni, è stato fermato come presunto scafista, e 2 non accompagnati portati in strutture idonee. Proseguono, intanto, le ricerche, condotte con due vedette sempre a mare. Stamani hanno operato anche due elicotteri, uno della Capitaneria di Porto ed uno della Polizia di Stato. Le ricerche continueranno anche nella notte. I ricoverati in ospedale sono 15.

“Nessuna chiamata dalla barca dei migranti”: ad impedirlo gli scafisti

La sera di sabato 25 febbraio un velivolo Frontex ha avvistato un’unità in navigazione nel Mar Jonio, che “risultava navigare regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità, con solo una persona visibile sulla coperta della nave”. Il velivolo ha inviato la segnalazione al punto di contatto nazionale preposto per l’attività di ‘law enforcement’ (la Guardia di finanza, ndr), informando, tra gli altri, per conoscenza, anche la Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma”.

Si è attivata quindi la Gdf per intercettarla. Alle 4.30 circa sono giunte alla Guardia costiera alcune segnalazioni telefoniche da terra relative ad un’imbarcazione in pericolo a pochi metri dalla costa. I Carabinieri, precedentemente allertati dalla Gdf, giunti in zona hanno riportato alla Guardia Costiera l’avvenuto naufragio. “Questa – sottolinea la Guardia costiera – è la prima informazione di emergenza pervenuta alla Guardia Costiera riguardante l’imbarcazione avvistata dal velivolo Frontex”.

La Guardia costiera specifica quindi che “nessuna segnalazione telefonica è mai pervenuta ad alcuna articolazione della Guardia Costiera dai migranti, presenti a bordo della citata imbarcazione, o da altri soggetti come avviene in simili situazioni”. A seguito delle segnalazioni ricevute è stato immediatamente attivato il dispositivo Sar, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Reggio Calabria, con l’invio di mezzi navali e aerei, uomini e mezzi terrestri, nella zona indicata. Le attività di ricerca e soccorso in mare proseguono senza soluzione di continuità anche con impiego di squadre di sommozzatori e con il concorso dei Vigili del Fuoco e delle Forze di Polizia.

Uno degli scafisti del barcone naufragato sulla costa crotonese disponeva di un telefono satellitare e di un apparecchio per inibire le onde radio/telefoniche. E’ quanto ha riferito uno dei superstiti interrogato dalle forze dell’ordine e la cui testimonianza è nel decreto di fermo che consta di una quarantina di pagine, a carico di due presunti scafisti maggiorenni. Per il terzo fermato procede la Procura dei minorenni di Catanzaro. Questo spiegherebbe il mancato SOS da parte dei migranti dall’imbarcazione.

Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA