Ha scatenato tante polemiche il brano “Immìgrazia” del cantante Giuseppe Povia, quello dei “bambini che fanno ohh” e di Luca che ‘era’ gay. Un polverone nato da una canzone che risulta essere solo l’ennesima provocazione e che non affronta invece una problematica seria e difficile che sta vivendo l’Italia ed anche la Calabria.
COSENZA – Giuseppe Povia torna a far parlare di sé, dopo quella canzone presentata al festival di Sanremo nel 2009 che raccontava la ‘guarigione’ di un omosessuale tornato ad amare le donne. “Luca era gay”, un gay ‘riabilitato’, secondo il testo della sua canzone, all’eterosessualità che aveva sollevato le ire della comunità Lgbt. Ed ecco che Povia torna ad imbracciare la chitarra e a ‘creare’ un brano su un altro tema caldo per il nostro Paese e la nostra regione: l’accoglienza e l’immigrazione. La canzone si intitola “Immigrazia”. Dal testo, riletto diverse volte, non emerge con chiarezza quella che lo stesso Povia ha voluto giustificare come ‘la vicinanza ai migranti’. Il testo ricalca certamente le falle del sistema ‘accoglienza’, ma spazia anche sul concetto che i migranti stiano prendendo il nostro posto in questo Paese.
Ad alcuni piace, ad altri no… tutto normale fin qui!
Ma il delegato per l’immigrazione della Regione Calabria, Giovanni Manoccio, ex sindaco e oggi assessore al comune di Acquaformosa (Cs), che ha definito senza mezzi termini “razzista” la canzone del cantautore milanese: “Indegno”, “incivile” e “razzista” per l’esattezza. Effettivamente le spiegazioni di Povia sono un retaggio tutto italiano sintetizzato in “tutti i politici rubano, gli italiani non vogliono fare il lavoro degli immigrati…” e mancherebbe solo “Aiutiamoli a casa loro” per chiudere al meglio “il festival del populismo”.
Povia “denota grande ignoranza sulla questione immigrazione e il fatto che il suo post sia dedicato a Matteo Salvini è tutto un dire”. Povia che è in tour nella nostra regione “chissà, forse avrà modo di capire come la Calabria è terra d’accoglienza e integrazione, cosa sottolineata con forza nelle ultime ore dal Segretario della Cei, Mons. Galantino. O forse – conclude Manoccio – resterà chiuso nelle sue convinzioni. Da parte nostra non possiamo che rinnovare il nostro impegno alla solidarietà, parola che forse il cantautore non conosce, e il nostro appello: restiamo umani”.
Il Video della canzone Immigrazia
Immediatamente Povia ha dato prova di ‘preparazione storica’ ed ha puntato il dito contro Manoccio: “Per forza, è assessore all’accoglienza. A questo proposito azzardo un paio di ipotesi: o Manoccio con l’accoglienza ci guadagna tantissimi soldi, oppure accoglie chiunque a gratis perché è un santo. Come mai in un momento in cui la disoccupazione giovanile in Calabria sfiora il 60% lui si preoccupa degli extracomunitari e non dei suoi cittadini?”
Ecco il video di Povia di ‘replica’ a Manoccio
Ed ecco il commento di Giovanni Manoccio, intervenuto ai microfoni di Rlb Radioattiva, che oltre ad aver invitato a leggere meglio il testo della canzone, ha lanciato alla fine anche una interessante proposta a Povia: “Io rinuncio ad un mio stipendio, e lui ad un cachet di un suo concerto per donare il tutto ai tanti bambini immigrati, stranieri non accompagnati”.
ASCOLTA L’intervista a Giovanni Manoccio
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Povia subito dopo l’intervista è stato contattato dalla redazione radiofonica di Rlb, al numero presente sulla sua pagina Facebook, ma la sua manager ha risposto che il cantante “non ha tempo di fare interviste, è sempre in viaggio ed ha già detto quello che pensa attraverso i suoi video”.
E’ troppo impegnato insomma, per rispondere (3-4 minuti) alla proposta di Manoccio, ma non per girare un video da 7 minuti e 43 secondi in cui snocciola la storia della Calabria e lezioni di morale. Povia nel video infatti, racconta la storia dell’Italia, declama lodi alla Calabria e spiega che l’accoglienza di cui l’Italia si vanta, è un modo per mettersi in tasca il denaro che arriva dallo sfruttamento del fenomeno.
L’immigrazia dunque, sarebbe il profitto e il suo brano è il racconto di persone che “prendono il nostro posto accettando stipendi bassi e condizioni di vita pessime, sostituendo nel tempo il popolo italiano”.
La canzone, ha spiegato Povia, parla di un’altra immigrazione “quella dei capitali e delle fabbriche italiane che spariscono all’estero, così come la nostra cultura che si sta via via diluendo. È l’Italia e l’italianità che stanno emigrando altrove”. Di certo l’ispirazione non gli è mancata dato che il fenomeno immigrazione e le problematiche collegate sono sotto gli occhi dell’intero Paese. Povia dunque, dice di essere stato frainteso, un pò come per “Luca era Gay?”.
Il testo della canzone
Immigrazia Immigrazia l’Immigrazia è una follia Voluta da chi vuole che Tu vada via, tu vada via Immigrazia ImmigraziaImmigrazia portami via Che per mandare aventi il pil Vogliono i nuovi schiavi qui Gli immigrati di domani saranno i nuovi italiani Immigrazia ImmigraziaUn tempo i figli crescevano duri È perché i genitori erano duri Oggi i figli sono molli È perché stiamo tutti molli Se non vuoi fare quel lavoro lo fanno loro, lo fanno loro E mentre fissi il lampadario ti fregano il salario Ma non è mica colpa loro C’è un disegno molto chiaro Il potere veterano Con la scusa del razzismo Vuole fare fuori l’italianoImmigrazia Immigrazia l’Immigrazia è una follia Voluta da chi vuole che Tu vada via tu vada via Immigrazia Immigrazia Immigrazia portami via Che per mandare avanti il pil Vogliono i nuovi schiavi qui Gli immigrati di domani Saranno i nuovi italiani Immigrazia ImmigraziaMa se dici queste cose Sei soltanto un incivile E sei poco tollerante C’è chi scappa dalla guerra Sulla barca in mezzo al mare C’è chi perde anche la vita Ma il governo cosa fa Italiano chiacchierone Tu sei fuori come un balcone O meglio, fuori come un barcone devi stare solo zitto E politico correttoE’ l’italiano è cotto bene Sembra proprio un maccherone Vuole fare la rivoluzione Con le rate e il macchinine l’Italiano alternativo Vuole fare l’antirazzista “Accogliamo tutti qua” disse il figlio di papà Nel frattempo l’immigrato Mentre tu stai sulla sedia Si, mentre tu stai sulla sedia piano piano lui si insedia Nel frattempo l’immigrato Con l’aiuto del governo Mentre noi litighiamo Lui si prende il nostro posto E ci cambia pure il padreternoImmigrazia Immigrazia l’Immigrazia è una follia Voluta da chi vuole che Tu vada via tu vada via Immigrazia Immigrazia Immigrazia portami via Che per mandare avanti il pil Vogliono i nuovi schiavi qui Gli immigrati di domani Saranno i nuovi italiani Immigrazia Immigrazia