Call center: crisi Infocontact, stipendi dimezzati sino a Settembre

LAMEZIA TERME – Godono di un contratto nazionale a tempo indeterminato, ma per colpa di una voragine in bilancio il loro salario attuale è di circa 300 euro.

I lavoratori Infocontact sono in presidio permanente di fronte al Tribunale di Lamezia Terme, da giorni, in attesa di risposte. Con un blitz a Sant’Eufemia nella sede del PD hanno sollecitato l’onorevole Canale per l’apertura di un tavolo di crisi tra Ministero del Lavoro, committenti (Wind-Infostrada, Enel, Postemobile, Vodafone, Telecom, Tim e ConTe), aziende interessate all’acquisto ed Infocontact. Il ministro del Lavoro Poletti ha ieri garantito loro che emanerà un decreto ministeriale per lo sblocco del contratto di solidarietà che, attualmente, riduce ore lavorative e stipendi per tutti i dipendenti. In più in consiglio comunale a Lamezia, sempre nella giornata di ieri, hanno ottenuto che per gli eventuali acquirenti verranno ridotti i carichi fiscali con l’istituzione di una zona franca urbana. Con la nomina del commissario, per ora, è stato scongiurato il rischio fallimento, ma sarà difficile risanare un buco di bilancio che per l’anno 2013 si vocifera si aggiri sui 50 milioni di euro. La situazione delle casse di Infocontact è drammatica. Ed a pagarne le conseguenze sono solo i lavoratori.

 

Un dipendente full time guadagna all’incirca 1.100 euro. “Siamo stati sempre considerati dei privilegiati – afferma uno degli operatori lametini – perchè abbiamo un contratto a tempo indeterminato. Nel mondo del call center, però, anche con questo tipo di contratto la precarietà è sempre dietro l’angolo. Tantissimi call center infatti oggi nel momento in cui finiscono gli incentivi regionali o ministeriali chiudono battenti. L’unico privilegio che abbiamo è l’accesso agli ammortizzatori sociali. Oggi stiamo vivendo una situazione drammatica perchè 1500 dipendenti più 1.000 collaboratori interinali/a progetto rischiano da un momento all’altro di perdere il posto di lavoro e di non poter più mandare avanti le proprie famiglie. Dal 1° febbraio noi a Lamezia (Rende non è in contratto di solidarietà ndr) siamo in contratto di solidarietà e quindi abbiamo una riduzione del 30% dello stipendio inoltre adesso per i mesi di Giugno e Luglio, sino a Settembre percepiamo solo il 50% dello stipendio.

 

Il tutto per un errore dell’azienda che nel momento in cui ha dichiarato lo stato d’insolvenza a Marzo ci ha versato uno stipendio senza avere il consenso del Tribunale. Come tutti anche noi abbiamo rate della macchina, mutui, bollette, la spesa da pagare ed è dura per chi si vede accreditare meno di 300 euro al mese sul conto corrente. La maggior parte di noi ha percepito stipendi di 250-300 euro perchè il contratto prevedeva all’incirca mille euro in busta paga, ma tolto il 30% si arriva a 700 euro, se poi si dimezza ulteriormente il salario siamo sui 350 euro mensili per chi lavora otto ore. Chi ha un contratto part time a sei ore percepisce 280 euro, chi lo ha a quattro ore ancora meno. Questo per le famiglie monoreddito è un dramma”. Un dramma che potrebbe trasformarsi in vera e propria emergenza sociale, con la perdita di centinaia di lavoro, in una Regione che registra il tasso più alto di disoccupazione in Italia.

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